donald trump xi jinping cina virus coronavirus

TRUMP, CHE FIGURA DEL DRAGONE! – LE DICHIARAZIONI DEI REDDITI PUBBLICATE IERI DAL CONGRESSO SONO UNA BELLA SPUTTANESCION PER L’EX PRESIDENTE AMERICANO: LA COSA PIÙ CLAMOROSA NON SONO LE ZERO TASSE PAGATE NEL 2020, MA I CONTI ALL’ESTERO – MENTRE ALLA CASA BIANCA E SI SCAGLIAVA CONTRO LA CINA E LE SUE POLITICHE COMMERCIALI, “THE DONALD” AVEVA CONTI CORRENTI E DEPOSITI NELLE BANCHE DI PECHINO. E NON SOLO…

Francesco Semprini per “la Stampa”

LE DICHIARAZIONI DEI REDDITI DI DONALD TRUMP

 

Conti all'estero, Cina compresa, accordi con governi stranieri in favore delle aziende di famiglia e promesse tradite in termini di beneficenza. Sono alcuni degli aspetti più controversi emersi dalle dichiarazioni dei redditi di Donald Trump che sono stati resi pubblici ieri dalla Camera dei Rappresentanti uscente a trazione democratica al termine di una lunga battaglia legale.

 

donald trump

Un atto di "guerra politica" l'ha definito l'ex presidente degli Stati Uniti il quale punta l'indice verso i liberal della sinistra più estrema pronti - a suo dire - a ricorrere a «qualsiasi mezzo utilizzandolo come un'arma». Il tycoon ha anche dispensato critiche alla Corte Suprema a maggioranza conservatrice che «non avrebbe mai dovuto consentire» la pubblicazione.

 

Senza dubbio si tratta di un colpo non trascurabile inferto a Trump e alle sue mire elettorali dopo che il 15 novembre scorso ha ufficializzato la sua candidatura alle presidenziali del 2024. I faldoni contenenti migliaia di pagine ripercorrono la storia fiscale degli anni da inquilino della Casa Bianca mettendone a nudo manovre spregiudicate volte a ridurre i versamenti all'erario, così come le mancate promesse, gli affari condotti in favore della Trump Organization e una certa repulsione alla filantropia.

trump xi jinping

 

Nel 2020 non ha infatti versato un dollaro in beneficenza pur avendo dichiarato nel 2015, al momento della sua candidatura, di voler donare per intero il compenso annuale da presidente, pari a 400 mila dollari. Mentre era alla Casa Bianca inoltre e svolgeva il suo incarico di comandante in capo scagliandosi sovente contro la Cina e le sue politiche dannose per la sua "America First", nelle banche del Dragone Trump deteneva conti correnti e depositi. E la Cina non era l'unico Paese straniero nei cui istituti di credito erano presenti conti riconducibili al tycoon.

 

dichiarazione fiscale donald trump

Pur essendosi impegnato a non perseguire tramite l'azienda di famiglia accordi all'estero durante la presidenza per evitare conflitti di interesse, l'ex presidente ha incassato più di 55 milioni di utile lordo da una decina di Paesi stranieri, fra i quali Azerbaigian, Panama, Canada e Qatar. Nel 2017 Trump ha addirittura pagato più tasse all'estero che negli Stati Uniti, dove aveva staccato un assegno intestato all'Irs (il fisco americano) di soli 750 dollari. E non è un caso isolato perché una cifra analoga era stata versata anche nel 2016.

 

Nel 2020, invece, l'ex presidente è riuscito a non pagare nulla in termini di tasse federali a fronte di una perdita di quasi cinque milioni di dollari, realizzata nonostante i 133.173 dollari incassati in royalty. I documenti rivelano inoltre come Melania Trump abbia guadagnato 3.848 dollari dalla sua attività di modella nel 2019 e nel 2020, ma in tutti e due gli anni ha registrato spese per 3.848 dollari e quindi si è ritrovata con zero di reddito netto.

trump tower

 

Le rivelazioni sono un duro colpo alla campagna elettorale di Trump per il 2024, partita già in salita e sulla quale pesano le indagini della commissione sui fatti del 6 gennaio che ha aderito l'ex presidente al dipartimento di Giustizia continuando a pubblicare le trascrizioni delle testimonianze raccolte.

 

Una delle ultime è quella di Stephanie Grisham, l'ex portavoce della Casa Bianca, che ha rivelato lo scetticismo di Melania nei confronti del ristretto circolo di consiglieri del marito. L'ex First Lady nutriva dubbi e non si fidava neanche di Donald Trump Jr e della sua fidanzata Kimberly Guilfoyle, ritenendo che non agissero nel miglior interesse del marito. Trump non sembra tuttavia essere impensierito ed è passato all'attacco spiegando che la pubblicazione delle sue tasse rischia di tradursi in «cose orribili per molte persone».

donald trump esce dalla trump tower

 

Le dichiarazioni, prosegue, dimostrano il «mio successo e che sono stato in grado di usare alcune deduzioni fiscali per creare migliaia di posti di lavoro», ha affermato. A fare muro con il tycoon è la compagine repubblicana che vede nella pubblicazione un precedente pericoloso e minaccia, una volta assunto il controllo della Camera, azioni a tappeto contro l'amministrazione Biden. A destra c'è tuttavia chi considera Trump un personaggio sempre più ingombrante e la conferma arriva dal fatto che la sua corsa in Usa 2024 non sarà in solitario nel Grand Old Party.

trump tower Dichiarazione fiscale di Trump del 1995donald trump xi jinpingDichiarazione fiscale di Trump del 1995

Ultimi Dagoreport

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - A 53 GIORNI DAL RINNOVO DELLA GOVERNANCE DI GENERALI, A CHE PUNTO È IL RISIKO BANCARIO? NEL SUO SOGNO DI CONQUISTARE IL LEONE DI TRIESTE, EVITANDO PERO' IL LANCIO DI UNA COSTOSISSIMA OPA, PARE CHE NELLA TESTA DI CALTA FRULLI UN PIANO IN DUE TEMPI: INTANTO CONQUISTARE LA MAGGIORANZA NEL CDA DELLA COMPAGNIA, DOPODICHÉ PAPPARSI MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI (SEMPRE CHE NON ARRIVI A PIAZZETTA CUCCIA UN CAVALIERE BIANCO) – ALL’OFFENSIVA DI CALTA, L’ASSO NELLA MANICA DI DONNET SI CHIAMA UNICREDIT. ORCEL AVREBBE PERSO L’ENTUSIASMO PER BPM E SAREBBE BEN FELICE DI PORTARSI A CASA BANCA GENERALI - TANTO PER SURRISCALDARE IL CLIMA GIÀ TOSSICO È ARRIVATA IERI “LA STAMPA” CHE LANCIAVA ‘’L’IPOTESI DEL CONCERTO CALTAGIRONE-MILLERI” (SMENTITA)…

luca richeldi papa francesco bergoglio sergio alfieri

DAGOREPORT - I MEDICI DEL GEMELLI CHE CURANO IL PAPA (SERGIO ALFIERI E LUCA RICHELDI) SONO STATI CHIARI CON FRANCESCO: SE E QUANDO VERRÀ DIMESSO, BERGOGLIO DOVRÀ DIMENTICARE LA VITA MOVIMENTATA CHE HA CONDOTTO FINORA, E DARSI UNA REGOLATA. IL FISICO DEL PONTEFICE 88ENNE È MOLTO PROVATO E NON POTRÀ REGGERE AD ALTRI VIAGGI, OMELIE AL GELO E MARATONE DI INCONTRI CON I FEDELI – IL FUMANTINO CAPO DELLA CHIESA CATTOLICA ACCETTERÀ LA “CAMICIA DI FORZA” DI UNA CONVALESCENZA "PROTETTA" A SANTA MARTA?

angela merkel friedrich merz

DAGOREPORT – IL MURO DI BERLINO NON E' MAI CADUTO: MERZ E MERKEL SONO LE DUE FACCE DI UN PAESE CHE NON HA SANATO LE STORICHE DISEGUAGLIANZA TRA IL RICCO OVEST E IL POVERO EST – FIGLIOCCIO DI SCHAUBLE LUI, COCCA DI KOHL LEI, MERZ E MERKEL SI SFIDARONO NEL 2000 PER LA LEADERSHIP DELLA CDU. MA LA DEFLAGRAZIONE DEI LORO RAPPORTI SI È AVUTA CON LA POLITICA MIGRATORIA DI ANGELONA, FALLIMENTARE AGLI OCCHI DI MERZ (CHE RITENEVA NECESSARIO INTEGRARE I TEDESCHI DELL’EST, PRIMA DI ACCOGLIERE SIRIANI E TURCHI) - SE LA MERKEL L’AVESSE ASCOLTATO, OGGI L’AFD NON SAREBBE AL 20%...

beppe sala elly schlein

DAGOREPORT - TE LO DO IO IL CENTROTAVOLA! - L'IDEONA DI ELLY SCHLEIN PER NEUTRALIZZARE CHI SOGNA LA NASCITA DI UN PARTITO CENTRISTA ALLEATO DEL PD: CREARE LISTE CIVICHE PER LE REGIONALI E, SE FUNZIONANO, RIPROPORLE IN CHIAVE NAZIONALE ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 COL NOME DI "ALLEANZA PER L'ITALIA" - LEADER DEL PROGETTO DOVREBBE ESSERE BEPPE SALA, CHE PERÒ HA PERSO SMALTO (LE INCHIESTE SULL’URBANISTICA MILANESE) - L'ISOLAMENTO DI SCHLEIN NEL PD SUL PIANO DI RIARMO DI URSULA E LA SUA MANCANZA SI CARISMA: I SUOI GIORNI AL NAZARENO SONO CONTATI...

elon musk trump zelensky jd vance

DAGOREPORT – LE SPARATE DI ELON MUSK SONO SOLO UN MODO PER ATTIRARE L’ATTENZIONE E RISPONDERE AL PRESENZIALISMO DI JD VANCE, CHE MR. TESLA CONSIDERA UN “BURINO” – IL MILIARDARIO KETAMINICO HA PRESO MALISSIMO LA VISIBILITÀ OTTENUTA DAL VICEPRESIDENTE USA GRAZIE ALL’IMBOSCATA TESA A ZELENSKY. TRUMP CONOSCE BENE L’EGO-MANIA DEL SUO “DOGE”: PER QUESTO HA CHIESTO AL CONGRESSO UNA STANDING OVATION PUBBLICA PER MUSK (E QUELLO, TUTTO TRONFIO, SI È ALZATO COMPIACIUTO MOSTRANDO IL POLLICE)…

matteo salvini donald trump ursula von der leyen giorgia meloni ue unione europea

DAGOREPORT – IL VERTICE TRA GIORGIA MELONI E I SUOI VICEPREMIER È SERVITO ALLA PREMIER PER INCHIODARE IL TRUMPIAN-PUTINIANO SALVINI: GLI HA INTIMATO DI NON INIZIARE UNA GUERRIGLIA DI CRITICHE DAL MOMENTO IN CUI SARÀ UFFICIALE L’OK ITALIANO AL RIARMO UE (DOMANI AL CONSIGLIO EUROPEO ARRIVERÀ UN SÌ AL PROGETTO DI URSULA VON DER LEYEN), ACCUSANDOLO DI INCOERENZA – LA DUCETTA VIVE CON DISAGIO ANCHE LE MOSSE DI MARINE LE PEN, CHE SI STA DANDO UNA POSTURA “ISTITUZIONALE” CHE METTE IN IMBARAZZO LA PREMIER