1- CHI È L’ITALIANO: IL SICILIANO O L’ALTOATESINO? IL CARABINIERE O IL PUNK TATUATO? 2- CALIMERO TOSCANI SBARCA A ROMA CON 50 RITRATTI DELLA MOSTRA “RAZZAUMANA/ITALIA” ALLA GALLERIA L’ARCHIMEDE: “È UNO STUDIO SOCIO-POLITICO, CULTURALE E ANTROPOLOGICO PER CAPIRE CHE FACCIA ABBIAMO, LE DIFFERENZE, COME SIAMO FATTI!” 3- METTI INSIEME TOSCANI E BONITO OLIVA: “CON LA SUA OTTICA FRONTALE CI CONSEGNA UNA INFINITA GALLERIA DI RITRATTI CHE CONFERMANO IL RUOLO DELL’ARTE E DELLA FOTOGRAFIA: RAPPRESENTARE UN VALORE CHE È QUELLO DELLA COESISTENZA DELLE DIFFERENZE” 4- STREET-PARTY ARTE-SCLEROTICO CON SET FOTOGRAFICO DI TOSCANI A CACCIA DI FACCE

Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo

1- CHI È L'ITALIANO: IL SICILIANO O L'ALTOATESINO?
Da "www.ArtTribune.com"

Oliviero Toscani, discusso e creativo fotografo italiano, geniale ed impertinente artista del nostro tempo, è sbarcato a Roma con la sua mostra RazzaUmana/Italia presso la Galleria L'Archimede, in via del Vantaggio.

Un viaggio fotografico attraverso i luoghi del nostro Bel Paese per documentare i volti della gente comune, cogliendo differenze e somiglianze.

La mostra raccoglie ben 50 ritratti scattati nelle città, piazze e strade d'Italia che danno vita ad un reportage sui volti, gli sguardi, le espressioni, l'abbigliamento della gente, con lo scopo di catturare caratteristiche morfologiche e sociali di un paese che sta cambiando.

Come lo definisce lo stesso Toscani: "è uno studio socio-politico, culturale e antropologico per capire che faccia abbiamo, le differenze, come siamo fatti! ". Durante la mostra è stato allestito un set fotografico in cui il maestro Toscani ha coinvolto i presenti in una serie di scatti.

La mostra fortemente voluta nella propria Galleria da Lucio Mucciaccia è anche un contributo alla celebrazione dei 150 anni dell' unità d'Italia.

2 - BENI CULTURALI: TOSCANI A SGARBI, BIENNALE A NAPOLI? GIA' TROPPA MONNEZZA
(Adnkronos)
- "Sgarbi dice che Napoli e' morta perche' non ha accettato la sua Biennale? Sotto il Vesuvio di immondizia ce n´e' gia' troppa". Cosi' l'artista e fotografo Oliviero Toscani replica alle dichiarazioni del critico d'arte Vittorio Sgarbi. "Visto il tenore artistico della presente edizione della Biennale - spiegato Toscani - le istituzioni napoletane hanno fatto bene a tenersene alla larga e hanno dimostrato intelligenza. Dopo la monnezza ordinaria che affligge la citta', non si poteva certo passare alla spazzatura artistica di Sgarbi!".

3 - LA RAZZA UMANA - LA COESISTENZA DELLE DIFFERENZE
Testo Critico di Achille Bonito Oliva

La storia dell'arte ci ha abituato a considerare la sua produzione come una pratica soggettiva dell'occhio che piega a propria immagine e somiglianza il reale mediante gli attrezzi del linguaggio. L'immagine è sempre la conseguenza di una piega, di una torsione dell'occhio intorno al proprio campo visivo, di un movimento irrimediabilmente soggettivo e affettivo.

La fotografia invece ha introdotto un procedimento anaffettivo, una mentalità che sembra meglio fare il calcolo delle cose e strappare alla realtà la pelle. Un luogo comune assegna alla fotografia il luogo di una crudele oggettività, il senso di una pratica chirurgica che seziona, taglia e preleva il dettaglio dalla rete di relazioni con il mondo.

La distribuzione dei ruoli assegna quindi all'artista il posto dello sguardo eccentrico ed al fotografo quello dello sguardo statistico, all'arte il privilegio di assecondare la malattia della soggettività e alla fotografia il compito di sviluppare l'impossibile atteggiamento dell'impassibilità e della neutralità.

Oliviero Toscani pratica da molti anni una tangenza con il mondo dell'arte e degli artisti, capovolge questo luogo comune e introduce nell'ambito dell'immagine la torsione tipica dell'anamorfosi che appartiene alla storia della pittura, adoperando rigorosamente gli strumenti del linguaggio fotografico. Si mette nella posizione del duello, il fotografo di fronte al dato, non lascia scattare il dito sulla macchina precipitosamente, bensì promuove una serie di relazioni e rispecchiamenti, per cui arriva all'immagine mediante un rallentamento mentale e l'assunzione di una posizione di lateralità rispetto al proprio mezzo.

Nella "razza umana", una galleria infinita di ritratti di varia ed anonima umanità, la fotografia non è casuale e istantanea, non è il risultato di un raddoppiamento elementare, bensì di una messa in posa che complica e rende ambigua la realtà da cui parte.

Una torsione, modifica l'immagine, nel tentativo di introdurre nell'ambito della visione l'eccentrico. Se tutto questo produce il risultato dell'oscuramento, dell'interdizione della visione frontale dell'opera, il processo esecutivo richiede il rigore della costruzione.

Oliviero Toscani d'altronde opera attraverso la messa a punto di momenti operativi molteplici, secondo il progetto di una scena che va prima costruita e poi fermata dall'occhio fotografico. Ora l'occhio accetta la malattia, l'introduzione di un immaginario che riesce prima a disporre le cose secondo un rigore spaziale direttamente collegato alla possibilità del risultato fotografico, e poi a catturarle mediante l'impiego di un'ottica specifica.

Finalmente la fotografia assume l'artificio di preordinare la realtà e di cogliere l'evento senza sorpresa e improvvisazione, ma con l'attesa di un'immagine che rispecchia affettivamente una visione soggettiva.

La fotografia è anch'essa l'elaborazione del lutto, della perdita di una totalità che rimanda al distacco della nascita, quel trauma rinviante alla perdita dello stato di comunione con la materia.

Il mondo come perdita della vicinanza, nostalgia di un erotismo che nemmeno l'arte può ricostruire ma soltanto rappresentare mediante l'utilizzazione della distanza: questa sembra essere la filosofia di Oliviero Toscani. Il pathos della distanza ne presiede l'opera.

Nella razza umana la fotografia è conoscenza e nello stesso tempo perdita, condizione ambivalente tra senso delle cose e d'impossibilità di riprodurle linguisticamente. Da qui l'adozione iconica delle cose e della visione dall'alto. La consapevolezza di una necessità che aiuta ad avere uno sguardo ossessivo sul mondo e nello stesso tempo l'impedimento di un attraversamento totale della materia e del suo spessore.

Uno sguardo stoico domina qui la visione che utilizza i modi convenzionali dello sguardo per mettere in scena l'essere tra le cose e con le cose.

Oliviero Toscani nella razza umana costruisce le sue camere dello sguardo, macchine da fermo, di uno sguardo dall'alto onnipotente ed infantile capace di dominare grandi territori dove la vita pulsa nei suoi particolari e dettagli. Tali caratteri diventano la struttura visiva di un sistema astratto eppure concreto del vedere, analisi descrittiva e sintetica per qualità di uno spazio concentrato dentro i confini di una visione labirintica e nello stesso tempo familiare.

Il fotografo adopera la stessa civile ipocrisia, utilizza materiali e convenzioni che rappresentano e nello stesso tempo negano la rappresentazione tra astrazione e figurazione. Oscilla liberamente con piacere e dolore costruendo immagini presenti ed allusive vicine ed anche distanti.

La vicinanza è dettata dalla scelta del materiale e dalla convenzione visiva che afferma e conferma la precisione dello sguardo. La distanza è rappresentata dalla filosofia dello sguardo stesso che conosce la sua possibilità e contiene anche la memoria di un contatto ormai impossibile da realizzare e ricostruire.

Abitare il mondo, ecco il desiderio che occupa la camera dello sguardo attrezzata da Oliviero Toscani che riconverte la sensazione nel controllo iconico, di una visione dall'alto che forse conferma ogni impossibilità, in quanto permette di controllare e preventivare ogni possibilità di movimento.

La fotografia, come l'arte, è movimento da fermo, l'artista è un nomade mentale che si muove e si sposta non con il suo corpo ma con il peso della materia con la quale realizza le sue opere. Ecco il miracolo della riconversione del tempo e dello spazio. La possibilità di tramutare il dinamismo del tempo e l'estraneità dello spazio della vita in una dimensione intrecciata e bloccata in cui convivono le due dimensioni ma viste a distanza.

Il pathos della distanza viene esorcizzato nella razza umana dalla fotografia che adopera le forme per riconoscerle ed adoperarle come strumento di analisi e di sintesi. Vedere dall'alto non significa sguardo superbo significa riconoscere l'artificio dello sguardo figurativo teso sempre verso l'astrazione. Astrarre come approfondimento e sottrazione, discesa e risalita dentro il cuore del ritratto.

Qui la fotografia fa un uso impersonale della struttura visiva. La camera dello sguardo viene adoperata per proteggere l'io dell'artista e dei soggetti fotografati che riesce a parlare garantito dalla convenzione dell'immagine. Un io allarmato e nello stesso tempo astuto, che conosce le capacità del linguaggio di manifestarsi senza tradire il suo autore.

Il linguaggio di Oliviero Toscani parla la terza persona della forma che crea una condizione di resistenza, di solidarietà ma anche di impenetrabilità anche di fronte alla nostra attenzione ammirata dello spettatore. L'artista, per narcisismo ama la contemplazione del pubblico ma non desidera essere penetrato nella intimità biografica.

In definitiva la "razza umana" è frutto di un soggetto collettivo, lo studio di Oliviero Toscani inviato speciale nella realtà della omologazione e della globalizzazione. Con la sua ottica frontale ci consegna una infinita galleria di ritratti che confermano il ruolo dell'arte e della fotografia: rappresentare un valore che è quello della coesistenza delle differenze.

 

OLIVIERO TOSCANI - RAZZA UMANA ITALIAOLIVIERO TOSCANI - RAZZA UMANA ITALIATETTONA EX FARNESINATA OLIVIERO TOSCANI RAZZA UMANA ITALIA I GALLERISTI MUCCIACCIA KURT LADY GUYA SOSPISIO CON FIGLIA MICOL MORALDI GUYA SOSPISIO ANAMARIA EL SANOUSSI ROSALBA GIUGNI GIULIANA GAMBA DAGO E ANNA DAGO X OLIVIERO TOSCANI DAGO E FRIEND LA SIGNORA BORMIOLI LE VIPPINE DAGO E ABO CARLA DE CHERCHI DAGO E ABO

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…