VIENI AVANTI, IERVOLINO! – PER RILEVARE ‘’L’ESPRESSO’’ SONO BASTATI 5 MILIONI DI EURO, QUANDO TORINO FINO A POCO TEMPO FA L’OFFRIVA GRATIS AL FINANZIERE GUIDO MARIA BRERA - LA SVENDITA DELL’ESPRESSO GIACE NELLE PIEGHE DI UN ANTICO ASTIO VERSO UN MAGAZINE, SPECIALMENTE NELL’EPOCA DELLA DIREZIONE DI GIULIO ANSELMI, CAPACE DI FAR IMBUFALIRE CASA AGNELLI – COME MAI LA SOLIDARIETÀ VERSO I GIORNALISTI DELL’ESPRESSO ‘’VENDUTI’’ A IERVOLINO E' ARRIVATA DAI COLLEGHI SCIOPERANTI DI “REPUBBLICA” MA NON DA “LA STAMPA”?
DAGONEWS
A Danilo Iervolino rilevare l’Espresso è costato 5 milioni di euro, quando Torino fino a poco tempo fa l’offriva gratis al finanziere Guido Maria Brera, dopo che era fallito il tentativo di fusione del settimanale con l’Economist (proprietà Exor) per mancanza di giornalisti economici.
Aggiungere che per Elkann la perdita annua del settimanale era di un milione e mezzo annuo, una goccia in un bilancio di 200 milioni, e si comprende che la svendita dell’Espresso giace nelle pieghe di un antico astio verso un magazine, specialmente nell’epoca della direzione di Giulio Anselmi, capace di far imbufalire casa Agnelli.
MAURIZIO SCANAVINO E JOHN ELKANN
Ha stupito molti che la solidarietà verso i giornalisti dell’Espresso ‘’venduti’’ a Iervolino sia arrivata solo dai colleghi scioperanti di “Repubblica” mentre “La Stampa” e giornali locali sono usciti in edicola regolarmente. Alcuni dicono per non urtare la proprietà, visto che starebbe per far calare la mannaia degli esuberi, soprattutto in casa “Repubblica”. Altri vedono lo sciopero anche come protesta nei confronti del direttore Maurizio Molinari.
I PROGETTI DI SVILUPPO DI IERVOLINO E MASETTI CHE CONFERMANO TUTTO L’ORGANICO DEL SETTIMANALE
https://www.primaonline.it/2022/03/09/347055/espresso-media-e-il-nuovo-brand-targato-bfc/
Avrà una nuova sede a Milano la redazione dell’Espresso secondo i progetti del nuovo editore Bfc, che ha formalizzato l’offerta di acquisto a Gedi. La casa editrice di cui Denis Masetti ha venduto la maggioranza ad Danilo Iervolino, continuando però a esserne il gestore (Iervolino ha grandi ambizioni come editore ma non essendo un esperto vuole approfondire bene il business prima dì prenderne la responsabilità operativa) avrà sede in via Melchiorre Gioia all’ultimo piano dì un palazzo prospiciente il quartiere Gae Aulenti.
Secondo Bfc la redazione milanese dell’Espresso avrà molta rilevanza e sarà numerosa. Ancora da decidere dove troverà sede la redazione romana. Bfc oltre all’informazione politica vuole sviluppare la parte legata alla cultura, all’economia legata all’innovazione.
Gli accordi con Gedi per il passaggio di proprietà dello storico settimanale prevedono che tutto l’organico passerà a Bfc, che ha un progetto molto articolato per il nuovo Espresso Media (il nuovo brand) che significa una piattaforma che oltre al settimanale su carta con una potente presenza online, prevede una radio, contenuti video, podcast ed eventi. Insomma la formula dell’editoria moderna che terrà conto della diffusa competenza tecnologica che ha Jervolino.
L’Espresso continuerà ad uscire alla domenica insieme a La Repubblica, la pubblicità, finora un ricavo residuale, dovrebbe essere gestita dalla dinamica organizzazione interna a Bfc.