DAGOREPORT - TOPOLINO E PAPERONE INSIEME A CACCIA GROSSA – SE FINO AD ORA ERANO SEMPRE STATI RESPINTI IN GRAN BRETAGNA, L’OPERAZIONE DI DISNEY CONSENTIRÀ AI MURDOCH DI SUPERARE OGNI OSTACOLO FINORA INCONTRATO LUNGO LA TORTUOSA STRADA DELLA CONQUISTA TOTALE DELL’EUROPA - ECCO COSA SUCCEDERÀ A SKY ITALIA...
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In questi giorni, prima e dopo l’annuncio del grande accordo fra la famiglia Murdoch e la public company statunitense Walt Disney, si e’ assistito a un numero spropositato di commenti, articoli, supposizioni, dove ha regnato quel tipo e livello di incompetenza con cui la grande parte dei giornalisti romano-centrici e degli inviati italiani all’estero devono fare i conti trattando di questioni e di mondi troppo lontani da loro e così sproporzionati rispetto alla loro competenza provinciale.
lachlan rupert e sarah murdoch
Pochissimi opinionisti hanno analizzato razionalmente quanto era avvenuto; tra questi pochi citeremo il direttore di ‘Milano e Finanza’ che grazie alle sue antenne internazionali ha bene fotografo quanto successo. Partiamo quindi da qui’ per fare un po’ di chiarezza e dipanare la matassa, fornendo qualche chiave di lettura.
‘’Milano e Finanza’’ e’ stata l’unica testata nazionale a utilizzare l’unico vocabolo/verbo corretto per definire al meglio l’accordo Murdoch/ Walt Disney: ‘conferimento’. Sì, Rupert Murdoch e il suo Trust famigliare non hanno venduto diversi asset industriali del loro impero globale (vedremo poi quali) a Walt Disney ma per l’esattezza li hanno conferiti in cambio di una quota rilevante (circa il 5%) della storica società di Topolino.
andrea ceccherini james murdoch
Non sono girati soldi fra i due gruppi ma solo grandi accordi (che solo nel prossimo futuro potremo leggere dettagliatamente); sono solo girate azioni e carte. Se Murdoch non avesse più voluto giocare la “grande partita” del futuro, avrebbe potuto liquidare finanziariamente gli stessi asset, quando diversi pretendenti oltreoceano avevano già espresso volontà in tal senso.
sarah murdoch moglie di lachlan
Se avesse voluto o avuto bisogno di fare cassa, lo avrebbe potuto fare; se avesse voluto arretrare, smembrare, arretrare o rimpicciolirsi (verbi e vocaboli utilizzati dai giornali) lo avrebbe potuto ottenere senza alcun problema. Invece ha scelto la strada del “nuovo grande gioco”, tramite il conferimento, della aggregazione delle attività editoriali e produttive (non di quelle giornalistiche e informative che rimangono strettamente sotto il suo pieno controllo, con il peso rilevante che potranno ancora avere nel mondo delle news, della informazione finanziaria e politica) con uno dei pochissimo grandi gruppi planetari al 100% public company, cioè composto da azionisti solo finanziari (fondi di investimento quotati e non), divenendone così l’unico e primo socio industriale e con l’intento di fornire alla nuova Walt Disney non solo nuovi gioielli industriali ma soprattutto quel know how e quell’esperienza di mercati (India, Estremo Oriente, Europa) e di business che mancano alla Disney.
Il nuovo primo socio mondiale di Topolino e Paperino, e’ divenuto lui: Rupert Murdoch, il nuovo vero Paperone.
E’ vero, il vecchio Rupert ha 86 anni e i giovani figli vogliono la loro autonomia industriale: detto fatto, in due mesi (pensate solo ai due anni di lotte e guerre infinite fra Bollore’ e Berlusconi per non avere ancora concluso nulla in una dimensione industriale e societaria nettamente inferiore) ha anticipato tutti e ha sistemato ogni cosa, ivi compresa la definizione successoria interna senza dispersione di energie.
donald trump con rupert murdoch e jerry hall
Infatti il Trust della sua famiglia continuerà a tenere insieme il tutto ma il capo famiglia ne ha definito le aree di competenza fra i due figli: a Lachlan le news e i canali di informazione (Fox News, Fox Sport, Fox Broadcasting, la rete di canali e emittenti locali, insieme alle grandi testate storiche di WSJ, Times, Sun già detenute da Newscorp), mentre a James, il vero regista della operazione, la quota in Walt Disney: l’apporto di Fox, Studios, Sky Europa, Star India, Hulu, portano il nuovo colosso a 270mld di dollari di capitalizzazione in borsa, pronto oggi per confrontarsi al meglio con la dimensione e la forza dei giants americani, degli ott inarrestabili e per schiacciare i piccoli competitori nelle aree non-americane.
Scendiamo di scala, avviciniamoci alla dimensione europea delle attività del tycoon americano: Sky in Gran Bretagna, Irlanda, Germania, Austria, Italia e Spagna. Anche su questo quasi nessuno ha ricordato che Murdoch (attraverso la oramai “vecchia” 21 th Century Fox) ne controlla solo il 39%; una quota rilevante ma non sufficiente per esserne il padrone incontrastato.
Non per nulla alcuni mesi fa i Murdoch hanno lanciato una OPA per cercare di rilevare il restante 61% delle azioni (detenute anche esse da soggetti pressoché esclusivamente finanziari) sulla quale, ad oggi, sia il Governo che le diverse Autorità di controllo non hanno ancora dato il via libera (la risposta arriverà entro giugno 2018).
James Murdoch con David Cameron
‘Sky plc’, così si chiama la quotata in borsa a Londra che riunisce queste attività industriali europee, quindi rimarrà fino ad allora nelle mani operative di 21th Century Fox e solo dopo il verdetto, a seconda del risultato positivo o negativo, il 39% delle azioni passerà operativamente nelle mani di Walt Disney.
Se il verdetto sarà positivo (cosa non scontata) Walt Disney dovrà a sua volta ripetere tutto il giro delle autorizzazioni (Commissione Europea e Governo/ Authorities britanniche) con davanti altri mesi prima della conclusione, mentre se il giudizio sarà negativo 21th Century Fox cederà la mano alla nuova Walt Disney che potrà decidere o meno di rilanciare l’OPA per l’acquisto del 61% di Sky plc con esito positivo pressoché sicuro (con davanti molti altri mesi prima della autorizzazione definitiva).
In sintesi: se fino ad ora i Murdoch erano sempre stati respinti in Gran Bretagna, e rischiano ancora di esserlo, dal possibile controllo futuro totale della Sky europea, l’arrivo di Walt Disney invece lo renderà sicuramente possibile; cioè l’operazione di Disney consentirà ai Murdoch non solo di fare tutto ciò che sopra abbiamo descritto, ma anche di superare ogni ostacolo finora incontrato lungo la tortuosa strada della conquista totale dell’Europa.
Walt Disney quindi come cavallo di Troia per la nuova conquista continentale.
E sino ad allora (metà 2019?) cosa succederà in Europa a Sky? Continuerà come prima sotto l’incontrastata leadership di Jeremy Darroch, manager internazionale da anni espressione del sistema internazionale della public company europea; come Bob Iger continuerà a guidare Walt Disney nel mondo, lui e il suo team continueranno a guidare Sky in Europa.
Con un ulteriore rafforzamento, quello della regia del giovane James Murdoch in Walt Disney e buon conoscitore da sempre dei mercati e dei manager europei di Sky: il più europeo di tutta la sua famiglia e l’unico “europeo” forte dentro a Walt Disney, attento a monitorare la situazione per prendersi quella rivincita in Gran Bretagna e arrivare finalmente al controllo totale di Sky.
E scendiamo ancora di un livello di scala, quello di casa nostra, Sky Italia. La Società è parte di Sky plc e ne seguirà i destini, sotto il controllo di Darroch. Gli americani di Walt Disney in Italia non hanno mai avuto riferimenti specifici (come anche negli altri Paesi europei, Germania, Austria) e si affideranno alle valutazioni e alle decisioni di Darroch e dei manager italiani; per gli americani il business e’ molto diverso, lontano dalla loro esperienza: il rapporto diretto con il cliente, in mondi molto lontani, non fa parte del loro bagaglio; Disney ha sempre solo venduto diritti e library ai grandi operatori (come Sky, con cui la collaborazione è lunga nel tempo) e mai si è confrontata direttamente con il consumatore. L’esperienza degli uomini europei di Sky gli sarà molto utile per fare il salto.
Walt Disney era considerato un tipo senza fantasia
Insomma ne’ venditori, ne’ acquirenti, anzi: Topolino e Paperone insieme a caccia grossa.