jack ma alibaba

VITA, FORTUNE E MILIARDI DI JACK MA, FONDATORE DI “ALIBABA” E SECONDO UOMO PIU’ RICCO DI CINA - NATO POVERO, BRUTTO COME LA FAME, HA STUDIATO GRAZIE ALL'AIUTO DI UN AMICO AUSTRALIANO - LA SUA PRIMA AZIENDA FALLÌ E TROVO’ UN POSTO STATALE MA UN INCONTRO FORTUNATO GLI HA CAMBIATO LA VITA - NON SAPEVA USARE IL PC: OGGI IL SUO WEB-MARKET VENDE MERCI AL MONDO

Angelo Aquaro per "Affari & Finanza - la Repubblica"

 

Il ragazzino che imparò l'inglese scorrazzando per il Lago dell' Ovest i pochi turisti occidentali dell'Hangzhou Hotel oggi è il primo o secondo uomo più ricco di Cina, miliardo più miliardo meno: ma questo è solo l'inizio.

JACK MAJACK MA

 

Perché se chiami la tua impresa Alibaba, la favola insegna che non ti stancherai mai di ripetere "Apriti Sesamo", e andare a caccia di altri tesori nella caverna. A fermarsi, del resto, uno come Jack Ma, l'inventore dell' anti-Amazon, non ci ha pensato mai. Quante vite ha vissuto? Ragazzo povero miracolato dalla beneficenza di uno dei tanti turisti incrociati, quando l' australiano Ken Morley cominciò a mandargli l'assegno che lo mantenne agli studi.

 

Giovane professore di inglese senza vocazione, che odiava insegnare la grammatica e preferiva riunire gli studenti più fidati di sera per fantasticare davanti a una birra di mille imprese da avviare in quell' angolo di Cina. Imprenditore costretto dal quasi fallimento della prima azienda a ritirarsi a più confortevole e assai meno esaltante impiego statale: salvo poi sfruttare proprio quell' aggancio per conoscere un certo Jerry Young che stava cercando qualcuno che lo aiutasse a espandere qui l'impero di un'impresa chiamata Yahoo.

 

jack majack ma

IMPERO SENZA CONFINI

Oggi la sua Alibaba non è solo il supermarket web più imponente d' Oriente, ma un impero senza confini che da Hangzhou e Hong Kong, passando per Pechino, si estende fino a Wall Street: anzi fino alla Casa Bianca, visto l'incontro con Donald Trump che l'ha ricevuto come se fosse il presidente della Cina, lui che del presidente della Cina, Xi Jinping, è amico per davvero.

 

E pensare che quando tutto incominciò il piccolo grande Jack non sapeva neppure che cosa fosse un computer. Era il 1994 e quel giovane intraprendente era stato spedito a Seattle per conto della sua provincia, Zhejiang, incaricato di recuperare un affare che poi si rivelò nella realtà una truffa. È stato lui stesso a raccontare davanti alle telecamere di Charlie Rose la prima volta che vide il web.

jack ma renzi vinitalyjack ma renzi vinitaly

 

"Il mio amico Stuart mi disse: Jack, questa è Internet, e cercando su Internet puoi trovare qualsiasi cosa. Risposi: davvero? Così mi misi a cercare la parola 'birra'. E trovai birra tedesca, birra americana, ma birra cinese non c'era. Mi incuriosii, e provai a cercare la parola 'Cina'. E niente, nessuna 'Cina', non c'era neppure un dato". Beh, oggi in Cina, grazie alla sua Alibaba, il 10% degli acquisti viene fatto online: in America, dove il web l'hanno inventato, siamo ancora fermi al 7%. Com' è che siamo arrivati fin qui?

 

"L' America ha Jeff Bezos", scriveva l' Economist "la Cina ha Jack Ma". Era il 17 aprile del 1999, e il giornalista che già allora invitava il mondo a stare attenti a quei due sarebbe diventato anche lui, nel suo piccolo, un guru dell'online. Ai tempi di quell'articolo, oggi profetico, Chris Anderson non aveva ancora fondato Wired e tantomeno inventato quel concetto di "coda lunga" che ha definito il successo ai tempi di Internet. Ma è proprio sulla coda lunga, la capacità cioè di offrire il ventaglio più ampio di tanti prodotti non solo di massa ma anche di nicchia, che adesso si parrà la nobilitate di Jeff & Jack. È qui che il patron di Alibaba conta infatti di sferrare l'attacco decisivo al rivale americano.

jack ma 1jack ma 1

 

Perché nel mondo immateriale del commercio via Internet, «dove da Amazon a iTunes - scrive appunto Anderson - i venditori online possono immagazzinare virtualmente di tutto, e il numero dei prodotti di nicchia sovrasta quelli di successo di alcuni ordini di grandezza», la coda lunga non è solo quella delle cose in vendita ma dei posti dove le cose si vendono. Se il negozio online può estendersi virtualmente dappertutto, la somma delle domande in arrivo dalle nicchie geografiche di tutto il mondo può rivaleggiare con le richieste dei consumatori più forti.

 

LA NUOVA SFIDA

jack ma 2jack ma 2

È la sfida di questi giorni. Da una parte, appunto, Alibaba, che in Cina è praticamente senza rivali. Dall' altra Amazon, il supermercato virtuale d' America e ormai anche d'Europa. In mezzo, la battaglia per la conquista del Sud Est asiatico. Spiega Bloomberg che "malgrado la mancanza di infrastrutture per il pagamento e i trasporti cruciali all'adozione estesa dell' e-commerce, la regione è diventata l'arena di Internet che cresce più velocemente al mondo, con una popolazione totale di 620 milioni di persone sempre più a loro agio nello shopping online".

 

È l' area che dalla Tailandia e il Vietnam si estende fino alle Filippine attraversando Malesia, Indonesia e la piccola ma sviluppatissima Singapore. Non è un caso, per esempio, che proprio nella città-stato ricca e informatizzata Amazon abbia deciso di lanciarsi proprio quest' anno sbandierando il suo servizio Prime che offre consegne in giornata. E non è un caso che la mossa di Bezos segua di pochi mesi la discesa in campo, anzi in zona, del piccolo grande Jack: che conquistando la compagnia di e-commerce indonesiana Lazada ha esteso il suo impero, in un colpo solo, a tutto il Sud-Est, Corea del Sud compresa. Battaglia già vinta?

jack ma ah cosojack ma ah coso

 

Troppo presto, ovviamente, per fare previsioni. Ma su una cosa si può già scommettere: Alibaba ormai non è più una potenza soltanto virtuale. O meglio: l' online non basta più. «Certo, Jack si è chiaramente ispirato ad Amazon», ci spiega Duncan Clark, il professore di marketing autore della sua più importante biografia, "Alibaba: The House That Jack Ma Built". «Ma ogni volta che salta fuori il confronto con Bezos, è lo stesso Jack a dire che la sua Alibaba è come una piattaforma per tanti Amazon».

 

I punti di forza Clark ha riassunto i tre punti di forza in un "triangolo di ferro". Primo: Alibaba è una piattaforma online che a differenza di Amazon non è solo un megastore ma è invece un vero e proprio "mercato virtuale" dove milioni di venditori indipendenti offrono la propria merce e si fanno concorrenza al prezzo più basso. Secondo: l'investimento nella logistica, cioè la gestione soprattutto in prima persona (la società di Jack si chiama Cainiao) del trasporto delle merci.

jack ma  jack ma

 

Terzo: la costruzione di quell'impero finanziario chiamato Alipay, che da salvadanaio per gli acquisti sul sito si è trasformato in vero istituto bancario e gestisce ormai un terzo dei 2500 miliardi di dollari dei pagamenti online, cioè tre volte di quanto movimenta PayPal.

Eppure l'uomo chiamato Cavallo (Ma, in cinese, vuol dire proprio questo) pensa già oltre il web: o quanto meno, oltre al solo web.

 

Dobbiamo cambiare, ha scritto nell'ultima lettera agli azionisti, perché anche l' e-commerce di oggi è destinato a diventare "un business tradizionale", mentre Alibaba deve "anticipare la nascita di una industria del commercio re-immaginata, spinta dall'integrazione di online, offline, logistica e raccolta dati in una singola catena di valore".

jack ma cazzeggiajack ma cazzeggia

 

L'offline c'è già: Alibaba ha già investito un bel 20 per cento in Suning, la catena di elettronica del magnate che ha conquistato la nostra Inter del pallone. I clienti possono, per esempio, provare una lavatrice in uno store Suning e poi ordinarla su Alibaba. È il modello chiamato O2O: Online to Offline commerce. Il futuro si giocherà qui? I numeri sembrano dare ragione a Jack. Il suo gigante ha prodotto nel 2016 3 miliardi e 42 milioni di dollari di tasse, ha creato dal 2003 a oggi 30 milioni di posti di lavoro e ha annunciato di poter centrare l'obiettivo che si è posto di generare 100 milioni di posti in vent'anni.

 

jack ma jack ma

Regalandone addirittura "un milione" all'America di Jeff Bezos e di Amazon, come ha promesso Jack stesso volando la settimana scorsa da Donald Trump, promettendogli investimenti made in Usa e firmando il gesto più distensivo che un big cinese abbia finora mai fatto verso il presidente che ha giurato guerra (commerciale) a Pechino. Sì, il ragazzino che imparò l' inglese scorrazzando i turisti ne ha fatta di strada da quelle passeggiate all' Hangzhou Hotel: ma dove diavolo vorrà arrivare?

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…

veneto luca zaia matteo salvini giorgia meloni elly schlein giuseppe conte

DAGOREPORT – SCAZZO DOPO SCAZZO, IL BIG BANG PER IL CENTRODESTRA SARÀ IN AUTUNNO, CON LE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA, TOSCANA, PUGLIA E MARCHE – SE ZAIA E LA SUA LIGA VENETA SI PRESENTASSERO DA SOLI, SPACCHETTEREBBERO IL VOTO DI DESTRA RENDENDO LA REGIONE CONTENDIBILE: BASTEREBBE SOLO CHE PD E M5S SMETTESSERO DI FARE GLI EGO-STRONZI E CONVERGESSERO SU UN CANDIDATO “CIVICO” (COME DAMIANO TOMMASI A VERONA NEL 2022) – LA PROPOSTA DI MELONI AL "TRUCE" MATTEO: FDI È DISPOSTA A LASCIARE IL VENETO ALLA LEGA, MA A QUEL PUNTO LA REGIONE LOMBARDIA TOCCA A NOI (A FORZA ITALIA, IL SINDACO DI MILANO) - SE SALVINI SI IMPUNTA? S'ATTACCA! E FRATELLI D'ITALIA SI PRENDE TUTTO (MA LE CONSEGUENZE SULLA MAGGIORANZA POTREBBERO ESSERE FATALI PER IL PRIMO GOVERNO MELONI…)

donald trump dazi tadazi

DAGOREPORT – LO STOP DI TRE MESI AI DAZI NON SALVERA' IL CULONE DI TRUMP: PER I MERCATI FINANZIARI L’INSTABILITÀ ECONOMICA È PEGGIO DELLA PESTE, E DONALD HA ORMAI ADDOSSO IL MARCHIO DELL’AGENTE DEL CAOS – I FONDI ISTITUZIONALI EUROPEI ABBANDONANO GLI INVESTIMENTI IN SOCIETA' AMERICANE, IL DOLLARO SCENDE, IL RENDIMENTO DEI BOND USA SI IMPENNA, LE AZIENDE CHE PRODUCONO TRA CINA E VIETNAM RISCHIANO DI SALTARE (TRUMP HA SALVATO APPLE MA NON NIKE) - PER QUESTO IL CALIGOLA COL CIUFFO HA RINCULATO SUI DAZI (CINA ESCLUSA) - MA LO STOP DI TRE MESI NON È SERVITO A TRANQUILLIZZARE I POTERI FORTI GLOBALI, CON IL DRAGONE DI XI JINPING CHE RISPONDE DURO ALLE TARIFFE USA A COLPI DI "DUMPING": ABBASSANDO IL COSTO DEI PRODOTTI CHE NON ESPORTA PIU' IN USA (COMPRESO L'EXPORT DELLE RISORSE DELLE TERRE RARE, STRATEGICO PER LE MULTINAZIONALI HI-TECH) – SONDAGGI IN PICCHIATA PER TRUMP: IL 60% DEGLI AMERICANI POSSIEDE AZIONI TRAMITE I FONDI PENSIONE...

gianfranco zinzilli silvia calandrelli giampaolo rossi rai

FLASH - GRANDE INCAZZATURA NEL CENTRODESTRA, IN PARTICOLARE TRA I FRATELLINI D’ITALIA: TRA OGGI E DOMANI IN RAI DEVONO DECIDERE IL PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ E L’AD ROSSI VUOLE NOMINARE SILVIA CALANDRELLI, IN QUOTA PD, COME PRESIDENTE  DELLA CASSAFORTE PUBBLICITARIA DELLA RAI (IL FILOSOFO DI COLLE OPPIO LE AVEVA PROPOSTO LA DIREZIONE DI PUBBLICA UTILITÀ, MA LEI HA RIFIUTATO) - LA LEGA VORREBBE PIAZZARE GIANFRANCO ZINZILLI, ATTUALMENTE VICE DIRETTORE VICARIO DELLA DIREZIONE OFFERTA ESTERO RAI ITALIA...