1- SONO PASSATI APPENA UNA VENTINA DI GIORNI DALL’ABBANDONO E PARE UN SECOLO FA 2- DI COLPO SUL VOLTO CALCIFICATO DEL PATONZA E’ SCESA UNA PATINA CADAVERINA; TRISTE COME UN PIATTO DI VERDURE LESSE, UN BERLUSCONI UNIBLOC COME UNA CUCINA SALVARANI. PROVA ANCORA A FARE LA BATTUTINA “SONO IL PRESIDENTE…DEL MILAN” (LE BARZELLETTE SONO FINITE IN SOFFITTA) ALLE TRUPPE MAMMELLATE ACCORSE A BACIARE IL CATETERE CON LA SCUSA DELLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI ALFANO CHE NESSUNO DEI PRESENTI, FORSE NEMMENO L’AUTORE, HA LETTO 3- NON SONO PIU’ LORO LE SANTADECHE’, LE MELANIA RIZZOLI, LE MARIASTREGA GELMINI 4- PRIMA DI DIMETTERSI, IL BANANA HA CHIAMATO, TRA GLI ALTRI, CORRADINO PASSERA, PER AVER CONFERMA DEL TRAGICO SCENARIO CHE ENNIO DORIS AVEVA CONFIGURATO PER L’IMPERO DEL BISCIONE. AMORALE DELLA FAVA: PASSERA È A PROVA DI “TECNICI”…
1- DAGOREPORT
Prima di dimettersi, il Cavalier Spompato ha chiamato, tra gli altri, Corradino Passera, per aver conferma del tragico scenario che Ennio Doris aveva configurato per l'impero del Biscione. Amorale del governo Monti: il rapporto del Banana con Passera è a prova di "tecnici"...
2- LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI ALFANO, TRA ORGOGLIO E NOSTALGIA. E MARONI RIBADISCE: ALLEANZA FINITA
Wanda Marra per il "Fatto quotidiano"
"Raramente capita di parlare con un pubblico tutto a favore". Stringe la mano ad una delle tante signore - doverosamente taccata e imbellettata- Silvio Berlusconi e dalle due fessure che sono diventati i suoi occhi, quasi nascosti dalla maschera di cera (e di cerone) del suo volto, manca poco che spunti una lacrimuccia. Roma, piazza di Pietra, Tempio di Adriano. Occasione, la presentazione del libro di Angelino Alfano, La mafia uccide d'estate (edizione Mondadori). Il tempo sembra per un attimo tornare indietro a qualche settimana fa.
Prima dei professori di Monti, delle loro sobrie pose e dei loro sobri look. Sembra rivedere il vecchio governo schierato in grande spolvero. In prima fila, Gianni Letta, una sfinge immobile e attentissima (almeno pare), accanto a lui Monsignor Fisichella. Lo ringrazia pubblicamente Alfano . Ricorda di quando Monti ha fatto le prime consultazioni a "Palazzo Letta". E poi, appena finito l'incontro, privatamente, si affretta a stringergli la mano e gli chiede "Gianni, sono andato bene?". Tanto così, per confermare chi ancora muove i fili.
E che lui sarà pure lanciato, ma è il pupillo di tutti. Pure Maroni si avvicina a Letta e gli dice: "Grazie, ovviamente anche da parte mia". A ben guardare, qualche trasformazione c'è stata. Bruno Vespa che conduce l'incontro è un po' a disagio nel ruolo di ciambellane di una corte un po' provata. E così, si rifugia nell'aggettivo del momento: "Diamo atto a Berlusconi che sobriamente e con stile ha rilasciato poche dichiarazioni dopo le sue dimissioni". E quando l'ex premier tira in ballo "i comunisti" ai quali non bisogna lasciare l'Italia, addirittura lo rimbrotta: "Non le pare di esagerare?".
No, a Berlusconi non pare mai di esagerare. E fa una vera e propria reprimenda a Maroni che si ostina a dire che l"alleanza della Lega con il Pdl è finita". Sottotesto: non ce lo possiamo permettere. Intanto, Cicchitto si mette le mani nel naso, La Russa, Gasparri e Lupi (in prima fila) fanno a gara a chi manda più messaggi, Brunetta resta seduto, sguardo nel vuoto, cupissimo. Come la Gelmini che sta in un angolino e sembra non muovere neanche la testa. E Daniela Santanchè che per l'occasione sfodera una dolce espressione intenta.
Quagliariello, non in prima fila, ma accanto a una colonna, si guarda le scarpe, soffre tocca a lui evidentemente beccarsi qualche grana in Senato. Berlusconi conosce tutti i modi della persuasione: dà un buffetto a Maroni, che prova a sdrammatizzare: "Da quando si è dimesso, il Milan vince di più". E va oltre: "Riprenderò la presidenza del Milan". Ma mentre l'altro non demorde dalle sue posizioni, ticchetta le dita sul tavolo, ballonzola sulla sedia, prende appunti. Mastica amaro. Si rilassa un po' al peana di Alfano: "Berlusconi è sempre in grado di capire le ragioni altrui".
Raccoglimento, applauso da tributo. Lui riprende vigore. Confida che il leader dell'Udc "operosamente" lavorerà per tornare ad allearsi con lui. Lupi guida la claque. Per il resto è melassa, con Alfano che spiega: "Ho voluto scrivere un libro sulle mie emozioni da ministro della Giustizia. Quando sei davanti alle grate delle carceri e sai che il destino di molti dipende da te. O come quando ho deciso di permettere a un detenuto in regime di 41 bis a dare il seme a sua moglie per avere un figlio".
Vespa agita la penna tra le mani. Intanto, fuori la gente (metaforicamente) s'uccide per entrare: sala piena, forze dell'ordine schierata per non far entrare nessuno (tranne anche il più oscuro parlamentare), giornalisti con le mani alzate e il tesserino in evidenza. Visto l'evento, l'effetto è stridente.
VESPA ALFANO BERLUYSCONI MARONI VESPA ALFANO BERLUYSCONI MARONI SILVIO BERLUSCONI VALERIA LICASTRO ANTONIO MARTUSCELLO SILVIO BERLUSCONI SILVIO BERLUSCONI SILVIO BERLUSCONI