ALTRO CHE CAMPO LARGO! SCHLEIN E CONTE SONO RIUSCIUTI A SCAZZARE ANCHE SULLE NOMINE DEL CDA DELLA RAI: IL PD AVEVA PROPOSTA AI DEPUTATI M5S DI RESTARE FUORI DALL’AULA, MA LORO HANNO PARTECIPATO ALLE VOTAZIONI ED ELLY È RIMASTA COL CERINO IN MANO. GIUSEPPI SI SMARCA: “IL CDA NON È UNA POLTRONA. SONO FUNZIONI DI CONTROLLO E VIGILANZA” – COME DAGO-ANTICIPATO, GIORGETTI HA INDICATO SIMONA AGNES COME PRESIDENTE E GIAMPAOLO ROSSI NEL RUOLO DI AD – COMPLETATO IL CDA: DOPO FEDERICA FRANGI E ROBERTO NATALE ELETTI DALLA CAMERA, IL SENATO VOTA PER ALESSANDRO DI MAJO E ANTONIO MARANO…
Estratto dell'articolo di Antonella Baccaro per www.corriere.it
Il Cda Rai è completo: nella mattinata di giovedì sono state messe a punto tutte le nomine.
Federica Frangi, giornalista del Tg2, per Fratelli d’Italia, e Roberto Natale, dirigente Rai, per Avs sono i membri del consiglio di amministrazione della Rai eletti dalla Camera stamane: alla prima sono andati 174 voti e al secondo 45. Ma a votare sono stati solo 231 deputati, non avendo risposto alla chiamata i parlamentari del Pd, secondo la linea aventiniana indicata dalla segretaria Elly Schlein.
Una scelta condivisa da Italia Viva e da Azione di Carlo Calenda, che ha annunciato il suo posizionamento stamattina.
Antonio Marano e Alessandro Di Majo sono i due consiglieri di amministrazione Rai eletti dall'aula del Senato. Il primo, indicato dalla Lega, è stato il più votato con 97 voti. Di Majo, già consigliere in quota M5s dal 2021, ha ottenuto 27 voti. Un voto è stato per Ruggero Aricò, due schede bianche e quattro nulle. Hanno partecipato al voto 131 senatori. Il Pd, Italia Viva e Azione non hanno partecipato al voto.
Questa mattina il ministro dell'Economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti ha proposto alla presidenza del Consiglio dei ministri la nomina di Simona Agnes e Giampaolo Rossi (come amministratore delegato) nell'ambito del Cda della Rai.
La procedura che ha portato al rinnovo di sei membri del cda (uno, quello votato dai dipendenti Rai, era già stato già eletto) non chiude comunque le polemiche esplose con la spaccatura del “campo largo”.
Stamattina tutti i leader dell’opposizione hanno ribadito la propria linea. A partire da Schlein che ha precisato che «il Pd è rimasto sulla posizione che era di tutte le opposizioni fino a ieri. Noi rimaniamo coerenti con l’idea che sia sbagliato rinnovare un consiglio di amministrazione che sostanzialmente è già fuori legge perché il Media Freedom Act europeo è un regolamento già entrato in vigore».
«Noi - le fa eco Maria Elena Boschi per Italia Viva - abbiamo condiviso la linea di Elly Schlein, quindi non parteciperemo al voto come non parteciperà il Pd. Se anche il Movimento 5 stelle avesse tenuto la stessa linea, oggi la maggioranza sarebbe in difficoltà, invece loro hanno preferito fare accordi con il centrodestra per i posti nel Cda. Siamo abituati a queste scelte un po' bizzarre da parte dei grillini, spero che smettano di dare lezioni agli altri».
A ribattere è Giuseppe Conte per il M5S: «Il cda non è una poltrona - spiega -. Sono funzioni di controllo e vigilanza». Poi affonda il colpo: «Chi non vuole occupare le poltrone in Rai, dica ai suoi "uscite fuori dalla Rai e abbandonate le poltrone"». Per Conte, la riforma della governance della Rai non si può fare in tempi rapidi, dunque serve vigilare sulla maggioranza, restando in cda.
Concorda Angelo Bonelli per Avs, osservando che «dopo aver calendarizzato la riforma del servizio pubblico, lasciare a Telemeloni anche il controllo totale del cda è qualcosa che riteniamo non saggio. Poi ognuno fa le sue scelte». Tranchant il suo commento sulla spaccatura tra le opposizioni: «Il campo largo non esiste ma e un lavoro che dobbiamo fare con molta pazienza e ci riusciremo - sostiene - Abbiamo già molti punti in comune, basti pensare al salario minimo e alla battaglia contro l'autonomia differenziata».
Intanto Forza Italia si porta avanti e già pensa alla elezione del presidente e della sua candidata Simona Agnes che dovrebbe essere indicata, al più tardi domani, dal Tesoro e poi sottoposta al voto della commissione di Vigilanza: «Agnes? È un nome di garanzia, una potenziale eccellente presidente...». Ma questo capitolo è ancora tutto da scrivere.
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