ninni bruschetta

CAFONALINO - NINNI BRUSCHETTA SCODELLA LO SPASSOSO MANUALE DI SOPRAVVIVENZA DELL’ATTORE NON PROTAGONISTA - “QUANDO IL FILM E' UN FALLIMENTO SI DICE CHE E' UN PRODOTTO DI NICCHIA" - LE FICTION ITALIANE SEMBRANO SCRITTE DAI NOSTRI NONNI E SONO RIVOLTE A UNO SPETTATORE IGNORANTE"

ninni bruschettaninni bruschetta

Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

Elisabetta Ambrosi per il “Fatto Quotidiano”

 

La prima volta da attore non protagonista fu quando all' asilo gli chiesero di fare il pastorello e lui era così emozionato da essere sul punto di fallire, nonostante non dovesse recitare alcuna battuta.

 

Da allora, Ninni Bruschetta ha fatto il regista teatrale, ha diretto teatri stabili - attualmente è direttore artistico del Teatro di Messina - e ha partecipato a circa 90 set tra cinema e tv (raggiungendo una certa notorietà con Duccio, il direttore della fotografia cocainomane di Boris). Ma sempre e solo da attore non protagonista.

 

ninni bruschetta e beppe fiorelloninni bruschetta e beppe fiorello

E proprio in questa veste ha pubblicato uno spassoso libro, Manuale di sopravvivenza dell' attore non protagonista , in cui racconta il mondo della fiction - la "madre" degli attori non protagonisti, che per sopravvivere devono per forza riciclarsi in tv - da un punto di vista inedito: quello di chi si trova a prendere aerei e treni come un forsennato, saltando da una fiction all' altra, in modo da non perdere nessuna delle proposte fatte, per poi trovarsi magari di fronte a poche battute irrecitabili e decontestualizzate o a prodotti talmente inconsistenti da costringerlo a "arrotondare" con fantasia il personaggio.
 

beppe fiorello ninni bruschetta claudio favabeppe fiorello ninni bruschetta claudio fava

L' attore non protagonista, una condizione stabile ("Se non siete bellissimi o molto raccomandati non farete MAI i protagonisti, e non vincerete mai un premio per attori non protagonisti, che vanno ai protagonisti quando fanno i non protagonisti"), deve fronteggiare numerose prove.
 

libro presentatolibro presentato

Ad esempio quella di essere impietosamente tagliati - è successo a Bruschetta con Moretti, "Ci rimasi malissimo" -, o sopportare l' incubo delle puntate pilota girate a costo zero nella speranza di catturare l' attenzione di un funzionario di rete; ma anche il vecchio amico che ti dice sadico: "Ma perché ti fanno sempre morire?", oppure l' incontro con gli attori sul set che se sono poco famosi si lamentano con te, se sono importanti ti parlano del loro prossimo impegno (sempre chiamato "Una cosa mia"), per poi alludere ai tuoi presunti fallimenti ("Mi è piaciuto, peccato fosse un prodotto di nicchia").
 

claudio favaclaudio fava

L' attore non protagonista necessita anche di una memoria di ferro perché in poche battute deve rappresentare un personaggio a tutto tondo, non deve confondersi (anche se all' autore è capitato di interpretare Duccio nella fiction Fuoriclasse, ma "per fortuna giravo solamente il cucchiaino in una tazza di caffè e nessuno si accorse di nulla"), soprattutto deve avere una grande forza d' animo ("Vi troverete a invidiare il posto fisso del cassiere, del tassista, di chiunque vi dia l' idea di non dover aspettare che qualcuno lo chiami per lavorare").

 

Nonostante tutto, essere non protagonisti può avere qualche vantaggio. I vip, infatti, spesso subiscono copioni che gli addossano sulle spalle "uno spropositato carico di responsabilità", ma soprattutto sono "stressati da interviste, autografi, fotografie, contratti, inviti in tv e nelle radio, servizi su Vanity Fair e molte altre cose orribili di questo genere". E magari quando stanno sul set cercando di concentrarsi su un "copione di merda" arriva l' attore pseudoemergente "che gli rompe apertamente le palle".
 

ninni bruschetta (2)ninni bruschetta (2)

Il libro contiene uno sguardo impietoso sulla fiction italiana. "Dopo le saghe mafiose, il terrorismo, il falso patriottismo, dopo aver proposto in tutte le salse le scuole e gli adolescenti, dopo aver decretato il declino dello sceneggiato in costume, dopo i papi, i santi, i preti, dopo gli istant movie non riusciti, fino ad arrivare alla satira della fiction stessa, cos' altro ci potrà essere?", si chiede l' autore. A parte poche eccezioni, infatti, (tra cui Romanzo Criminale e Gomorra), la fiction italiana si è assunta la responsabilità di "restituire una realtà edulcorata, appiattita su un livello basso imposto politicamente allo spettatore medio".
 

beppe fiorellobeppe fiorelloclaudio fava (2)claudio fava (2)

"La maggior parte", continua, "sembra scritta dai nostri nonni, sono rivolte a uno spettatore buonista, bigotto, perbenista, ignorante". E poi c' è il mondo dello spettacolo, un diffuso sottobosco fatto di funzionari incompetenti, pseudogiornalisti, critici improvvisati, arrampicatori privi di scrupoli, fantomatici esperti, leccatori di culo dei produttori e, peggio, leccatori di culo degli assistenti dei produttori. I cast vengono scelti in modo surreale: "Si fanno sempre i soliti tre nomi, quelli che si ricordano, magari perché li si è conosciuti a un ricevimento, o perché gliene hanno parlato i figli o la moglie o semplicemente perché fanno audience.
 

La corrispondenza col personaggio viene del tutto ignorata". Eppure basterebbe poco: "Dare spazio a sceneggiature ben scritte, ai registi e agli attori bravi, fare le cose come si deve, ripristinare le vere gerarchie e puntare sulla qualità". Perché di questo si gioverebbero tutti, in primo luogo gli attori. Protagonisti o non protagonisti che siano.

beppe fiorello ninni bruschetta e claudio favabeppe fiorello ninni bruschetta e claudio fava

 

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