1. CHE CI FACEVA EZIO MAURO AL TEATRO ELISEO TRA RENATO FARINA E ROCCO BUTTIGLIONE, MARIO MAURO E ISABELLA RAUTI, MARCELLO PERA E I CHIERICI DI ‘’COMUNIONE E FATTURAZIONE’’, JULIÀN CARRON E MARC OUELLET, ROBERTO FONTOLAN E CARDINALI E VARI 2. IL DIRETTORISSIMO DI “REPUBBLICA”, FORSE INGELOSITO DEL RAPPORTO LETTERARIO TRA EU-GENIO SCALFARI E IL PAPA BERGOGLIO, HA PRESENTATO IL LIBRO “VITA DI DON GIUSSANI” 3. E COME L’HA PRESENTATO”! HA PARLATO DEL “CRISTOCENTRISMO”: ‘’IN TUTTO IL LIBRO È PRESENTE QUESTO DIO-PERSONA CHE SI PUÒ INCONTRARE E CHE TI CAMBIA RADICALMENTE LA VITA. DON GIUSSANI AFFERMAVA CHE NOI SIAMO STATI CREATI PER DIRE CHE È VENUTO CRISTO. SE CI SI DIMENTICA DI CRISTO, IL CRISTIANESIMO È RIDOTTO A ZERO”

Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

Anna Minghetti per http://www.tracce.it/

«Perché l'aspettavano così?». «Perché credo in quello che dico». Il giornalista esita un po', ma insiste. «Questo e basta?» «Sì». E lo sguardo di don Giussani si allarga in un sorriso. Lo stralcio del video che ha aperto la presentazione del libro Vita di don Giussani, che ha riempito il Teatro Eliseo di Roma, dice del perché anche ieri sera c'era tanta gente che nuovamente lo «aspettava».

E realmente si poteva "aspettare qualcuno" perché, come ha ricordato nel suo saluto iniziale il presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, don Julián Carrón, il metodo scelto dall'autore di far parlare direttamente il suo protagonista fa sì che chiunque possa «entrare in rapporto diretto con don Giussani».

La presentazione della biografia è stata affidata al cardinale Marc Ouellet, prefetto per la Congregazione per i Vescovi, Ezio Mauro, direttore de La Repubblica, e Salvatore Abruzzese, professore ordinario di Sociologia all'Università di Trento.

Ouellet è partito da una citazione di San Paolo: «Sia che moriamo sia che viviamo, siamo del Signore». Un modo per focalizzare da subito il punto centrale: il fatto che don Giussani abbia sempre e solo guardato al Verbo incarnato. Tutto il resto fiorito dalla sua vita non è stato che una conseguenza del guardare a Gesù. E questo perché, ha ricordato il Cardinale citando lo stesso Giussani, «al di fuori dell'avvenimento cristiano non si capisce cos'è l'io».

La connessione stretta tra il fatto di Cristo e il senso più profondo dell'uomo ha portato il fondatore di Cl a combattere contro il divario tra fede intesa come mera pratica esteriore e vita vissuta, creando così «un metodo originale e provocatorio che costringeva i giovani a prendere posizione» e consentiva di vedere la verità della fede a partire da ciò che si viveva. Ma, nota ancora Ouellet, più Giussani meditava e faceva scoprire il mistero di Cristo, più sottolineava l'importanza della Chiesa.

Per questo accoglierà il nome di Comunione e Liberazione, che verrà fuori da alcuni di quelli che lo seguivano, perché «ben traduce l'appartenenza a Cristo e alla Chiesa». E perché, come dirà di questo stesso nome l'allora cardinale Joseph Ratzinger, la libertà, per essere vera, ha bisogno della comunione con la verità stessa, con l'amore stesso, con Cristo.

Ouellet ha voluto sottolineare come occorra leggere l'intera biografia per vedere tutti gli sviluppi che ogni singolo episodio della vita di Giussani ha portato: dalle lezioni alle lettere, dalle malattie ai lutti, fino agli incontri occasionali. «È ancora lui che ci raggiunge all'interno e oltre questa biografia, per dirci l'unica cosa che per lui contava: l'unione con Cristo».

Di questo «cristocentrismo» di don Giussani ha parlato anche Mauro, ponendo subito in luce, però, come l'avvenimento di Gesù divenuto carne abbia bisogno dell'uomo e del suo «sì» di fronte a questo fatto, chiamando in causa la sua libertà. In tutto il libro, ha sottolineato il direttore di Repubblica, è presente questo Dio-persona che si può incontrare e che ti cambia radicalmente la vita. Don Giussani affermava che «noi siamo stati creati per dire che è venuto Cristo. Se ci si dimentica di Cristo, il cristianesimo è ridotto a zero».

Mauro, ricordando il proprio punto di vista come laico, ha voluto evidenziare gli elementi di distanza e quelli di comunanza con quanto affermato dal fondatore di Comunione e Liberazione. Se da una parte nega l'esistenza di verità assolute, in quanto tutte le verità sono relative, e il fatto che si possa dare significato alla vita dell'uomo solo con qualcosa di trascendentale, dall'altra condivide la costante tensione di Giussani a «vivere intensamente il reale» e la coscienza che «se vogliamo che cambi il mondo, qualcosa deve cambiare in noi». Da ultimo sottolinea i punti in cui il sacerdote mette in evidenza la misericordia di Dio, a discapito della condanna, perché «la più grande mancanza è non sentire l'uomo».

Salvatore Abbruzzese ha notato come in questo libro i fatti non vengano solo raccolti, ma anche interpretati. E questo proprio perché don Giussani era il primo che «leggeva sempre quello cha accadeva», in un nesso costante tra pensiero teorico e l'esperienza personale. Quest'attenzione al quotidiano non poteva che sfociare nell'attenzione all'altro, a qualunque altro, e a guardare qualsiasi situazione come un'occasione per rispondere a Cristo.

«Ognuno di noi, compiendo quello che ha da compiere, fa una cosa molto più perfetta di un'opera d'arte». L'intento di don Giussani non era recuperare un'egemonia ecclesiale, dal momento che nel tempo in cui aveva cominciato la sua opera le chiese non erano di certo vuote, ma desiderava un'esperienza autentica che prendesse sul serio i bisogni dell'uomo. L'ambiente circostante poteva essere cambiato solo attraverso una nuova coscienza dell'uomo e delle sue necessità più vere e profonde. Quindi il punto non era cambiare il mondo - questo sarebbe arrivato solo come «prodotto secondario» -, ma «fare la Chiesa», richiamando l'esperienza degli apostoli e il cristianesimo primitivo. Non c'era in ballo un progetto, ma un cammino educativo che partiva da un interesse per l'altro.

La conclusione è toccata all'autore della biografia, Alberto Savorana, che ha ringraziato per gli interventi fatti «perché mi rendo conto che questo libro è troppo poco rispetto a tutta la vita che questa vita ha generato». Da ultimo, ha augurato ai presenti di fare la «stessa esperienza entusiasmante che ho fatto io». Con un'unica avvertenza: non basta leggere, bisogna esserci ed essere disponibili a «ripercorrere la stessa esperienza umana, di ragione e di fede» che don Giussani ha fatto.

 

Rocco Buttiglione Luigi Agnese Roberto Fontolan Renato Farina Renato Farina Platea teatro Eliseo Mons Lorenzo Leuzzi e Rocco Buttiglione Mons Leuzzi e Ministro Mauro Mons Leuzzi e Ministro Mario Mauro Mauro Ouellet Fontolan e Abbruzzese Mario Mauro e Maurizio Lupi

Ultimi Dagoreport

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…