hacker aspirapolvere robot

C’È UN NEMICO NELL’ASPIRAPOLVERE. CHE FARE? – L’ULTIMO CASO DI UN ROBOT DOMESTICO HACKERATO È QUELLO DELL’AVVOCATO DEL MINNESOTA IL CUI DISPOSITIVO, CONTROLLATO DA REMOTO DA UN ESTRANEO, GLI HA URLATO “NEGRO”. SEMPRE NEGLI STATI UNITI UNA DONNA È STATA FOTOGRAFATA DAL SUO “ROOMBA” MENTRE ERA SUL WATER – I ROBOT CASALINGHI SONO PIENI DI FALLE, DAI PROBLEMI CON I PIN ALLE CONNESSIONI BLUETOOTH POCO SICURE: ECCO COME DIFENDERSI

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NEGLI STATI UNITI UN UOMO E STATO INSULTATO DAL SUO ROBOT ASPIRAPOLVERE, CHE GLI RIPETEVA: \'NEGRO\'

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Estratto dell’articolo da www.lastampa.it

 

robot aspirapolvere hackerato

Negli Stati Uniti diversi robot aspirapolvere sono stati hackerati, trasformandosi in strumenti di violazione della privacy e veicoli di insulti razzisti. In Minnesota, un avvocato ha scoperto che il suo dispositivo, controllato da remoto da un estraneo, stava urlando insulti razzisti davanti al figlio. […]

 

Episodi simili sono avvenuti a Los Angeles dove un robot ha inseguito un cane, mentre a El Paso un altro ha insultato il proprietario nel cuore della notte. Ci sarebbe, addirittura, il caso di una donna fotografata mentre era in bagno, sul water, dal proprio aspirapolvere, un Roomba J7 di iRobot, quelli che mappano l’area della casa, identificando gli ostacoli in modo da pulire i pavimenti in autonomia.

 

robot hackerati

Secondo alcuni media americani pare che poi lo scatto sia stato caricato su Facebook e, ovviamente, visto da una platea di gente infinita. Ma veniamo all’ultimo caso riscontrato, quello di Daniel.

 

Un uomo americano, Daniel, mentre era in piedi nel salotto di casa, si è sentito urlare da dietro: “negro”. Non vedendo nessuno nella stanza, dopo lo stupore, ha impiegato un po’ per capire che a parlare con voce metallica non era stata una persona bensì il suo robot aspirapolvere che in quel momento si muoveva sul pavimento. Immaginate lo stupore. Come è stato possibile? Ci hanno pensato gli hacker.

 

Entrare nel sistema delle aspirapolveri intelligenti infatti è molto semplice, soprattutto per quelle Ecovacs (come quella di Daniel), con sistemi di sicurezza blandi e falle in varie parti del software. Il caso Ecovacs non è isolato: i dispositivi smart infatti, che dovrebbero semplificare le nostre vite, rischiano di trasformarsi in strumenti di sorveglianza. Le vulnerabilità sfruttate dai cybercriminali includono falle nel sistema PIN e connessioni Bluetooth poco sicure[…]

 

robot aspirapolvere hackerato

Alcuni ricercatori hanno scoperto che il PIN di accesso ai robot era basato su un "sistema di fiducia" facilmente aggirabile: il controllo non avveniva né lato server né sul robot stesso, ma solo attraverso l’app, lasciando una porta aperta agli hacker.

 

L’azienda Ecovacs Deebot X2 ha risposto affermando che gli account colpiti sono stati compromessi attraverso attacchi di credential stuffing, cioè la riutilizzazione di credenziali rubate da altri servizi. Questa spiegazione non copre le gravi mancanze strutturali, come la possibilità per gli hacker di disattivare l’audio di avviso quando la telecamera era accesa.

 

amazon alexa 2

Proteggersi non è facile. Dovrebbero essere le aziende che producono i robot a lavorare per colmare le falle nei loro sistemi ma questo non sempre avviene. È essenziale: scegliere password uniche, aggiornare i dispositivi e, quando possibile, informarsi sulle politiche di sicurezza delle aziende può fare la differenza. Questi episodi sono un monito: la comodità non può venire a scapito della sicurezza.

 

Non solo i robot domestici possono fare brutti scherzi. È molto semplice, infatti, riprogrammare Alexa di Amazon, affinché distingua un componente familiare tramite il comando vocale, e risponda con “battute ironiche” o “insulti giocosi” a dei comandi basilari come “Alexa accendi luce salotto”.

hacker

 

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