LIGRESTI MEDIOSBANKA NAGEL - “LA VERA STORIA DI FONSAI ANCORA DEVE ESSERE SCRITTA” - TUTTA LA FAMIGLIA LIGRESTI FINISCE INDAGATA E DON SALVATORE SPARA UN MONITO CHE HA UN DESTINATARIO PRECISO: MEDIOBANCA PER MOLTI ANNI A FIANCO DELLA FAMIGLIA SALVO POI SOSTENERE UNIPOL NELLA BATTAGLIA PER SFILARE AI LIGRESTI LA PROPRIETÀ DELLA COMPAGNIA…

1 - FONSAI: INDAGATI ANCHE FIGLI DI SALVATORE LIGRESTI
(ANSA) - Gli avvisi di garanzia per infedeltà patrimoniale sono stati notificati questa mattina, fra gli altri, anche ai figli di Salvatore Ligresti, Paolo, Jonella e Giulia. I tre erano già indagati dalla Procura di Torino per falso in bilancio e ostacolo all'attività degli organi di vigilanza.

Oltre ai figli di Ligresti, gli avvisi di garanzia per infedeltà patrimoniale sono stati notificati ad altre quattro persone, manager e componenti del comitato esecutivo del gruppo all'epoca dei fatti contestati, anch'essi già indagati dalla Procura di Torino per falso in bilancio e ostacolo all'attività degli organi di vigilanza.

Si tratta di Emanuele Erbetta, ex amministratore delegato, e di Fausto Marchionni, Antonio Talarico e Vincenzo La Russa. Delle persone indagate la scorsa estate, nel nuovo filone di indagini della Procura di Torino non compare soltanto il nome di Massimo Pini, il consigliere di fiducia di Salvatore Ligresti morto nei mesi scorsi.


2 - LIGRESTI NON CI STA: "ABNORME LA RICHIESTA DI RISARCIMENTO"
Vi.P. per "la Repubblica"

«La vera storia e la ricostruzione dei fatti e dei soggetti che hanno inciso sulla gestione di Fondiaria Sai ancora deve essere scritta». Don Salvatore non ci sta ad essere messo alle corde e passa all'attacco il giorno dopo la convocazione delle assemblee di Fonsai e Milano per l'azione di responsabilità verso i vecchi azionisti (e alcuni amministratori) promossa dal commissario. Salvatore Ligresti ha reso noto «di aver dato mandato ai propri legali di predisporre le più idonee iniziative» e nello stesso comunicato ribadisce che «le operazioni ivi contestate, peraltro in modo generico, sono sempre state poste in essere nell'interesse di tutti gli stakeholder».

Respinte al mittente, dall'attuale presidente onorario, anche le accuse di aver guadagnato somme ingenti e sproporzionate. E se il commissario ad acta aveva definito abnormi i compensi, Don Salvatore qualifica come «del tutto abnorme e privo di puntuale allegazione e riscontro il reclamato importo di alcune centinaia di milioni di euro».

Sempre ieri intanto l'Adusbef ha reso noto di aver depositato nei giorni scorsi alla Procura di Torino - ad integrazione di precedenti denunce su Fonsai - una documentazione in cui chiede l'estensione delle indagini agli esponenti aziendali dell'assicurazione, di Unicredit e Mediobanca, oltre che di Consob e Isvap.

Il commissario straordinario aveva motivato la sua richiesta dell'azione di responsabilità con tre ordini di elementi: la vendita di Atahotels, le operazioni immobiliari e gli introiti per consulenze e compensi, tra cui la sponsorizzazione del cavallo di Jonella. Proprio quello che troneggia sul profilo Facebook di Jonella, dove c'è la foto di un cavallo che salta l'ostacolo (cavalcato da Jonella) e in primo piano, per tre volte, il logo dello sponsor, Fondiaria Sai.


3 - FONSAI, PARLA LIGRESTI "OPERAZIONI CONTESTATE A FAVORE DI TUTTI I SOCI"
Luca Fornovo per "La Stampa"

Salvatore Ligresti, ex patron di Fonsai, non ci sta a finire sul banco degli imputati con l'accusa, scritta nero su bianco dal commissario ad acta di Fondiaria Sai, Matteo Caratozzolo, di aver provocato centinaia di milioni di danni a Fonsai attraverso operazioni e consulenze condotte nell'interesse esclusivo suo e della sua famiglia.

Così, in modo inusuale per un uomo che ha coltivato a fianco di Enrico Cuccia il dogma della riservatezza, ha scritto in una nota che le operazioni «contestate, peraltro in modo generico, sono sempre state poste in essere nell'interesse di tutti gli stakeholders». Ragion per cui, «respingendo ogni strumentale addebito», risulta «del tutto abnorme e privo di puntuale allegazione e riscontro, il reclamato importo di alcune centinaia di milioni di euro».

La presa di posizione di Ligresti arriva dopo che martedì Fonsai e Milano Assicurazioni hanno convocato le assemblee, il 13 e il 14 marzo, per votare sull'azione di responsabilità nei confronti di Ligresti, dei suoi tre figli e di altri dodici tra consiglieri e sindaci delle due compagnie. Caratozzolo accusa Ligresti, con i suoi fedelissimi in consiglio, di aver posto in essere una miriade di operazioni a danno del gruppo Fonsai» e a vantaggio della famiglia siciliana. Inclusi i 40 e passa milioni di consulenze a Ligresti e i 4,7 milioni di sponsorizzazioni al cavallo della figlia Jonella, il conto per Fonsai «è ingentissimo, nell'ordine di centinaia di milioni di euro».

Ma oltre ad «aver dato mandato ai legali di predisporre le più idonee iniziative», l'ingegnere siciliano aggiunge una postilla che suona come un avvertimento: «La vera storia e ricostruzione dei fatti e dei soggetti che hanno inciso sulla gestione di Fonsai ancora deve essere scritta».

Un monito che sembrerebbe avere un destinatario preciso: Mediobanca per molti anni a fianco della famiglia salvo poi sostenere Unipol nella battaglia per sfilare ai Ligresti la proprietà della compagnia. Una scelta fatta quando è diventato palese che i Ligresti stavano distruggendo Fonsai, mettendo a rischio anche il miliardo di crediti erogati da Mediobanca. Lo scontro con Mediobanca ha portato due figli di Salvatore, Jonella e Paolo, a rivolgersi al pm Luigi Orsi, per parlare del «papello» il presunto accordo segreto sulla buonuscita da 45 milioni accordata da Alberto Nagel e costato all'ad di Mediobanca l'iscrizione nel registro degli indagati per ostacolo all'attività di vigilanza.

 

ALBERTO NAGEL E SALVATORE LIGRESTIALBERTO NAGEL Salvatore LigrestiFONSAILA SEDE DI FONDIARIA SAI jonella e salvatore ligresti

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