1. MICA SOLO IL MONTE DEI PACCHI: SOTTO IL TARANTOLATO CONTROLLO DI BANKITALIA, ALTRE BANCHE ITALIANE HANNO EMESSO DEBITO TRAVESTITO DA AUMENTO DI CAPITALE 2. I PM DI SIENA HANNO LA PROVA, DOPO AVER INTERROGATO I BANCHIERI DI JPMORGAN, CHE L’OPERAZIONE “FRESH” DA 1 MILIARDO FATTA NEL 2008 PER TAPPARE L’EMORRAGIA ANTONVENETA, ERA UN TRUCCO CHE CONSENTÌ ALLA FONDAZIONE DI TENERE IL 51% DI MPS 3. SIMILI OPERAZIONI SONO PROIBITE IN INGHILTERRA. MA IN ITALIA C’È UN VUOTO LEGISLATIVO, SFRUTTATO DALLE BANCHE STRANIERE PER INCASSARE COMMISSIONI DA PAURA 4. PERCHÉ I DUE SONNOLENTI VEGAS E VISCO NON INDAGANO SULLE BANCHE CHE HANNO FATTO AUMENTI DI CAPITALE IN QUESTI ANNI DI CRISI?

1. DAGOREPORT
Superbonus per Dagospia

La Magistratura sostiene che le clausole di "indemnity" collegate all'obbligazione "fresh" emesse dal Monte dei Paschi sono illegali. Detta così non si capisce niente, vediamo di renderla più semplice. È come se qualcuno avesse fatto un mutuo ipotecando la casa ma non avesse mai dichiarato la garanzia stessa a nessuno.

Il reato consisterebbe proprio in questo occultamento dell' "ipoteca" alle autorità di vigilanza ed al mercato. Secondo molti banchieri londinesi questa interpretazione delle leggi cambierebbe radicalmente l'approccio della City alla finanza italiana. Infatti le banche d'investimento si erano mosse fino ad ora in un vuoto legislativo consentendo alle banche italiane, non solo ad MPS, di aumentare il capitale tramite operazioni simili.

A Londra si mormora che non solo le obbligazioni "fresh" siano state effettuate in questo modo ma anche il 90% degli aumenti di capitale delle banche italiane. Infatti mentre Saccomanni e Draghi dormivano beatamente in Bankitalia i banchieri italiani si rivolgevano alle banche straniere per effettuare aumenti di capitale in piena tempesta finanziaria.

Il gioco era semplice: le banche straniere si offrivano di "garantire" il collocamento delle azioni di nuova emissione, alle banche Italiane era chiesto di emettere con forte sconto sul corso azionario, una volta stabilito il prezzo di emissione il consorzio di collocamento vendeva allo scoperto (o faceva vendere ad un'altra banca comprando un'assicurazione) le azioni sul mercato.

Quando avveniva l'aumento di capitale vero e proprio le banche collocatrici compravano dalla banca Italiana le azioni ma senza rischio, avendole già vendute agli ignari risparmiatori italiani che vedevano il prezzo delle azioni crollare irrimediabilmente. Ma dato che l'operazione anche così presentava qualche rischio residuale per le banche straniere nei contratti di collocamento compaiono clausole simili, se non proprio uguali, a quelle sanzionate dalla magistratura nel caso MPS. Questa tecnica è abbastanza nota in Inghilterra tanto che è espressamente vietata dalle autorità di controllo inglesi ma non da quelle italiane che dormono beatamente.

Chi potrebbe aver usato questa tecnica per fare il gioco tre carte truccando un prestito per un aumento di capitale? Se fossi la Consob o Bankitalia e non fossi afflitto da narcolessia come Vegas o Visco comincerei dalle banche che hanno effettuato aumenti di capitale negli ultimi 3 anni con un forte sconto sul corso del titolo. Magari è tutto in ordine ma visto che siamo in presenza di un reato "fresh(co) fresh(co)" vorremmo evitare che Bankitalia in futuro ci risparmiasse i " non lo sapevo" del caso MPS.

2. MPS E LA MISSIONE DEI MAGISTRATI A LONDRA DA JP MORGAN
F.Mas. per il "Corriere della Sera"

L'operazione «Fresh» da circa 1 miliardo realizzata da Mps con Jp Morgan nel 2008 non sarebbe stato una parte dell'aumento di capitale da 6 miliardi necessario per pagare Antonveneta, ma un vero e proprio prestito. A questa ipotesi il pm di Siena Aldo Natalini - titolare dell'inchiesta insieme con Antonino Nastasi e Giuseppe Grosso - avrebbe trovato ieri conferma da alcuni interrogatori di funzionari di Jp Morgan sentiti a Londra per rogatoria. Quella parte di aumento sarebbe stata in realtà un finanziamento per la presenza di contratti collegati - le indemnity - ma tenuti nascosti alla Banca d'Italia.

L'indemnity - che scarica su Mps l'obbligo di pagare le cedole sul bond «Fresh» collegato alle azioni Mps formalmente sottoscritte da Jp Morgan - secondo Via Nazionale fa venir meno il carattere di capitale quantomeno a una parte di quel miliardo. Se fosse stato dichiarato, avrebbe fatto scendere il patrimonio di vigilanza sotto i minimi. I riscontri degli interrogatori di ieri, cui hanno partecipato anche ufficiali del nucleo valutario della Guardia di Finanza guidato dal generale Giuseppe Bottillo, avrebbero confermato questa interpretazione.

Nella fase dell'acquisizione di Antonveneta Jp Morgan è stata tra gli istituti più vicini sia alla banca sia alla Fondazione Mps, di cui era advisor proprio per le operazioni straordinarie dell'istituto. La Fondazione pagò all'istituto Usa, fra l'altro, 4 milioni di euro di commissione di incentivo per avere impostato un'operazione - appunto il «Fresh» - che consentì all'ente di mantenere il 51% di Mps. Con quest'ultimo atto, che illumina il ruolo delle banche estere, l'inchiesta Mps si avvicina alla chiusura, attesa per fine mese.

 

 

ANTONIO RIZZObankitalia big CONSOB giuseppe vegas NAPOLITANO VISCO DRAGHI GIUSEPPE MUSSARI E MARIO DRAGHI jpegJPMORGAN SEDE CENTRALE MONTE DEI PASCHI DI SIENA

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA GIÀ PRONTO IL DISCORSO (“HO SALVATO IL MONDO”) E INVECE HA DOVUTO FARE PIPPA DI FRONTE AL NIET DEL PRESIDENTE RUSSO ALLA TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA – ZELENSKY COTTO E MANGIATO: “SE NON SEI AL TAVOLO DEL NEGOZIATO, SEI NEL MENÙ” – LE SUPERCAZZOLE DEL TYCOON SU IRAN E ARABIA SAUDITA E LA PRETESA DELL’EX AGENTE DEL KGB: ACCETTO IL CESSATE IL FUOCO SOLO SE FERMATE GLI AIUTI ALL’UCRAINA. MA TRUMP NON POTEVA GARANTIRE A NOME DELL’EUROPA – DOPO IL SUMMIT A GEDDA DI DOMENICA PROSSIMA CI SARÀ UNA NUOVA TELEFONATA TRA I DUE BOSS. POI L’INCONTRO FACCIA A FACCIA…

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO…