maradona menotti

"IL CALCIO E’ TRE COSE: TEMPO, SPAZIO, INGANNO" – SE NE VA A 85 ANNI CESAR LUIS MENOTTI, IL LEGGENDARIO “FLACO”: È STATO IL CT CHE PORTÒ LA PRIMA COPPA DEL MONDO ALL'ARGENTINA AL TEMPO DEI GENERALI – L’AMORE PER IL BEL GIOCO (“IL MOTTO DELLA JUVE È DA SEMPRE 'VINCERE È L'UNICA COSA CHE CONTA'? FRASE GROSSOLANA, COSA SIGNIFICA?”), LE RADICI ITALIANE (“IO SONO MENOTTI, COME IL FIGLIO DI GARIBALDI”), MARADONA, CR7 E MESSI,  DYBALA, LAUTARO E ICARDI, L'ESONERO ALLA SAMP E QUELLA VOLTA A POSITANO: “UNA PISCINA E LÌ VICINO MODUGNO CHE CANTA...”

https://www.dagospia.com/rubrica-30/sport/ldquo-motto-juve-sempre-39-vincere-39-216479.htm

 

 

Emiliano Guanella per la Stampa - Estratti

 

MARADONA MENOTTI

Nelle ultime settimane il “Flaco” aveva smesso di andare a prendersi il suo rituale caffè con medialunas alla caffetteria Saint Moritz, pieno centro di Buenos Aires. Era stato ricoverato a fine marzo per un quadro severo di anemia, si sentiva debilitato, con poca forza per parlare di fútbol con il microcosmo degli amici di tutta la vita, tradizioni argentine che ricordano tanto anche l’Italia. Amava il buon gioco, Cesar Luis Menotti, amava vivere il calcio con la passione di chi ne ha fatto una ragion di vita.

 

Allenatore del primo mondiale della selección, quello di Kempes e Passarella ma anche della lunga notte dei militari. Non aveva portato un giovanissimo e molto promettente Maradona, ma aveva comunque conquistato sul campo il primo trofeo per una delle patrie più pazze al mondo per la pelota. Era uomo di principi e di valori, il bel gioco prima dei risultati, il calcio come fatto culturale, dna di una nazione che vede tra l’olimpo degli dei suoi grandi campioni.

 

MARADONA MENOTTI

Kempes,appunto, Diego e poi Lionel Andrés Messi, che ha accompagnato per molto tempo, difendendolo dalle critiche ingiuste di chi pensava in patria che non si impegnasse a fondo per la celeste y blanca. Parlare di calcio con Menotti non equivaleva mai a una chiacchierata scontata o per luoghi comuni, non ci si soffermava sui grandi titoli ma sui dettagli, sulle fondamenta anche morali che costruiscono l’essenza di una squadra, di un allenatore o di un giocatore. Per il “Flaco” il calcio argentino non poteva sfuggire dai suoi padri fondatori, dalla “Maquina” del River Plate degli anni Quaranta o da Angellilo, da Machio, da Sivori e, perché no, Di Stefano, che non ha mai voluto accusare di “traditore”. Per aver scelto la Spagna.

 

MARADONA MENOTTI

Il calcio e la vita erano per lui una linea ferrea di tradizione e insegnamenti, di generazione in generazione. Nulla nasce dal caso; così come senza l’impronta di genitori efficaci faticano a crescere dei buoni figli, senza i campioni di un tempo non ci sarebbero stati i trionfi del 1978, del 1986 e nemmeno quello tanto agognato in Qatar. La Federcalcio argentino ha fatto una delle poche cose buone degli ultimi anni quando gli ha assegnato il ruolo di coordinatore generale delle nazionali e questo gli ha permesso di scambiare punti di vista con Lionel Scaloni e il suo staff.

 

Dal primo giorno Menotti appoggiò il progetto pazzo della Scaloneta, dare in mano la nazionale argentina ad un tecnico debuttante e semisconosciuto ai più, massacrato dalla claque dei giornalisti a caccia di nemici. facili. Il Flaco era alto e magro, la figura tranquilla ma che esigeva rispetto, quando arrivava ad Ezeiza, il quartier generale della selección, tutti andavano a salutarlo, come si fa con un vecchio professore ancora in grado di insegnarti qualcosa. L’Argentina è da sempre la patria dei duopoli, c’è sempre una linea divisoria tra una parte e l’altra della società, sei peronista o antiperonista, sei Boca o River e sei anche Menottiano o Bilardista.

MARADONA MENOTTI

 

(...) Menotti lascia il campo a 85 anni, con un’Argentina orfana di Maradona ma con la terza stella orgogliosamente cucita sul petto.

 

Lascia un Paese di nuovo alle prese con crisi economiche e forti contrasti politici, quel tango della vita che lui osservava dal suo tavolo numero dieci del bar preferito. “Ci lascia – ha detto ieri Scaloni – un maestro del calcio: grazie per queste chiacchierate indimenticabili che ci lasciavano grandi insegnamenti. Hasta siempre, caro Flaco”

MARADONA MENOTTICésar Luis MenottiCésar Luis MenottiCésar Luis Menotti e klinsmannCésar Luis MenottiCésar Luis Menotti e VidelaMARADONA MENOTTI

 

Ultimi Dagoreport

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, MATTEO SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…