UTILI DA SUPERLUSSO PER GUCCI – IL BRAND REGISTRA RICAVI PER 6,2 MILIARDI - GRAZIE ALLA CURA DI ALESSANDRO MICHELE E MARCO BIZZARRI, CHE HA ASFALTATO PRADA E LE ALTRE GRIFFE IN DEBITO DI CREATIVITA', RADDOPPIA GLI UTILI – LE PERFORMANCE POSITIVE IMPONGONO UN RIPENSAMENTO DELLE STRATEGIE DI PINAULT
Sara Bennewitz per la Repubblica
Alessandro Michele e Marco Bizzarri
La Gucci di Alessandro Michele e Marco Bizzarri è il più grande marchio del lusso per fatturato. Con 6,2 miliardi di ricavi, nel 2017 ha trainato i ricavi della capogruppo Kering a 15,477 miliardi. Con Bizzarri alla guida e Michele alla direzione artistica il marchio fiorentino ha vissuto un triennio di rinascita. Quando Bizzarri ha assunto le deleghe a fine 2014, Gucci fatturava 3,49 miliardi con un utile operativo di 1,056 miliardi. A fine 2017 l' utile operativo della griffe è balzato a 2,124 milardi e pari a una redditività record del 34,7% dei ricavi.
La straordinaria performance di Gucci, che rappresenta ormai due terzi dei profitti di Kering, impone al gruppo guidato da François- Henri Pinault di ripensare ancora una volta la sua strategia futura. Nel 2013 la vecchia Ppr, dopo aver dismesso i grandi magazzini Printemps e le vendite per catalogo della Redoute, ha consegnato ai suoi azionisti titoli della Fnac cambiando nome in Kering per concentrarsi sul lusso e sullo sportswear di Puma.
La prossima primavera, Pinault farà l' ultimo passo in questa direzione, distribuendo ai soci azioni della controllata Puma, concentrandosi esclusivamente sul lusso. Con l' uscita del brand sportivo, secondo gli esperti, Kering dovrà tornare a fare shopping di marchi di alta gamma per sostenere la crescita futura e per coltivare le Gucci di domani. A medio termine il gruppo, oltre all' euro forte, dovrà fare i conti con un fisiologico ridimensionamento della crescita dei brand di punta e con la perdita di Stella McCarteney.
Grazie a Gucci Kering ha chiuso il 2017 con una solida posizione finanziaria (3 miliardi di debiti a fronte di 3,4 miliardi di margine lordo) e flussi di cassa operativi in aumento a 2,3 miliardi. Detto questo, se il gruppo si imbarcasse in un' acquisizione di grandi dimensioni ( l' ultima di peso risale al 1999 quando comprò il 44% di Gucci, Ysl e Bottega Veneta), potrebbe anche scegliere di collocare in Borsa una quota di minoranza del gruppo guidato da Bizzarri.
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Del resto gli investitori sembrano premiare in Borsa le aziende monomarca: a Parigi Hermès ( 45,8 miliardi), che quanto a ricavi e a utili è più piccola delle griffe fiorentina, capitalizza quanto tutta la Kering ( 46,3 miliardi) che fino alla primavera ingloba al suo interno anche il 70% di Puma ( altri 4,8 miliardi sulla borsa di Francoforte).