
CAFONAL DEI DAVID - TUTTE LE FOTO DELLA SERATA, TRA ACCORSI CON LA SUA BIANCA MOLTO INCINTA E VALERIO MASTANDREA CON L’ORMAI UFFICIALE NUOVA FIDANZATA, LA DELIZIOSA TOSCANA CHIARA MARTEGIANI - VIDEO: MACCIO CAPATONDA LASCIATO IN MUTANDE DAL ‘MONTATORE GELOSONE’ - IL ‘FATTO’: IL DISCORSO DELLA BRUNI TEDESCHI CI SPINGE VERSO UNA DEPRESSIONE COSMICA
VIDEO - MACCIO CAPATONDA: ‘IL MONTATORE GELOSONE’
Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia
MACCIO CAPATONDA IL MONTATORE GELOSONE
1. LA SERATA DEI DAVID
Valentina Ariete per http://movieplayer.it/
Continua l'operazione "svecchiamento" della cerimonia di premiazione dei David di Donatello: l'edizione 2017, prodotta di nuovo da Sky, ha puntato per la seconda volta sulla conduzione di Alessandro Cattelan, che ha orchestrato una serata in cui si è cercato più possibile di evitare lungaggini e punti morti, puntando ancora una volta su linguaggi dinamici, grazie alla clip di apertura, in pieno stile Oscar, in cui Valerio Mastandrea ha spiegato come fare un film di successo, con stoccate ai luoghi comuni del cinema nostrano, e a quella firmata da Maccio Capatonda, "Il montatore gelosone", chiamato a sostituire i momenti comici curati lo scorso anno dai The Jackal.
valerio mastandrea con chiara martegiani
Solo 45 secondi per i discorsi di ringraziamento, regola infranta clamorosamente (e per fortuna!) da Valeria Bruni Tedeschi che, premiata come migliore attrice protagonista per il ruolo di Beatrice in La pazza gioia di Paolo Virzì, ha ringraziato decine di persone - da Basaglia a Leopardi, dalla sua psichiatra all'amica d'infanzia che le offrì una focaccia il primo giorno d'asilo - mettendo in scena un grande momento di spettacolo ed emozione, forse il più alto della serata.
valeria bruni tedeschi paolo virzi micaela ramazzotti (2)
Con miglior regia, film e attrice protagonista La pazza gioia si è aggiudicato i premi principali, seguito da Veloce come il vento di Matteo Rovere, che ha conquistato diversi premi tecnici, tra cui migliori effetti speciali e montaggio, e la statuetta per il migliore attore Stefano Accorsi (con un ruolo, quello di Loris De Martino, in grado di riscattare una carriera, segnata da anni di critiche e ora rinata, trasformandolo quasi nel Ben Affleck nostrano), e da Indivisibili di Edoardo De Angelis, che porta a casa i riconoscimenti per la migliore attrice non protagonista Antonia Truppo, al secondo David consecutivo dopo quello per Lo chiamavano Jeeg Robot dello scorso anno, costumi, musiche e canzone originale di Enzo Avitabile.
Un'edizione all'insegna di splendide interpreti femminili e di giovani, tra cui le attrici Matilda De Angelis e le gemelle Angela e Marianna Fontana, i registi Fabio Guaglione e Fabio Resinaro (che forse avrebbero meritato un riconoscimento maggiore), Michele Vannucci e Claudio Giovannesi, autori rispettivamente di Mine, Il più grande sogno e Fiore: il cinema italiano sta cambiando e dimostra maggiore attenzione per i nuovi talenti e per storie non convenzionali. L'anno scorso non è stato dunque un caso eccezionale: si continua nel segno di Jeeg.
2. VALERIA BRUNI TEDESCHI, PERCHÉ SAPERE CHE IL SUO DISCORSO AI DAVID È VIRALE SPINGE VERSO UNA DEPRESSIONE COSMICA
Michele Monina per www.ilfattoquotidiano.it
roberto ciufoli e giorgia vitale gallozzi
Siamo messi benissimo. Sì, se il discorso di Valeria Bruni Tedeschi di ieri, alla premiazione dei David di Donatello, rischia di diventare il nostro I have a Dream, almeno in scala ridotta, siamo davvero messi benissimo. Perché tutti noi ci siamo abbeverati alle parole di Martin Luther King, tutti noi ci siamo commossi per lo Steve Jobs che diceva di rimanere affamati e folli, tutti noi ci siamo sentiti delle merde, sì delle merde, per la tizia che ai Ted’s ci ha spiegato cosa significa convivere con l’handicap.
Discorsi che sono entrati, in epoche diverse, in modalità diverse, nell’immaginario collettivo. E a noi cosa tocca? Un’attrice che fa il suo mestiere su un palco. Anzi, peggio, una attrice che fa l’attrice su di un palco in cui viene premiata come attrice. O peggio ancora, un’attrice che gioca quella emotivamente sballata su di un palco in cui viene premiata come attrice per aver interpretato una donna con problemi mentali.
Ma andiamo con ordine, se si può citare l’ordine in mezzo a una situazione che ha nella confusione, vera o presunta, la sua essenza. Ieri ci sono state le premiazioni dei David di Donatello. Un programma tv, questo sono le premiazioni dei David di Donatello, di una noia mortale. Roba che li guardavi e ti veniva da cercare su Rai3 le lezioni di fisica per provare una scossa di adrenalina.
Uno spettacolo noioso, in cui i primi ad annoiarsi, in maniera per niente carina verso il pubblico da casa, erano attori e registi in sala, manco fossero stati in miniera a controllare se il canarino nella gabbietta era ancora vivo o se nel mentre fosse sopraggiunto il grisù a porre fine alle loro sofferenze. Una roba davvero brutta.
luca argentero claudio amendola
Finché sul palco non è salita lei, premiata, magari anche giustamente, per il personaggio interpretato nel film di Paolo Virzì, La pazza gioia. Valeria Bruni Tedeschi ha vinto come migliore attrice protagonista e, come a voler portare su quel palco il suo personaggio, ha iniziato un discorso di ringraziamento che ha alternato picchi di euforia a picchi di commozione.
Un lungo elenco di ringraziamenti, da Natalia Ginzuburg all’amica di infanzia che le ha offerto un po’ di focaccia il primo giorno di scuola. Un guazzabuglio di parole, di lacrime, di risate isteriche, di parole farfugliate dietro a dei fogli in cui aveva appuntato i nomi da ringraziare. Un discorso che è diventato virale, per motivi che non solo riempiono di meraviglia, ma giustificano un atteggiamento nichilista nei confronti dell’umanità, probabilmente indegna di tenere in pugno il destino del pianeta Terra.
giulia elettra gorietti maccio capatonda
Intendiamoci, che senza di lei la premiazione dei David, condotta piattamente da Alessandro Cattelan, sarebbe stata il corrispettivo televisivo di una colonoscopia non ci sono dubbi. Ci sono invece grossi dubbi sul fatto che quel che abbiamo visto, e con noi i colleghi della Bruni Tedeschi lì in sala, sia stato frutto di un vero sentire, e non, piuttosto, un copione portato a casa con maestria.
Perché se la Bruni Tedeschi è così come l’abbiamo vista ieri, in bocca al lupo al prossimo regista che si prenderà agio di dirigerla. Se invece, come a chi scrive è sembrato, e anche a qualcuno dei presenti (si pensi alla faccia di Carlo Verdone), Valeria Bruni Tedeschi ci ha semplicemente rifilato un discorso a effetto, un discorso sull’emotività dell’attrice, sull’essere senza pelle, sulla gratitudine rivolta a chiunque, dalla mamma alla vicina di casa, beh, diciamolo, vedere quel che oggi in molti stanno dicendo intorno a quelle parole ci spinge verso una depressione cosmica che Leopardi levate.
giancarlo leone diamara parodi delfino
Non ambivamo certo, dopo tutto quello che avevamo visto è già tanto se non eravamo svenuti sul divano, a un discorso epico come quelli citati in esergo, ma magari qualcosa di un po’ più di spessore, perché, anche questo va detto, non è che la Bruni Tedeschi ci abbia regalato perle di saggezza. Ha ringraziato un po’ di gente, vero, anche nei nomi della letteratura e dello spettacolo, ha poi fatto un cenno agli uomini della sua vita, sticazzi, ma volete mettere l’effetto dirompente del produttore di La La Land che, con la morte negli occhi, annuncia che il premio l’aveva in effetti vinto Moonlight. Tutta un’altra storia.
giampaolo letta con la moglie rossana
Comunque, viviamo in un periodo di vacche magre, c’è la crisi, la disoccupazione è ai suoi massimi, il futuro appare incerto, forse dobbiamo saperci accontentare anche di quel che passa il convento. Ne approfitto per ringraziare i miei genitori che mi hanno dato modo di studiare, Fabio che alle elementari mi bullizzava ben prima che si parlasse di bullismo, perché così mi ha spinto a cercare nella scrittura uno sfogo contro la frustrazione, Nanni Balestrini per i suoi libri, Uma Thurman per i suoi piedi e Valentina Nappi, lei sa bene perché.
Francesco Rutelli Francesca Cima e Andrea Occhipinti
gabriele mainetti
claudio mancini e simone imola i nikon boys
kasia smutniak pierfrancesco favino
pierfrancesco favino intervistato
pilar saavedra
paolo genovese
sergio rubini carla cavalluzzi
paola e walter mainetti
valerio mastandrea
stefano accorsi saverio ferragina
valeria bruni tedeschi paolo virzi micaela ramazzotti
stefano accorsi
roberto cicutto guendalina ponti
stefano fresi
MACCIO CAPATONDA
ninni bruschetta
kasia smutniak e pierfrancesco favino
lorella fiorillo pilar saavedra simonetta mei
nina zilli (2)
pif
kasia smutniak domenico procacci
gianluca pignatelli
andrea occhipinti
dario franceschini con la moglie michela de biase
andrea zappia la moglie sara sarah varetto nicola maccanico
anna ferzetti pierfrancesco favino
carlo verdone
claudio amendola
fortunato cerlino e antonella
daniela maiorana marco d amore stefano sollima
flavia e walter veltroni
francesco rutelli e andrea occhipinti