1. ALL’AUDITORIUM DELLA CONCILIAZIONE VA IN SCENA LA GRAN MANFRINA DI DUE SCONFITTI: IL NUMERO UNO DEI VESCOVI, ANGELO BAGNASCO E IL SUO NEMICO PIÙ INTIMO BERTONE 2. DITE LORO CHE RATZINGER HA LE SACRE SCATOLE PIENE DEI DISPETTUTTI POLITICI DEI DUE E HA VOLTO LO SGUARDO DA UN’ALTRA PARTE, E PRECISAMENTE IN DIREZIONE DI MILANO, DOVE SETTIMANALMENTE RAGGIUNGE TELEFONICAMENTE L’ARCIVESCOVO ANGELO SCOLA 3. AGGIUNGERE CHE TRA BERTONE E IL RAMPANTISSIMO NEO ARCIVESCOVO DON GEORG, CARISSIMO AL PAPA, I RAPPORTI SONO VICINI ALL’ODIO E TUTTI SANNO CHE A FINE ANNO IL PRETE PIÙ AMATO DA BERLUSCONI (RICAMBIATO) SARÀ PENSIONATO NELLA SUA GENOVA 4. INFINE, L’AMOR DI BERTONE, IL SULTANO DI HARDCORE, È DETESTATO DAL PONTEFICE CHE, POVERINO, HA RIPOSTO TUTTE LE SUE SPERANZE NELL’APLOMB SOBRIO DI MARIO MONTI

Video di Veronica Del Soldà per Dagospia

 

 

DIO, CHE VIDEO-CAFONAL!

 


Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia
Francesco Persili per Dagospia

«Se c'è Casini vuol dire che è un incontro importante...», la voce dal clero fuggita accoglie l'arrivo di Pierfurby in sala. All'Auditorium della Conciliazione, con il pretesto del libro ("La porta stretta") del numero uno dei vescovi, Angelo Bagnasco, presentato dal suo nemico più intimo Bertone, va in scena la gran manfrina di due sconfitti.

Aspettando un'intesa tra i vertici della Conferenza Episcopale e la Segreteria di Stato vaticana, Ratzinger ha volto lo sguardo da un'altra parte, e precisamente in direzione di Milano, dove l'arcivescovo Angelo Scola vive in attesa di salire sul trono di Pietro. Tra il Papa e il cardinale più amato da Comunione e Fatturazioni, gli appuntamenti telefonici sono ormai settimanali.

Aggiungere che tra l'ingenuo Tarcisio Bertone e il rampantissimo neo cardinale don Georg, carissimo al pontefice, i rapporti sono vicini all'odio e tutti sono pienamente consapevoli che a fine anno il prete più amato da Berlusconi (ricambiato) sarà pensionato nella sua Genova dove potrà vedere la Sampdoria tutte le domeniche che vuole, allenamenti compresi.

L'incontro Bagnasco-Bertone è stato solo un tentativo di sceneggiata per provare a convincere Ratzinga che tutto è ritornato nei binari di santa madre chiesa ma ormai l'equilibrio si è rotto. Infine, va sempre sottolineato che l'amor di Bertone, il Banana di Hardcore, è detestato dal Papa che, poverino, ha riposto tutte le sue speranze nell'aplomb sobrio di Mario Monti.

Torniamo a bomba, alla presentazione del libro. Barra ferma sui «valori fondamentali» e nessuna delega in bianco ai partiti. «La Chiesa non si schiera», chiarisce il presidente della Cei. Quelli che speravano in un esplicito endorsement a Monti restano delusi.

«Non possiamo più accettare che la porta della fede resti deserta nè che il sale diventi insipido e la luce sia tenuta nascosta". La frase tratta dal corpacciuto volume che raccoglie le prolusioni degli ultimi anni di Bagnasco nelle assemblee dei vescovi campeggia sul palco. La soglia di quella porta resta «calamita e mistero, dilemma e dramma, fascinazione e speranza» per monache e tonache, credenti e dormienti, truppe porporate e teste cotonate.

Il presidente Rai, Anna Maria Tarantola, "attapirata" per la vicenda Mps, stringe la mano al dominus della tv pedagogica, Opus-Bernabei («sono venuto solo per ascoltare, non per parlare, sono in pensione ormai...») mentre tutto intorno è uno sfolgorìo di politici di ogni schieramento e ministri che affollano le prime file. Ci sono Ornaghi e Balduzzi, non Riccardi, grande sponsor di Monti in Vaticano.

Si discute sulla presenza dei cattolici nelle liste elettorali con la senatrice uscente del Pd, Mariapia Garavaglia, che, prima di trovare posto vicino Paola Binetti, assicura: « I cattolici ci sono, eccome. Magari, non c'è un coagulo forte intorno alla stessa offerta politica ma nei vari schieramenti il mondo cattolico è ben rappresentato».

Dalle polemiche tra Ruini e il "cattolico adulto" Prodi al tempo del referendum sulla fecondazione assistita alla freddezza della Chiesa nei confronti dell'Ulivo. Ed oggi? «Oggi i cattolici si sentono a casa loro anche nel Pd, un partito aperto e plurale», scolpisce l'ex vicesindaco di Roma che registra le aperture di Obama e Hollande in tema di diritti ma, per il futuro, scongiura derive zapateriane: «Faremo di tutto per non consentirle». In gioco non solo i temi che riguardano il sostegno alla famiglia, il rispetto della vita, la libertà di educazione, la bioetica ma anche le scelte sul lavoro e le questioni sociali.

Dopo aver tuonato sulla nuova foto "della sinistra" con Bersani, Vendola e Tabacci, Gasparri si lascia immortalare accanto a Violante e Buttiglione, Luigi Berlinguer è poco distante da Gaetano Quagliarello, più defilati il piddino Fioroni e l'ex "ministro di Dio" Sacconi mentre l'arcivescovo Georg Gaenswein, prefetto della Casa Pontificia e segretario particolare di Benedetto XVI, viene salutato con tutti gli onori.

«Una festa di famiglia», la definisce monsignor Mariano Crociata, segretario Cei, prima che "don" Cazzullo salga sul pulpito per infliggere un sermone simpatizzante nei confronti di Bagnasco e della Chiesa, «baluardo» ai tempi della crisi.

Di una Chiesa «di popolo», che non può tacere sulle questioni sociali e politiche, parla, invece, Bertone che mette in guardia dal rischio astensionismo: «La forma più concreta per migliorare la società è la partecipazione al voto».

Un invito a non disertare le proprie responsabilità prontamente raccolto dall'azzurra Beatrice Lorenzin. La candidata mancata alla presidenza della Regione Lazio ricorda la continuità del Pdl nell'impegno a sostenere nei programmi «la centralità della persona», riconosce alla Chiesa il diritto a far sentire la propria voce («Quando abbiamo governato, abbiamo preso anche le critiche, giustamente...) e poi conclude: «L'astensionismo è il pericolo principale: gli italiani devono scegliere tra le due coalizioni principali». Appello al voto utile, quindi, per non lasciare alle minoranze potere di veto e condizionamento.

«Il parlare della Chiesa non è mai ingerenza ma stare dentro il vissuto», le parole di Bagnasco sulle questioni eticamente sensibili diventano argomento di riflessione per Rocco Buttiglione che rivendica la politica di forte ispirazione cattolica dell'Udc. «Ci sono valori che non si possono negoziare: nessuno si illuda di far passare con il nostro voto posizioni distruttive dell'integrità della famiglia e della vita».

Certo, tra quanti sostengono Monti, non tutti sono sulle posizioni del "filosofo" di Pierfurby. Fini, ad esempio, parla dell'Italia come dell'«ultimo paese europeo sulle coppie di fatto». Il presidente dell'Udc svicola, richiama le parole di Monti sulla famiglia («che deve essere costituita da un uomo e da una donna») e, poi, esclude che i diritti civili possano entrare a far parte di un programma di governo. «Sui valori non abbiamo intenzione di cedere».

Nel caso di un accordo con i progressisti dopo le elezioni, dunque, i temi etici resterebbero fuori dal programma di governo e in Parlamento «ciascuno farà la sua battaglia...». Avviso ai sinistrati: «fare i compromessi con i cattolici non basta, se non se ne comprende il radicamento». Buttiglione? Bagnasco? No, Togliatti.

2 - ANCHE SANT'EGIDIO CRITICA IL RICCARDI "POLITICO"
Da "Libero"

L'Auditorium di via della Conciliazione, a Roma, è gremito. Una folla di altissimi prelati, politici, vertici Rai, giornalisti, preti, suore, e gente di associazioni, gruppi, movimenti. Molti della Comunità di Sant'Egidio. L'occasione è la presentazione del libro, La porta stretta (edizioni Cantagalli) del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, con l'autore, il segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone e l'autorevole professor Joseph Weiler. Molti commenti sulla apparizione in pubblico, insieme, dei due vertici ecclesiastici, tra i quali non sempre ci sarebbe stato feeling. Pace rifatta?

Un modo per smentire le chiacchiere? Pura coincidenza? Altre voci si accavallano, sulle critiche che pioverebbero su Andrea Riccardi, il fondatore di Sant'Egidio, da appartenenti della comunità stessa: non piacerebbe la troppa esposizione politica di Riccardi e le sue -presunte - ambizioni politiche. In un'ipotetica corsa per il ministero degli Esteri nel futuro governo, si parla di un «conflitto di interesse»: la comunità, infatti, da sempre è attiva in tante zone di crisi internazionale. Tornando agli interventi di Bagnasco e Bertone, politicamente, nuovi appelli contro l'astensionismo e viene ricordato che da parte dei vescovi non ci può essere né solo una rituale benedizione né un'ingerenza miope e di parte, ma una presenza responsabile.

 

 

Padre Georg e Mariano Crociata Piccoli Frati di Gesu e Maria Casini e Ornaghi Bertone e Bagnasco all Auditorium Weiler Bertone Bagnasco e Cazzullo Tarantola AnnaMaria Rocco Buttiglione Paola Binetti Padre Lombardi Ministro Balduzzi Cardinale Piacenza Beatrice Lorenzin e Eugenia Roccella Libro presentato Libri in vendita Gasparri Violante e Buttiglione Ettore Bernabei Fioroni

Ultimi Dagoreport

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON HA PER NULLA DIGERITO L’INTESA TRA USA E UCRAINA (MEDIATA CON TRUMP DA BIN SALMAN E STARMER) PER UN CESSATE IL FUOCO DI 30 GIORNI: IL “MACELLAIO” DI MOSCA (CIT. BIDEN) VOLEVA I NEGOZIATI SUBITO, NON LA TREGUA, CHE INVECE RICALCA LE RICHIESTE DI ZELENSKY – “MAD VLAD” SI STA RENDENDO CONTO CHE IN GIRO C’È UNO PIÙ PAZZO DI LUI: L’INSOSTENIBILE BIPOLARISMO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO È LOGORANTE ANCHE PER MOSCA. UNO CHE DOPO AVER ANNUNCIATO DI AVER SOSPESO ARMI E CIA A KIEV, OPLÀ!, ORA HA RINCULATO. E MINACCIA “SANZIONI DEVASTANTI” SE PUTIN NON ACCETTERÀ L’ACCORDO…

wanna marchi stefania nobile davide lacerenza

CRONACHE DI CASA MARCHI – QUANDO WANNA DICEVA AL “GENERO” LACERENZA: “PORCO, TI DOVRESTI VERGOGNARE, MERITI SOLO LA MORTE” – TRA LE INTERCETTAZIONI DELL’ORDINANZA DI ARRESTO DEL TITOLARE DELLA ''GINTONERIA'' E DI STEFANIA NOBILE, SONO CUSTODITE ALCUNE FRASI STRACULT DELL’EX TELE-IMBONITRICE – LA MITICA WANNA RACCONTA UNA SERATA IN CUI DAVIDONE “TIRA FUORI LA DROGA”: “L’HA FATTA DAVANTI A ME, IO HO AVUTO UNA CRISI E MI SONO MESSA A PIANGERE” – LA DIFESA DI FILIPPO CHAMPAGNE E LA “PREVISIONE”: “IO CREDO CHE ARRIVERÀ UNA NOTIZIA UNO DI ‘STI GIORNI. ARRIVERÀ LA POLIZIA, LI ARRESTERANNO TUTTI. PERCHÈ DAVIDE ADDIRITTURA SI PORTA SEMPRE DIETRO LO SPACCIATORE..."

volodymyr zelensky bin salman putin donald trump xi jinping

DAGOREPORT – COME SI E' ARRIVATI AL CESSATE IL FUOCO DI 30 GIORNI TRA RUSSIA E UCRAINA? DECISIVI SONO STATI IL MASSICCIO LANCIO DI DRONI DI KIEV SU MOSCA, CHE HA COSTRETTO A CHIUDERE TRE AEROPORTI CAUSANDO TRE VITTIME CIVILI, E LA MEDIAZIONE DI BIN SALMAN CON TRUMP - E' BASTATO L’IMPEGNO MILITARE DI MACRON E STARMER PER DIMOSTRARE A PUTIN CHE KIEV PUÒ ANCORA FARE MOLTO MALE ALLE FRAGILI DIFESE RUSSE - NON SOLO: CON I CACCIA MIRAGE FRANCESI L'UCRAINA PUÒ ANDARE AVANTI ALTRI SEI-OTTO MESI: UN PERIODO INACCETTABILE PER TRUMP (ALL'INSEDIAMENTO AVEVA PROMESSO DI CHIUDERE LA GUERRA “IN 24 ORE”) – ORA CHE MOSCA SI MOSTRA “SCETTICA” DAVANTI ALLA TREGUA, IL TYCOON E IL SUO SICARIO, JD VANCE, UMILIERANNO PUBBLICAMENTE ANCHE PUTIN, O CONTINUERANNO A CORTEGGIARLO? - LA CINA ASPETTA AL VARCO E GODE PER IL TRACOLLO ECONOMICO AMERICANO: TRUMP MINIMIZZA IL TONFO DI WALL STREET (PERDITE PER 1000 MILIARDI) MA I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI LO HANNO GIÀ SCARICATO…

elly schlein nicola zingaretti donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - CHE FIGURA DI MERDA PER IL PD MALGUIDATO DA ELLY SCHLEIN: A BRUXELLES, TOCCATO IL FONDO, IL PD HA COMINCIATO A SCAVARE FACENDOSI SCAVALLARE ADDIRITTURA DAL PARTITO DI GIORGIA MELONI – SE FDI NON POTEVA NON VOTARE SÌ AL PROGETTO “REARM EUROPE” DELLA VON DER LEYEN, I DEM, CHE ADERISCONO AL PARTITO SOCIALISTA, SI SONO TRASFORMATI IN EURO-TAFAZZI: 10 HANNO VOTATO A FAVORE, 11 SI SONO ASTENUTI (E SOLO GRAZIE ALLA MEDIAZIONE DEL CAPOGRUPPO ZINGARETTI I FEDELISSIMI DI ELLY, DA TARQUINIO A STRADA, NON HANNO VOTATO CONTRO URSULA) – I FRATELLINI D’ITALIA, INVECE, DOPO AVER INGOIATO IL SI', PER NON FAR INCAZZARE TRUMP, SI SONO ASTENUTI SULLA RISOLUZIONE SULL’UCRAINA. LA SCUSA UFFICIALE? "NON TIENE CONTO" DELL’ACCORDO A RIAD TRA USA E UCRAINA. INVECE GLI EURO-MELONI PRETENDEVANO UN RINGRAZIAMENTO DEL  PARLAMENTO EUROPEO A "KING DONALD" PER IL CESSATE IL FUOCO TRA MOSCA E KIEV (CHE, TRA L'ALTRO, PUTIN NON HA ANCORA ACCETTATO...)

philippe donnet andrea orcel francesco gaetano caltagirone

DAGOREPORT: GENERALI IN VIETNAM - LA BATTAGLIA DEL LEONE NON È SOLO NELLE MANI DI ORCEL (UNCREDIT HA IL 10%), IRROMPE ANCHE ASSOGESTIONI (CHE GESTISCE IL VOTO DEI PICCOLI AZIONISTI) - AL CDA DEL PROSSIMO 24 APRILE, ORCEL POTREBBE SCEGLIERE LA LISTA DI MEDIOBANCA CHE RICANDIDA DONNET (E IN FUTURO AVER VIA LIBERA SU BANCA GENERALI) – ALTRA IPOTESI: ASTENERSI (IRREALE) OPPURE POTREBBE SOSTENERE ASSOGESTIONI CHE INTENDE PRESENTARE UNA LISTA PER TOGLIERE VOTI A MEDIOBANCA, AIUTANDO COSI’ CALTA (E MILLERI) A PROVARE A VINCERE L’ASSEMBLEA - COMUNQUE VADA, SI SPACCHEREBBE IN DUE IL CDA. A QUEL PUNTO, PER DONNET E NAGEL SARÀ UN VIETNAM QUOTIDIANO FINO A QUANDO CALTA & MILLERI PORTERANNO A TERMINE L’OPA DI MPS SU MEDIOBANCA CHE HA IN PANCIA IL 13% DI GENERALI…

ursula von der leyen giorgia meloni elon musk donald trump

DAGOREPORT – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI FUORI DAI CONFINI NAZIONALI - MELONI PRIMA SI VANTAVA DELL’AMICIZIA CON MUSK E STROPPA E DELLA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON TRUMP, ORA È COSTRETTA A TACERE E A NASCONDERSI PER NON PASSARE COME "AMICA DEL GIAGUARO" AGLI OCCHI DELL'UE. E, OBTORTO COLLO, E' COSTRETTA A LASCIARE A STARMER E MACRON IL RUOLO DI PUNTO DI RIFERIMENTO DELL'EUROPA MENTRE SALVINI VESTE I PANNI DEL PRIMO TRUMPIANO D’ITALIA, L'EQUILIBRISMO ZIGZAGANTE DELLA GIORGIA DEI DUE MONDI VIENE DESTABILIZZATO ANCOR DI PIU' DAL POSIZIONAMENTO ANTI-TRUMP DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO MERZ CHE FA SCOPA COL POLACCO TUSK, E LEI RISCHIA DI RITROVARSI INTRUPPATA CON IL FILO-PUTINIANO ORBAN - IL COLPO AL CERCHIO E ALLA BOTTE DEL CASO STARLINK-EUTELSAT...