cenerentola

CAFONALINO - SUCCESSO TRIONFALE PER EMMA DANTE ALL’OPERA DI ROMA - ''LA REGISTA HA COLTO PERFETTAMENTE LA DIROMPENTE MODERNITÀ DELLA “CENERENTOLA” DI ROSSINI'' - ''IL POTERE VINCE SEMPRE, DIVENTA UNA MACCHINA PERVERSA IN CUI GLI AUTOMI AGISCONO COME BAMBOLE MECCANICHE''

Cenerentola DI EMMA DANTE  Cenerentola DI EMMA DANTE

Foto di Luciano di Bacco per Dagospia

 

Dino Villatico per “la Repubblica”

 

Robert Schumann, credendo di liquidarlo, scrisse che il teatro di Rossini è un teatro di marionette. Con la medesima convinzione, Theodor Adorno liquidò Stravinsky come musica che riproduce i meccanismi oppressivi del potere. La musica di Stravinsky è, invece, come quella di Rossini, di una dirompente modernità.

 

vittoria e giulio mairavittoria e giulio maira

Emma Dante ha colto perfettamente la natura della musica – e del teatro – di Rossini. Davvero un teatro di marionette, ma non nel senso che i personaggi non abbiano né sentimenti né caratteri, bensì in quello più profondo che l’umanità stessa, e tutta la sua storia, sono uno spaventoso e folle teatro di automi.

 

stefano iracistefano iraci

In genere, in questo teatro mancano le figure dei buoni. Tutti i personaggi sono mossi da ambizioni egoistiche. Rossini è l’opposto di Verdi. Il potere vince sempre, che sia giusta o sbagliata, pietosa o feroce, la sua vittoria. Ma Cenerentola è una fiaba. E allora qui Rossini si concede l’idealizzazione di un personaggio totalmente buono, anzi di due, Angelina, Cenerentola, e don Ramiro, il principe. Che alla fine trionfano. Ma solo perché siamo a teatro. E perché si tratta di una fiaba.

 

E, come si sa, la fiaba non ha psicologia. Dandini, il servo, lo mette continuamente in evidenza, esce dal coro, spiega l’azione. E Angelina stessa, fin dall’inizio, racconta la propria fiaba. Tutto ciò, nello spettacolo di Emma Dante, diventa una macchina perversa in cui gli automi agiscono avviati da una chiavetta sulle spalle, come bambole meccaniche.

 

Cenerentola DI EMMA DANTE  Cenerentola DI EMMA DANTE

La tempesta è una tempesta di odio e di furore dei “cattivi”, patrigno e sorellastre, contro la “buona”, Cenerentola, presa a pugni e calci. La festa del principe è un sacrificio rituale delle aspiranti spose che, vistesi escluse, si ammazzano. La storia non si cambia. Le malvagie sorellastre, anche se perdonate, si affrettano a impossessarsi del trono. Il mago le scaccia.

 

Ma in quale realtà c’è un mago che scaccia i malvagi? Alejo Pérez concerta la cesellatissima partitura mettendo anche lui in rilievo la natura motoria, quasi automatica, di questa musica. Magari sacrificandone gli aspetti squisitamente melodici, che non mancano. Ma i pezzi d’insieme risultano d’una vitalità dirompente, accattivante.

sabrina floriosabrina florio

 

Gli interpreti lo assecondano con omogenea partecipazione. Qualcuno, come le sorellastre di Annunziata Vestri e Damiana Vizzi, o l’Alidoro di Ugo Guagliardo, con qualche problema di spessore vocale. Gli altri, a cominciare dall’ormai storico Don Magnifico di Alessandro Corbelli, adeguandosi in pieno alla furia teatrale della musica.

 

emma danteemma dante

Superlativa la Cenerentola di Serena Malfi, delicata e decisa, strabiliante nel pirotecnico rondò finale. Vivace e divertente Dandini Vito Priante, maschera che denuda le malefatte delle altre maschere. Infine, il buonissimo principe, Juan Francisco Gatell, argentino, come il direttore Pérez, appare stilisticamente ineccepibile, anzi ammirevole, ma con un volume di voce non sempre pieno. Bella la scena unica di Carmine Maringola e divertenti i costumi di Vanessa Sannino. Benissimo l’Orchestra e il Coro. Successo trionfale per tutti.

renato balestrarenato balestramirella lombardo roberto d agostinomirella lombardo roberto d agostinonicoletta odescalchi carlo fuortes cristiana del mellenicoletta odescalchi carlo fuortes cristiana del melle

 

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