1. TUTTO IL POTERE A MAURO MORETTI! DOPO AVER SALVATO TRENITALIA E STRACCIATO I TRENINI DI MONTEZUMA, MORETTI RICEVE DA LETTA L’INCARICO PIU’ DIFFICILE: SALVARE ALITALIA 2. RIUSCIRANNO I NOSTRI EROI A FAR DECOLLARE IL PROGETTO DI METTERE INSIEME TRENITALIA E ALITALIA PER POI QUOTARE IN BORSA LA NUOVA SOCIETÀ? ALTERNATIVE NON CI SONO: AIRFRANCE-KLM PONE CONDIZIONI CAPESTRO PER PRENDERSI TUTTA ALITALIA 3. PATUANO, CHE SI È SEMPRE LAMENTATO DELL’ECCESSO DI POTERE NELLE MANI DI BERNABÈ, HA SETTE MESI PER DIMOSTRARE CHE SA MUOVERE I PEDALI SULLA BICICLETTA 4. A LAMPEDUSA VA AGGIUNTO IL NAUFRAGIO DEL MINISTRO DELLA DIFESA MARIO MAURO

1. TUTTO IL POTERE A MAURO MORETTI!
Gli uscieri del palazzo-obitorio delle Ferrovie dello Stato sono profondamente incazzati.
Con un gesto di brutale teatralità Mauro Moretti li ha bloccati sull'uscio quando stamane si è recato a Palazzo Chigi per incontrare Enrichetto Letta ed esporre la sua strategia che dovrebbe tirare fuori dai guai l'Alitalia di Colaninno e dei patrioti.

L'ira degli uscieri è comprensibile perché fin dal 26 settembre scorso hanno capito che l'ipotesi avanzata da quel sito disgraziato di Dagospia di una possibile fusione tra le due aziende era tutt'altro che fantasiosa. Quel giorno infatti il ministro dei Trasporti Lupi era tornato a mani vuote da Parigi dopo l'incontro con il suo collega francese Cuvillier, e aveva capito che le "condizioni molto severe" di Air France avrebbero scatenato la fine del mondo con i sindacati.

Dopo poche ore il politico di Comunione&Fatturazione ,da sempre in sintonia con il capo delle Ferrovie, ha cambiato registro. E la stessa cosa ha fatto l'ex-sindacalista di Rimini ,che dopo aver dichiarato "abbiamo ben altro a cui pensare", ha fatto capire che l'idea di gonfiare le mammelle della sua azienda con la fusione di Alitalia poteva diventare una realtà.

Per dimostrare la sua apertura nei confronti del Sistema Italia e la sensibilità verso il Paese proprio alla fine di settembre Moretti ha siglato un accordo con la Lega delle Cooperative Sociali mettendo a disposizione in 480 stazioni inutilizzate per attività ferroviarie, degli spazi destinati a progetti per soggetti deboli. Anche questo gesto gli è valso l'ammirazione dei partiti di sinistra e in particolare di quei leader come D'Alema con il quale Moretti assiste la domenica ai trionfi della AS Roma.

Ciò che in questo momento più lo eccita è l'idea di spiegare al tavolo del governo che le Ferrovie sono l'unico soggetto in grado di salvare Alitalia. Per farlo può sciorinare il repertorio dei successi degli ultimi mesi partendo da luglio quando le Ferrovie lanciarono sul mercato un bond di 750 milioni che andò immediatamente esaurito con ordini per 2,5 miliardi. Poi avrà gioco facile a dimostrare che nell'Alta Velocità ha letteralmente messo alle corde Ntv, la società di Luchino e dei suoi compagni di merenda dalla quale nei giorni scorsi si è dimesso l'amministratore delegato (ex-amico-nemico di Moretti) Giuseppe Sciarrone.

Quest'ultimo ha tentato in modo patetico di difendere le sue ragioni in un'intervista quotidiano "Il Fatto" dove secondo gli uscieri ci sono affermazioni quasi demenziali. Il manager dimissionato lamenta l'assenza di gare vere "nelle quali i potenziali concorrenti partono tutti alla pari", ma dimentica che la stessa Ntv ha ottenuto la concessione per i treni "Italo" senza alcuna gara. Va detto comunque a sua difesa che Sciarrone ha sempre chiesto di avere un management esperto in finanza e nel marketing, ma le sue istanze sono state ignorate.

Con il successo del bond lanciato a luglio e la distruzione di Ntv, Moretti può sedersi al tavolo del governo e dire finalmente che "niente è impossibile",e può farlo prendendosi gioco di quel Corradino Passera che continua a vedere la compagnia dei patrioti... in equilibrio aziendale. Nessuno crede a questa affermazione, tantomeno i francesi di AirFrance che per dimostrare il loro scetticismo nei confronti dell'Italia hanno mandato a Roma il direttore finanziario Philippe Calaviar (un manager che lavora nella società di Parigi dal 1992) senza scomodare i numeri uno della società francese.

Nella sua infinita miseria Dagospia ha appurato che anche le banche italiane, prima di tutte Mediobanca, non hanno alcuna intenzione di partecipare al banchetto delle ghiande con cui il povero amministratore delegato Del Torchio cerca di arrivare alla fine dell'anno. Se poi qualcuno come il vicepresidente della Compagnia italiana, Salvatore Mancuso (socio con la sua Equinox del 3,8%), continua a sognare l'ingresso di Aeroflot e degli arabi di Ethiad, questo fa parte di una visione penosa e generosa che tenta di salvare la faccia alla cordata dei patrioti.

Moretti, da parte sua, è consapevole che ha tra le mani un bel gettone da spendere per la sua carriera. Per nulla intimorito dalle riserve espresse oggi sul "CorriereEconomia" dall'ex-presidente Cipolletta sull'intervento dell'Antitrust di fronte alla fusione tra l'azienda dei treni e quella degli aerei, può calare sul tavolo del governo il progetto di mettere insieme Trenitalia e Alitalia per poi quotare in Borsa la nuova società trovando un marchingegno giuridico che aggira l'Antitrust e utilizza le forbici già usate per tagliare 20mila ferrovieri. Se poi AirFrance-Klm vorrà far parte della partita per mettere carburante transatlantico dentro la Compagnia aerea, sarà il governo a prendere la decisione finale. A lui bastera' prendersi nuova gloria.

2. PATUANO CHE SI È SEMPRE LAMENTATO DELL'ECCESSO DI POTERE NELLE MANI DI BERNABÈ. ADESSO HA SETTE MESI PER DIMOSTRARE CHE SA MUOVERE I PEDALI SULLA BICICLETTA TANTO DESIDERATA
Nessuno tra le migliaia di dipendenti che hanno ricevuto la lettera d'addio di Franchino Bernabè si è suicidato per il dolore.
E lo stesso atteggiamento si è registrato nel mondo della politica e della finanza. Perfino il presidente della Cassa Depositi e Prestiti, Franco Bassanini, che ha sempre polemizzato con Franchino sull'ipotesi dello scorporo, durante un convegno che si è svolto sabato a Capri si è spinto a dire che lo scorporo della Rete "potrebbe essere imposto e questa decisione non avrebbe nulla di sconvolgente".

Nel mondo delle banche la fine di Bernabè era scontata da tempo. Chi vuole fissare le origini delle ostilità nei confronti del manager di Vipiteno può anche risalire alle esternazioni di Cesarone Geronzi che ha sempre considerato l'ex-presidente di Telecom inadeguato al suo compito.

Lo ha fatto anche quando era a Mediobanca ed è proprio dentro piazzetta Cuccia che si sta scrivendo il timing della governance per i prossimi mesi. Secondo questo calendario i vertici non si toccheranno fino ad aprile. Ciò significa che bisognerà aspettare quella data per assistere all'insediamento di Massimo Sarmi, il manager delle Poste dalle orecchie generose che pare abbia incontrato segretamente a Milano il boss di Telefonica Alierta.

Per adesso le deleghe operative restano nelle mani del fulvo Patuano che si è sempre lamentato dell'eccesso di potere nelle mani di Bernabè. Adesso ha sette mesi per dimostrare che sa muovere i pedali sulla bicicletta tanto desiderata. Poi arriveranno i nuovi padroni di Telefonica che ,dopo aver ritagliato le deleghe per Sarmi, dovranno rimboccarsi le maniche e far capire al popolo bue degli azionisti se Telecom dopo lo scorporo e lo spezzatino di Tim Brasil avrà ancora ragione di esistere.

3. A LAMPEDUSA VA AGGIUNTO IL NAUFRAGIO DEL MINISTRO DELLA DIFESA MARIO MAURO
Nonostante le immagini scioccanti delle bare e dei cadaveri di Lampedusa, il ministro della Difesa Mario Mauro continua a tacere.
Sull'isola si sono precipitati Alfano, la Boldrini e la Bonino, ma questo filosofo cattolico vicino da sempre a "Comunione&Fatturazione", finora non ha fatto alcuna "scelta civica". Eppure cominciano ad aumentare le voci di chi, al di là dei presunti ritardi nei soccorsi, ritiene che le iniziative di Bruxelles potrebbero essere precedute da qualche decisione opportuna nell'ambito della Difesa.

Due ammiragli (Giuseppe De Giorgi, Capo di stato maggiore della Marina, e Falco Accame, ex-presidente della Commissione Difesa della Camera) sono scesi in campo per sostenere che in attesa dell'Europa si potrebbero mettere da parte un po' di quattrini destinati agli F35 e aumentare il numero delle motovedette.

Colpisce in particolare ciò che ha detto ieri il Capo della Marina Giuseppe De Giorgi quando ha sostenuto in un'intervista al "Corriere della Sera" che è pronto un progetto per 14 nuove unità di soccorso, pattugliatori di nuovissima concezione. Di fronte alla sua rivelazione l'ineffabile ministro Mauro si è detto convinto che governo e Parlamento non si tireranno indietro davanti all'eventualità di una nuova legge navale.

È un po' poco, anzi troppo poco perche' se è vero che il governo ha salvato Finmeccanica per tenere in piedi il patrimonio della tecnologia italiana, forse è arrivato il momento di dimostrare che questi quattrini non servono solo a fabbricare armi e a salvare la poltrona del ragioniere Pansa, ma anche le vite dei disperati.

4. BINI SMAGHI PER MORGAN STANLEY
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che una piccola folla di pariolini si è riunita sabato mattina al bar Euclide per congratularsi con Lorenzo Bini Smaghi.
È abitudine del banchiere prendere ogni sabato il caffè con la moglie in questo bar che si trova a due passi dal triangolo d'oro dove abita accanto alle monocamere lussuose di Corradino Passera e Vittorio Grilli. L'attesa è stata vana perché probabilmente il fiorentino Bini Smaghi è volato a Londra nella sede di Morgan Stanley dove secondo quanto scritto sul settimanale "MilanoFinanza", l'ex-consigliere BCE è entrato con il ruolo di non-executive director nella banca americana".

 

ROSSELLA MAURO MORETTI DALEMA GIANNA FREGONARA ENRICO LETTA MAURO MORETTI AL MATRIMONIO DI PAOLA DE MICHELI dalema moretti foto mezzelani gmt dalema moretti foto mezzelani gmt MORETTI E MONTEZEMOLO alitalia vignettaALITALIAPellegrino Capaldo e Giuseppe Sciarrone Giuseppe Sciarrone Corrado Passera GABRIELE DEL TORCHIOSalvatore Mancuso Bernabe e marco patuano Lorenzo Bini Smaghi Ministro Mario Mauro Bini Smaghi Testa

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