UN CONFLITTO DI PASSERA (NON PROPRIO SERENISSIMA) - PERCHÉ INTESA SANPAOLO HA DECISO DI PRENDERE IL CONTROLLO DELL’AUTOSTRADA BRESCIA-PADOVA? - UN PERCORSO AUTOSTRADALE INIZIATO DAL BANCHIERE PASSERA, CON IL SUO FIDO VICE, MARIO CIACCIA - CHE SUCCEDERÀ L’ANNO PROSSIMO, QUANDO SCADRÀ LA CONCESSIONE PER LA GESTIONE DELLA SERENISSIMA? I TERMINI DEL RINNOVO SONO DA ANNI AL CENTRO DI UNA CONTROVERSIA TRA LA SOCIETÀ LOMBARDO-VENETA E IL GOVERNO - SONO IN BALLO 3 MLD €...

Vittorio Malagutti per "il Fatto quotidiano"

Intesa scala l'autostrada. Sì, proprio così, la prima banca italiana sta per prendere il controllo della Brescia-Padova, meglio nota come Serenissima, una delle arterie più trafficate dell'intera rete nazionale. L'ultimo affondo risale a pochi giorni fa, quando l'istituto milanese, affiancato per l'occasione dall'azienda di costruzioni Astaldi, ha prenotato il 7,4 per cento del capitale della Serenissima messo in vendita dal comune di Padova e da quello di Vicenza. Se quest'ultimo affare andrà in porto, i due alleati si troveranno presto in maggioranza, visto che già controllano oltre il 42 per cento dell'autostrada, di cui il 33 per cento circa fa capo a Intesa.

Domanda: che se ne fa una banca di un'autostrada? In tempi di crisi gli istituti tendono a smobilizzare capitale. E invece il gruppo creditizio guidato da Enrico Cucchiani si muove, almeno in questo caso, nella direzione opposta. Tanto più che la stessa Intesa controlla partecipazioni, per esempio, anche nella società che sta costruendo la nuova Brescia-Bergamo-Milano (Brebemi) e in quella per la Pedemontana lombarda. Non è solo una questione di bilancio.

La presenza in forze nella Serenissima rischia di creare qualche imbarazzo anche nel governo. Già, perchè il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera e il suo vice Mario Ciaccia sono i due manager che hanno deciso e gestito l'espansione di Intesa nel settore autostradale. Passera, in qualità di numero uno della banca. Ciaccia come amministratore delegato della Biis, la controllata di Intesa attiva nel finanziamento delle infrastrutture.

Il fatto è che ora le vicende della Serenissima rischiano di seguire i due banchieri anche adesso che hanno traslocato nella squadra dei tecnici reclutati da Mario Monti. L'anno prossimo, infatti, scade la concessione per la gestione del tratto autostradale tra Brescia e Padova. Fin dai tempi di Berlusconi premier, i termini del rinnovo sono al centro di una complicata controversia tra la società lombardo-veneta e il governo di Roma.

Per farla breve, c'è il rischio che la concessione venga messa a gara, così come chiede l'Unione europea. L'incertezza è un guaio per la Serenissima, perchè le banche, con in testa Intesa, non danno luce verde ai finanziamenti promessi se non hanno ben chiaro il destino dell'azienda.

Le somme in gioco sono enormi. Il piano di investimenti vale quasi 3 miliardi e la società di gestione ha già debiti per oltre 500 milioni. Per di più gran parte degli altri azionisti sono enti locali, come la provincia di Vicenza e il comune di Verona (entrambi a guida leghista), che preferirebbero destinare altrove le scarse risorse di cui dispongono. Il rinnovo della concessione è quindi decisivo per il futuro della Serenissima. La questione tornerà di sicuro sui tavoli di governo.

E così Passera e Ciaccia saranno costretti a metter mano a un business che hanno gestito in prima persona nella loro vita precedente. Peraltro anche Astaldi, alleata di Intesa nella vicenda, può contare su importanti finanziamenti di Biis. L'ingresso in forze della banca milanese nell'autostrada Brescia-Padova, che risale a due anni fa, non è altro che l'eredità di un affare finito male. L'istituto aveva finanziato a piene mani l'imprenditore bresciano Mario Gambari che conquistò il controllo della Serenissima diversificando l'attività anche in altri settori, tra cui le telecomunicazioni.

A Gambari faceva capo un groviglio intricatissimo di holding, subholding e società, in parte intestate a fiduciarie e anche a una finanziaria con base sull'isola di Malta. L'ingresso in forze della concessionaria autostradale nelle tlc si è alla fine rivelato un colossale flop e Gambari è arrivato molto vicino al dissesto.

Alla fine è intervenuta Intesa che si è presa le quote del suo debitore nell'autostrada. L'ex socio di riferimento di Serenissima però non è uscito di scena, come molti si aspettavano. L'imprenditore finito sull'orlo del dissesto, ormai con una partecipazione marginale nel gruppo Serenissima, è stato confermato nell'incarico di consigliere delegato.

Non solo. Gambari è stato di recente nominato presidente della Venezia-Padova, la società che fino al 2009 gestiva l'omonima autostrada e poi ha perso la concessione. L'azienda, di fatto inattiva, ha in cassa oltre 100 milioni e potrebbe diventare una sorta di holding nei futuri assetti azionari della Serenissima, con la partecipazione, oltre ad Astaldi, di altri costruttori come il gruppo Mantovani e anche Gavio , che è già il secondo gestore autostradale italiano dopo Atlantia dei Benetton, con una forte presenza soprattutto nel nordovest. Qualunque sviluppo futuro è però condizionato all'esito della controversia sulla concessione della Serenissima. A sua volta legato a un possibile intervento del governo.

I giochi ancora aperti sulla Brescia Padova farebbero parte di un riassetto più completo che riguarda l'intera rete del Nord. Qui è Gavio che punta a mettere insieme le sue tessere del mosaico con altri pezzi, come per esempio la Serravalle per cui la provincia di Milano sta cercando nuovi soci forti, e la futura Pedemontana lombarda. Ancora una volta sarà centrale il ruolo di Intesa, sia come socio sia come finanziatore. Altro lavoro per Passera e Ciaccia, ex banchieri con il pallino delle infrastrutture.

 

 

CORRADO PASSERA MARIO CIACCIA jpegAUTOSTRADA Marcellino Gaviogilberto benetton 01 lapRINO MARIO GAMBARI RINO MARIO GAMBARI E MARIO CIACCIA

Ultimi Dagoreport

nicola calipari giuliana sgrena nicolo pollari

DAGOREPORT – PIENONE DI AUTO BLU STASERA ALL’AUDITORIUM DI ROMA: DA MELONI E MANTOVANO A GIULI E BERNINI, TUTTI IN FILA PER ASSISTERE ALLA PRIMA DE “IL NIBBIO”, IL FILM ISPIRATO ALLA MORTE IN IRAQ DELL’AGENTE DEL SISMI, NICOLA CALIPARI, UCCISO NEL 2005 MENTRE STAVA RIPORTANDO IN ITALIA LA GIORNALISTA DEL “MANIFESTO”, GIULIANA SGRENA - A VENT’ANNI DALLA TRAGEDIA, RENDE OMAGGIO A CALIPARI ANCHE SERGIO MATTARELLA: “LE SPIEGAZIONI DELLA SUA MORTE PERMANGONO TUTTORA NON ESAURIENTI” - ESSÌ, LA VERITÀ NON È MAI VENUTA FUORI. SE IL SOLDATO AMERICANO HA SPARATO PER ERRORE, È ALTRETTANTO VERO CHE NESSUNO L’AVEVA AVVERTITO DEL PASSAGGIO DELLA TOYOTA - QUINDI, LA DOMANDA: COME MAI LA NOTTE DEL 4 MARZO 2005 LA TOYOTA SU CUI VIAGGIAVANO CALIPARI E SGRENA NON ERA STATA SEGNALATA DALL’INTELLIGENCE ITALIANA AGLI ALLEATI AMERICANI? LA RAGIONE PIÙ PROBABILE È QUESTA….

donald trump giorgia meloni vertice europeo

DAGOREPORT - ADDIO ALLA LOVE-STORY CON TRUMP, MELONI DOVRÀ ACCONTENTARSI DI UN POSTO DI SECONDA FILA DIETRO A MACRON E STARMER - COME NELLA FOTO UFFICIALE DEL SUMMIT DI LONDRA: SBATTUTA IN UNA POSIZIONE "PERIFERICA" (MA GIÀ ALL’INSEDIAMENTO DI TRUMP ROSICO' PER ESSERE STATA RELEGATA IN FONDO ALLA SALA, ACCANTO AL BOSS ARGENTINO JAVIER MILEI) -E QUANDO, PRIMA DEL SUMMIT DI LONDRA, LA DUCETTA HA TELEFONATO A KING DONALD PER UN INCONTRO ALLA CASA BIANCA (AL PARI DI MACRON E STARMER) E' STATA RIMBALZATA CON UN "SE VEDEMO": IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA, CHE HA IN MENTE DI MOLLARE NATO E ONU, SE NE FOTTE DI ASCOLTARE PIPPE SUL "TENERE UNITA LA NATO" E "MANTENERE IL DIALOGO USA-UE” - SE PER L’UCRAINA SI FA DURISSIMA DOPO LO STOP AI RIFORNIMENTI DI ARMI, ANCHE PUTIN HA I SUOI GUAI: I GIOVANI RUSSI SONO SEMPRE PIÙ RESTII A FARSI AMMAZZARE PER IL DONBASS...

alessandro giuli arianna meloni fabia bettini federico mollicone fazzolari giovanbattista giovan battista

DAGOREPORT - E’ SCOPPIATO UN NUOVO “CASO GIULI”, ACCUSATO DA “LA VERITÀ” DI ESSERE “STATO DAVVERO GENEROSO CON LE INIZIATIVE CINEMATOGRAFICHE DELLA SINISTRA ITALIANA”. A PARTIRE DA FABIA BETTINI, ATTIVA DA OLTRE 15 ANNI NEL CINEMA, REA DI ESSERE LA SORELLA DI GOFFREDO (CI SONO SORELLE E SORELLE), PER FINIRE AI FONDI PER “VIDEOCITTÀ” DI FRANCESCO RUTELLI - GIULI QUERELA “LA VERITÀ” MA IL GIORNO DOPO RINCULA, ‘’COMMISSARIATO’’ DA PALAZZO CHIGI - UNO SCAZZO CHE FA VENIRE A GALLA UNA LOTTA INTERNA AI ‘’CAMERATI D’ITALIA’’ CHE HANNO SEMPRE BOLLATO GIULI COME CORPO ESTRANEO ALLA FIAMMA, CACCIATO A SUO TEMPO DAI “GABBIANI” DI COLLE OPPIO (GODE MOLLICONE CHE SOGNAVA IL MINISTERO DELLA CULTURA) - LA “MERITOCRAZIA”, DI CUI SI RIEMPIVA LA BOCCUCCIA LA DUCETTA, È STATA SEMPLICEMENTE SPAZZATA VIA DALL’APPARTENENZA POLITICA: SEI CON NOI, OK; SE SEI CONTRO, NIENTE FONDI - MENTRE SI SCRIVONO MINCHIATE SUI “COMUNISTI DEL CIAK”, IL MINISTERO DELLA SANTANCHÉ È FINITO AL CENTRO DELLE INDAGINI DELL’ANAC, L’AUTORITÀ NAZIONALE ANTICORRUZIONE, PER FONDI DESTINATI A FESTIVAL DI CINEMA ORGANIZZATI DA TIZIANA ROCCA E GABRIELLA CARLUCCI…

donald trump giorgia meloni keir starmer emmanuel macron

SI ANNUNCIANO TEMPI SEMPRE PIU' DURI PER LA GIORGIA DEI DUE MONDI - AL SUMMIT DI LONDRA, STARMER E MACRON HANNO ANNUNCIATO UN PIANO DI PACE ASSIEME AD ALTRI PAESI (GERMANIA, POLONIA, SPAGNA, ETC) - PREMESSO CHE PUTIN È L'AGGRESSORE E IL SUPPORTO ALL'UCRAINA SARA' FINO ALLA FINE, IL LORO PIANO DI PACE HA BISOGNO DELLA NUOVA AMERICA DI TRUMP, MA NON È INDISPENSABILE LA SUA MEDIAZIONE - LA POSIZIONE ESPRESSA DA GIORGIA MELONI È STATA IL CONTRARIO AL PENSIERO DI FRANCIA E GRAN BRETAGNA: IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA È INDISPENSABILE PER IL CESSATE IL FUOCO - AMORALE DELLA FAVA: LA DUCETTA A STELLE E STRISCE CI STA SOLO SE LA TRATTATIVA SI FA INSIEME CON IL PAZZO DI WASHINGTON (AUGURI!)

los angelucci del rione sanita - vignetta by macondo antonio giampaolo silvio berlusconi alessandro sallusti

IL CONVENTO DEGLI ANGELUCCI E’ RICCO MA PER I GIORNALISTI DEL “GIORNALE’’, "LIBERO” E “TEMPO” TIRA UNA BRUTTA ARIA - NIENTE PIU’ INVIATI SE NON ‘INVITATI’, NIENTE PIU’ AUTO CON NOLEGGIO A LUNGO TERMINE, OBBLIGO DI STRISCIARE IL BADGE IN ENTRATA, TOLTE PURE LE CIALDE DEL CAFFE’ - DIECIMILA EURO IN MENO PER VITTORIO FELTRI, NIENTE MANLEVA PER LE QUERELE (FILIPPO FACCI HA PAGATO 30MILA EURO PER UNA CAUSA) - SALLUSTI NON C’E’ E QUANDO C’E’ NON PARLA. E IN BARBA AL MELONISMO SENZA LIMITISMO (‘’VELINE’’ DI PALAZZO CHIGI A STRAFOTTERE), LE COPIE CALANO - NERVOSISMO PER L’INSERTO ECONOMICO DI OSVALDO DE PAOLINI - L’ASSEMBLEA E LA PAROLA INNOMINABILE: “SCIOPERO”…