INSTA-BOLLA? - LA MOSSA DI FACEBOOK, CHE HA ACQUISTATO IL GIOVANISSIMO SOCIAL NETWORK FOTOGRAFICO INSTAGRAM PER 1 MLD $, SUSCITA PARECCHIA SORPRESA E UN PO’ DI PERPLESSITÀ - COME PUÒ UNA SOCIETÀ CON 13 DIPENDENTI COMPRESI I FONDATORI E 15 MESI DI NON-STORIA VALERE UN MILIARDO PERALTRO IN TEMPO DI CRISI? FONDATO DA DUE STUDENTI ALLA FINE DEL 2010, INSTAGRAM HA 30 MLN DI UTENTI E UN MLD DI IMMAGINI CARICATE: ZUCKERBERG HA PAGATO UN DOLLARO A FOTO - C’È CHI PARLA DI “BOLLA TECNOLOGICA”…

Massimo Sideri per il "Corriere della Sera"

Per la Polaroid è un bel contrappasso: mentre la società fotografica che ha inventato uno stile sta sostanzialmente fallendo, Instagram, una start up californiana con appena 15 mesi di vita che permette di condividere attraverso smartphone e tablet immagini con un design vintage copiato dalla Polaroid sta per essere acquistata per un miliardo di dollari in contanti e azioni da Facebook. Instagram è in sostanza un social network per le fotografie catturate intorno a noi con iPhone, iPad e, solo da pochi giorni, anche con prodotti che girano con il sistema operativo Android di Google.

Instant-foto geolocalizzate al posto dei 140 caratteri di Twitter. Per alcuni più banale, per altri molto più creativo: è l'eterno scontro tra parola scritta e immagini. In Italia è poco noto ma, fondato alla fine del 2010 da due laureati di Stanford, Mike Krieger e Kevin Systrom, il servizio gratuito ha già conquistato circa 30 milioni di utenti, salendo nella top ten dei social network a più veloce crescita.

È stata l'applicazione dell'anno Apple per il 2011. Pensando alla Polaroid le metafore sulla fine dell'era analogica e l'arrivo dirompente della rivoluzione digitale si sprecano. Ma l'operazione annunciata ieri sui loro blog dal fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, e dal chief executive di Instagram, Systrom (un ex Googler), si presta anche ad altre considerazioni.

1) Come può una società con 13 dipendenti compresi i fondatori - non è un refuso - e 15 mesi di non-storia valere un miliardo peraltro in tempo di crisi? Instagram non ha un modello di business e ha un fatturato ridicolo. Eppure i valori su cui vengono valutate queste start up sono altri, nascosti tra i flussi dei clic e non direttamente monetizzabili. In 15 mesi su Instagram sono state caricate un miliardo di fotografie. Facebook paga un dollaro a immagine. O, calcolo ancora più bizzarro, 76,9 milioni a dipendente. Ma ciò che interessa a Zuckerberg è che le 5 milioni di foto caricate ogni giorno producono 575 «like» e 81 commenti al secondo su Facebook. È una guerra di traffico e flussi. E chi ne controlla di più vince.

2) Facebook, oltre ai clic come pensa di rientrare del miliardo, visto che ha dichiarato di voler lasciare Instagram libera di interagire con gli altri social network come Twitter e Tumblr? Zuckerberg è a un passo dalla più ricca quotazione high tech della storia Usa: le attese di Ipo da 10 miliardi per il 10% valorizzano FB a 100 miliardi. E manca solo un mese. In un colpo solo Facebook ingloba un possibile futuro competitor e inietta adrenalina nelle attese del mercato sul settore. Ma Instagram era stata valutata solo 25 milioni di dollari un anno fa quando ne aveva raccolti 7 da Benchmark Capital.

E in marzo aveva lasciato tutti perplessi arrivando a una valorizzazione da mezzo miliardo dopo l'ingresso nel capitale di Sequoia Capital. In un mese Facebook, che fino ad oggi aveva concluso solo piccole operazioni e ha annunciato di voler chiudere con Instagram entro giugno, ha aggiunto come fossero noccioline un altro mezzo miliardo. E dunque rimane la domanda più importante, quella finale.

3) Siamo di fronte a una nuova bolla tecnologica? Ieri, a caldo, se lo è chiesto anche il Wall Street Journal, non certo un giornale avverso alla finanza.

 

INSTAGRAM FOTO CON INSTAGRAM FOTO CON INSTAGRAM INSTAGRAMINSTAGRAM

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...