donald trump 2

FIATO ALLE TRUMP! A OTTOBRE NEGLI STATI UNITI SONO STATI CREATI ALTRI 128MILA POSTI DI LAVORO. IL TASSO DI DISOCCUPAZIONE È LEGGERMENTE SALITO DOPO AVER TOCCATO IL LIVELLO PIÙ BASSO DEGLI ULTIMI 50 ANNI, MA... – ANCHE LE PAGHE SONO CRESCIUTE DEL 3%. PER TRUMPONE NON È TUTTO ORO QUELLO CHE LUCCICA (IL PIL CRESCE MENO DI QUANTO VORREBBE), MA PER GLI AVVERSARI DEM LA CAMPAGNA ELETTORALE SARÀ DIFFICILE FARE LEVA SULL’ECONOMIA...

Paolo Mastrolilli per “la Stampa”

 

L' economia americana sta rallentando, ma non sembra avviata verso una recessione. Questo è il dato politico più significativo dei numeri sull' occupazione a ottobre, pubblicati ieri dal dipartimento al Lavoro, anche in vista delle presidenziali del prossimo anno che si giocheranno sullo sfondo della battaglia per l' impeachment di Donald Trump.

donald trump fischiato al nationals park di washington 4

 

Le Borse festeggiano: il Dow Jones ha fatto +1,11% e il Nasdaq +0,96% e prima di loro in giornata le piazze finanziarie europee si erano comportate allo stesso modo, inclusa Milano (Ftse Mib +1,06%). Alla vigilia gli analisti avevano previsto per gli Usa una creazione di posti compresa tra 75.000 e 85.000, e invece il mese scorso l' economia americana è riuscita a dare un lavoro a 128.000 persone. Il tasso di disoccupazione è salito al 3,6%, dopo aver taccato il livello più basso degli ultimi 50 anni, ma ciò è successo soprattutto perché la forza lavoro è tornata ad aumentare, grazie all' ottimismo generato dai buoni risultati degli ultimi anni. Anche le paghe sono cresciute del 3%, alimentando così i consumi che continuano a tenere in piedi l' economia degli Usa, nonostante la riduzione degli investimenti da parte degli imprenditori, la frenata globale e i problemi generati dalla guerra dei dazi.

 

trump donald trumpland

Il rallentamento in realtà è in corso anche in America, perché 128.000 posti sono sotto la media degli oltre 223.000 creati ogni mese nel 2018. Infatti questa settimana la Federal Reserve ha tagliato per la terza volta il costo del denaro.

 

La banca centrale però ha segnalato che ora si prenderà una pausa di riflessione (criticata dal presidente Trump che vorrebbe i tassi negativi anche negli Usa, come in Europa) proprio perché la Fed ritiene di aver compiuto i passi necessari, visto che i fondamentali non sembrano prospettare una recessione imminente.

donald trump hotel letto

 

Tutto ciò però va letto attraverso le lenti della politica, perché la compagna elettorale per la Casa Bianca è ormai in pieno svolgimento. Nel 2016 Trump aveva detto che l' economia americana con Obama cresceva troppo poco, e aveva promesso di far aumentare il Pil fra il 3 e il 4% su base annuale. Il dato più recente ha invece registrato un incremento dell' 1,9%, cioè in linea con i risultati dell' amministrazione precedente.

donald trump barack obama

 

In altre parole, chi ha chiuso un occhio sui comportamenti discutibili del presidente perché riteneva più importante avere un' economia florida, non sta ottenendo in cambio più di quanto aveva offerto Obama. La disoccupazione è scesa al minimo dell' ultimo mezzo secolo, ma stava già calando da quasi otto anni, e la creazione del lavoro sta tornando sui livelli dello scorso governo. Tutto ciò pone un dilemma agli elettori, e naturalmente anche ai candidati.

DONALD TRUMP CON DOUG WEAD ALLA CASA BIANCA

 

Se l' andamento dell' economia e dell' occupazione continuerà ai riti attuali, il risultato sarà certamente positivo, ma sarà anche sufficiente a garantire la rielezione di Trump? Oppure, di fronte ad una crescita che somiglia sempre più a quella dell' epoca di Obama, la gente comincerà a prestare più attenzione ad altre questioni, come l' inchiesta per l' impeachment appena formalizzata dal voto di giovedì alla Camera?

donald trump

Sono interrogativi a cui è difficile dare una risposta ora, ma la situazione potrebbe farsi più chiara se la frenata diventasse più marcata durante l' anno elettorale, soprattutto se Washington non riuscisse a concludere l' accordo commerciale che sta negoziando con Pechino. Questo è il motivo per cui Trump si agita e attacca la Federal Reserve, perché vorrebbe che la banca centrale lo aiutasse ad evitare il rischio di un rallentamento più marcato, se non la recessione.

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