TRONCHETTI NON MOLLA PIRELLI: “MI DOVRETE SOPPORTARE ANCORA PER QUALCHE ANNO” - E VA AVANTI CON SPOSITO ANTI-MALACALZA

1. TRONCHETTI: "IL MERCATO È L'AZIONISTA PIRELLI"
Antonella Olivieri per "Il Sole 24 Ore"

Non c'è nessun impatto su Pirelli delle vicende Camfin. «Cosa succede? Nulla che riguardi Pirelli - assicura il presidente della società dei pneumatici Marco Tronchetti Provera - L'azienda ha continuato anche quest'anno il suo cammino di crescita e sul mercato ha il supporto degli investitori internazionali di lungo termine».

In effetti l'assemblea di bilancio, dove era presente il 68,94% del capitale, è filata via liscia, senza l'eco delle polemiche che da mesi alimentano la lite con i partner di Camfin, la famiglia Malacalza. Tronchetti ha voluto sottolineare il lavoro svolto per favorire l'evoluzione dell'azionariato in chiave più internazionale: nel 2009 gli istituzionali esteri pesavano per il 30% sul flottante, oggi sono al 70%; fino a due anni fa Pirelli teneva 270-280 incontri con i fondi di tutto il mondo, nel 2012 ha raddoppiato a 600.

Questo ha permesso di isolare le tensioni: «Influenza zero su Pirelli». «Azionista è il mercato e gli azionisti storici sono qui a sostenere lo sviluppo dell'azienda», ha ribadito il presidente Pirelli, che ha incassato il sì del 98,6% del capitale votante sulla relazione di remunerazione.

Si lavora sempre al progetto di riassetto Camfin - al tavolo con Tronchetti ci sono le due maggiori banche italiane, Intesa e UniCredit, e il fondo di private equity di Claudio Sposito, Clessidra - anche se, ha ripetuto il presidente della Bicocca a oggi nessuna soluzione «è stata individuata». In prospettiva si dovrebbe arrivare al collasso della catena societaria, con gli azionisti Camfin direttamente in Pirelli. Un obiettivo che richiederà più step, ma che al momento è frenato alla base dal contenzioso con i Malacalza, con il patto che formalmente scadrà il prossimo 20 luglio.

I piani di Tronchetti non contemplano però una sua fuoriuscita a breve dalla gestione del gruppo, bensì di preparare la successione nell'ambito di una governance comunque stabile. «Stiamo cercando di costruire un management che nel tempo garantisca la crescita di Pirelli. La mia preoccupazione, con gli anni che passano, è che l'azienda sia in grado di camminare sulle sue gambe con un team di manager - ha osservato il presidente della Bicocca - La più grande soddisfazione per un imprenditore è quella di lasciare l'azienda e vederla volare. Io lavorerò per questo: mi dovrete sopportare ancora per qualche anno».

Quanto alla governance «è chiara e apprezzata da tutti gli investitori. Non cambierà qualsiasi cosa avvenga tra gli azionisti», ha osservato Tronchetti che ha aggiunto: «Abbiamo anche un cda molto professionale». L'assemblea di ieri ha integrato il board con la nomina fino alla scadenza, tra un anno, di Jean Paul Fitoussi, Luca Rovati e Carlo Salvatori.

Lo slittamento a novembre del piano industriale avrebbe a che fare con l'evoluzione della crisi. «Vogliamo capire meglio - è stato ribadito - quale è la capacità di crescita dell'Europa per dare al mercato una visione, la più chiara possibile, delle nostre prospettive».

Sul rinnovo del contratto con la Formula 1, sono state promesse novità tra qualche mese. Sul rientro nell'immobiliare - tramite la conversione di obbligazioni in azioni Prelios da un minimo di 147,2 milioni e un massimo di 173,5 milioni - Tronchetti ha precisato che non c'è interesse a tornare ad avere un ruolo di gestione e controllo nell'ex Pirelli Re, dalla quale la società dei pneumatici si era separata per scissione, per cui si sta pensando di inserire la futura partecipazione Prelios in appositi veicoli societari. «Comunque - ha aggiunto - riteniamo sia nostro dovere non uscire al momento sbagliato».

In assemblea c'è stata l'occasione di parlare anche dei "salotti buoni". L'investimento in Mediobanca (1,83%) è «una partecipazione storica che ci dà la possibilità di avere una visione dei mercati finanziari utile all'azienda e di completare il quadro dei legami internazionali». Quanto a Rcs (5,84%) l'auspicio è che «il piano si sviluppi in modo adeguato: il nostro contribuito come azionisti è di cercare di promuovere rapidamente una ristrutturazione che permetta il recupero della redditività dell'azienda che opera in un settore molto difficile».


2. CAMFIN: MALACALZA PREANNUNCIA VOTO CONTRO BILANCIO
(ANSA) - Malacalza voterà contro il bilancio di Camfin. Un rappresentante legale della famiglia genovese, Massimo Pezzolo, lo ha preannunciato con un suo intervento in apertura di assemblea, dopo aver elencato diverse ragioni e concluso che "la rivalutazione della partecipazione Pirelli non ha nessun riscontro e appare azzardata".

3. CAMFIN:EXCURSUS TRA TAPPE SCONTRO MALACALZA APRE ASSEMBLEA
(ANSA) - L'assemblea di Camfin si apre con un excursus tra le tappe della battaglia legale tra i soci Marco Tronchetti Provera e Malacalza, ripercorse dal presidente di Pirelli e Camfin in apertura dei lavori. In sala è rappresentato il 73,95% del capitale ma i consiglieri che rappresentano la famiglia genovese, Davide e Vittorio Malacalza e Antonio Castelli, non sono presenti. Invariata la mappa dell'azionariato con Marco Tronchetti Provera che attraverso Gbi controlla il 42,65%, Malacalza al 12,37%, Carlo Acutis al 7,92%, Massimo Moratti al 2,49 per cento.


4. LE MOSSE DEI MALACALZA E LA PARTITA AI PIANI ALTI
Mar. Man. per "Il Sole 24 Ore"

L'appuntamento è fissato per oggi, quando si apriranno i lavori dell'assemblea di Camfin, holding che controlla il 26,19% di Pirelli ed è partecipata dalla famiglia Malacalza. Marco Tronchetti Provera ha però già rassicurato i soci della Pirelli: quello che avviene ai piani alti ha «influenza zero» sul gruppo della Bicocca.

Le parole di Tronchetti, che nella stessa occasione ha ricordato che gli investitori esteri ormai rappresentano il 70% dell'azionariato di Pirelli e non sono interessati a quanto avviene ai piani alti, arrivano dopo le dimissioni a sorpresa di Vittorio Malacalza dal consiglio di amministrazione della Pirelli.

La scelta dell'imprenditore genovese di uscire dal board della Bicocca è stata motivata con il disappunto su alcune scelte prese dalla Pirelli, tra cui il riassetto di Prelios. Ma probabilmente già oggi, in occasione del doppio appuntamento del board e dell'assise Camfin, qualche risposta in più potrebbe arrivare. Non è chiaro se gli imprenditori liguri si presenteranno all'appuntamento, ma se lo faranno è molto probabile che il tema «dimissioni» potrebbe essere affrontato.

Che il partner ligure, con questo colpo di scena, stia portando avanti una nuova strategia legale? Esclusa l'interpretazione di una «resa» dei Malacalza, sul mercato ieri circolavano indiscrezioni sulla possibilità che gli imprenditori possano avviare una azione di responsabilità verso il board della Bicocca. Dal quartier generale della famiglia tutto tace e non si rilasciano commenti sul tema, ma fonti vicine al gruppo Malacalza escludono che siano queste le intenzioni.

A Genova - riferiscono negli ambienti finanziari - si aspettano solo le nuove mosse di Marco Tronchetti Provera su Camfin. Del resto in ballo c'è una quota del 25% della holding che pesa, ma di fatto non può impedire il riassetto della catena societaria che anche senza questo pacchetto può essere perfezionato. Se, come sembra, le trattative in corso tra Tronchetti Provera e il fondo di private equity Clessidra dovessero andare a buon fine, i Malacalza dovranno sedersi a un tavolo e trattare per non trovarsi alla fine in minoranza e fuori dalla stanza dei bottoni del gruppo Pirelli.

D'altra parte è chiaro che un'adesione preventiva a una eventuale offerta su Camfin da parte dei partner genovesi agevolerebbe l'intero riassetto. C'è tutto l'interesse dunque a trovare un compromesso. Intesa Sanpaolo e UniCredit, che già hanno dato la loro disponibilità a seguire il disegno di Clessidra, sono al lavoro per vedere se ci sono ancora margini di manovra per un accordo in extremis. Si vedrà. Anche perché a nessuno conviene aspettare i tempi delle varie querelle legali in corso che si preannunciano eccessivamente lunghi.

 

 

TRONCHETTI PROVERAMARCO TRONCHETTI PROVERA TRONCHETTI PROVERA jpeg9tel07 tronchetti provera9tel14 tronchetti proveraVITTORIO MALACALZA E MARCO TRONCHETTI PROVERA IN TRIBUNA ALLO STADIO MEAZZA CLAUDIO SPOSITOJean Paul Fitoussi Carlo SalvatoriPirelli re - marchio

Ultimi Dagoreport

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...