1- LA MORTE? UN’OPERA D’ARTE! IN MOSTRA A ROMA I CADAVERI DEL “DOTTOR MORTE” 2- IL DOTTOR GUNTHER VON HAGENS, ANATOMOPATOLOGO TEDESCO, MALATO DI PARKINSON, HA BREVETTATO LA TECNICA DELLA PLASTINAZIONE. SI TRATTA DELLA CONSERVAZIONE DI UN CADAVERE MEDIANTE SOSTITUZIONE DEI LIQUIDI CON POLIMERI DI SILICONE 3- L’EFFETTO È SORPRENDENTE: I CADAVERI, RIGIDI E COLORATISSIMI, NONOSTANTE GLI SCORTICAMENTI CHE NE MOSTRANO GLI ORGANI INTERNI, IL SISTEMA CIRCOLATORIO, MUSCOLI, TENDINI E OSSA, SEMBRANO PIÙ VIVI DI MOLTE PERSONE DI NOSTRA CONOSCENZA 4- CHIUNQUE PUÒ ENTRARE A FAR PARTE DELLA SUA COLLEZIONE. BASTA ANDARE SUL SITO WWW.BODYWORLDS.COM, SCARICARE IL MODULO DI CONSENSO DEL DONATORE RIEMPIRLO IN DUPLICE COPIA E INVIARLO FIRMATO ALL’ISTITUTO PER LA PLASTINAZIONE DI HEIDELBERG

Giordano Tedoldi per "Libero"
Foto di Mario Pizzi da Zagarolo

Siamo andati a vedere la mostra del dottor Morte, Body Worlds, che ieri ha aperto a Roma negli ex magazzini delle Officine Farneto. Sedici euro per goderci le «preziose schifezze», come le ha definite Francesco Merlo su Repubblica, del dottor Gunther von Hagens. Anatomopatologo tedesco, malato di Parkinson, ha brevettato la tecnica della plastinazione, che molto sarebbe piaciuta agli antichi Egizi.

Si tratta della conservazione di un cadavere mediante sostituzione dei liquidi con polimeri di silicone. L'effetto è sorprendente: i cadaveri, rigidi e coloratissimi, nonostante gli scorticamenti che ne mostrano gli organi interni, il sistema circolatorio, muscoli, tendini e ossa, sembrano più vivi di persone di nostra conoscenza.

Al confronto di talune mostre di arte contemporanea, certi festini di garze intrise di sangue e cadaveri in formaldeide, offerti da quotatissimi geni quali Hermann Nitsch o Damien Hirst, ci siamo anche annoiati molto meno. Il dottor von Hagens sarà pure, come osserva Merlo, un tardo epigono di Joseph Beuys, un pazzoide che confonde la sega dell'autopsia con il pennello con cui Rembrandt dipinse la celebre "Lezione d'anatomia del dottor Tulp".

E tuttavia, mentre gli artisti comunicano solo il funebre vicolo cieco in cui l'ideale estetico si è cacciato a furia di scorticarlo come un carciofo di cui non resta nulla, il pazzo von Hagens col suo cappellaccio e la sua postura resa vibrante dal Parkinson ci fa uscire dalla sua mostra con un rinvigorito istinto vitale, meravigliati della complessità e, ci si passi l'ossimoro, formidabile delicatezza dei nostri corpi.

ALLEGORIE DI CARNE
Come non restare incantati di fronte al plastinato della donna gravida di un bambino di otto mesi, vista in sezione, che trasmette un'impressione dell'accudimento, della carne materna che protegge il piccolo come nessun'opera d'arte può fare? Come non sbalordire di fronte allo scheletro d'uomo esposto con le sue arterie, le sue vene, e quella specie di barba sottilissima, scarlatta, che gli scende sino alle punte dei piedi, che sono i capillari?

Come giustamente sottolinea Merlo nel suo articolo, alcuni corpi sono appositamente configurati per stupire o far ridere, come il giocatore di badmington o il chitarrista, le cui posture pure rilevano il complesso gioco di spinte e controspinte realizzato dai muscoli. Ma non è forse qualcosa di più di una galleria anatomica, la donna equilibrista che, plastinata su una fune, sorregge su una mano i suoi stessi organi interni: cuore, polmoni, fegato, stomaco, intestini, come un bilanciere? Non è una magnifica allegoria dell'equilibrio carnoso, pulsante, sempre oscillante, che è la vita organica?

Meno convincenti, almeno a nostro gusto, le parti didascaliche, come la bacheca che espone i polmoni del fumatore incallito anneriti dal catrame al confronto di quelli bianchicci
del non fumatore. Uno dei primi insegnamenti che trae il visitatore di "Body Worlds", al contrario, è che la carne non è buona o cattiva, è funzione e meccanismo senza altro scopo che quello che la scelta del vivente gli dà. Un polmone marcio non è necessariamente meno sacro di uno immacolato.

SOTTILE AMORALISMO
Nel museo di corpi del dottor von Hagens si respira un salutare amoralismo che l'arte contemporanea, con tutte le sue pose trasgressive, se lo sogna. Forse è anche per questo che si esce leggeri come dal contatto della verità nuda e cruda, benché plastinata. Mentre dopo una mostra d'arte contemporanea la puzza di truffa resta nell'aria.
Ma da dove trae i suoi "pezzi" l'inventore della plastinazione?

Semplice, dal testamento dei morituri, che scelgono di donare il loro corpo, a condizione che non sia deceduto di morte violenta e che non debba essere sottoposto ad autopsia. Chiunque può entrare a far parte della sua collezione. Basta andare sul sito www.bodyworlds.com, scaricare le due guide per i donatori e i sopravvissuti e leggerle bene per un consenso informato, quindi scaricare il modulo di consenso del donatore (c'è la versione europea e quella americana), riempirlo in duplice copia e inviarlo firmato all'Istituto per la Plastinazione di Heidelberg.

L'Istituto vi invierà, assieme alla copia controfirmata dal dottor von Hagens, la vostra carta d'identità da donatore. Infine, al momento fatale, l'esecutore testamentario o il parente prossimo o il medico, precedentemente informato della volontà di essere plastinati e a conoscenza di tutta la documentazione, provvederà, a spese del defunto o dei parenti, al tempestivo invio del cadavere all'Istituto (se è estate e fa molto caldo, meglio spedirlo in due giorni).

VIVA LE PATOLOGIE
A quel punto, nel corpo donato viene arrestata la decomposizione mediante congelamento o un siero bloccante nei vasi sanguigni. In base alle cartelle cliniche del defunto si decide quindi se plastinare solo alcuni organi o tutto il corpo. Ciò che non serve (tessuti connettivi, parti della pelle e di ossa) viene incenerito. Del donatore non resterà più nulla se non ciò che verrà mostrato.

Anche se siete donatori di organi potete firmare per la plastinazione: in quel caso, il trapianto di organi avrà comunque la precedenza. Né sono impedimento le patologie: il corpo malato, come specifica la brochure informativa, è di estremo interesse per gli studenti di medicina. Potete anche motivare il perché della vostra donazione. Si può rispondere che in questo modo i vostri cari non dovranno portare fiori sulla tomba. Soltanto, se hanno voglia di rivedervi, pagare il biglietto d'ingresso.

 

VALERIA MANGANI VISITATORI VISITATORI VALENTINA VALENTINA VALENTINA ROBERTA BETA GUNTHER VON HAGENS SILVIA CARRASSI DEL VILLAR NATALIE RAPTI GOMEZ MOSTRA

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