gianni bugno

UNA CAREZZA IN UN BUGNO – “PANTANI? NON E’ CERTO MORTO DI SPORT. NON VENNE ABBANDONATO DAI COMPAGNI E DAL CICLISMO. SI ISOLAVA, ERA COME SE SCIVOLASSE VIA” – IL DUE VOLTE CAMPIONE DEL MONDO GIANNI BUGNO FA 60: "IN BICI VADO POCO, PREFERISCO LA MOTO. NON RIVEDO LE IMMAGINI DELLE MIE VITTORIE, MI FANNO STARE MALE. SONO FATTO ANCHE DI OMBRE MA NON SONO DEPRESSO – ALL’ITALIA MANCA UN CAMPIONE DA CORSA A TAPPE. BISOGNERÀ CERCARLO NELLE SCUOLE, TRA I RAGAZZINI, ANCHE SE…” - VIDEO

 

Maurizio Crosetti per la Repubblica-Estratti

 

gianni bugno marco pantani

La profonda solitudine del ciclista è qualcosa negli occhi, indecifrabile. L’aveva anche Fausto Coppi, e l’aveva Pantani. Marco Pantani, che morì nel giorno di San Valentino di vent’anni fa. Quel giorno, Gianni Bugno di anni ne compiva quaranta. È stato un campione magnifico e dolente, un vincitore senza sorriso. Ha avuto molte vite, in bicicletta e pilotando elicotteri. Tante cose sono cambiate dentro il suo tempo, non lo sguardo.

 

Bugno, cosa ricorda di quel terribile 14 febbraio 2004?

“Ero a tavola, stavamo brindando e mi chiamarono i giornalisti per dirmi di Marco. Da quel giorno, ogni mio compleanno contiene anche lui e un po’ lo riguarda. Dieci anni dopo, il 14 febbraio 2014, morì mio padre. La butto sul ridere: tra poco ne compio sessanta, spero stiano tutti bene”.

 

Pantani venne abbandonato?

gianni bugno marco pantani

“Non dai compagni, non dal ciclismo. Lui si isolava, era come se scivolasse via. Ogni uomo ha scritto dentro il suo destino. Marco Pantani ha fatto la storia del ciclismo e ci ha lasciati troppo presto, ma non è certo morto di sport. La sua prima tappa, la vinse davanti a me”.

 

(...)

Lei ha vinto due mondiali, il Giro, il Fiandre, la Sanremo. Che tipo di corridore pensa di essere stato?

Completo, forte sulla resistenza. Inferiore rispetto agli specialisti, però mi arrangiavo”.

 

Si arrangiava? Guardi che lei ha segnato un’epoca.

“Non capisco perché la gente continui a volermi così bene, io non credo di essere stato niente di speciale, anche se il pubblico l’ho sempre rispettato. Ho vinto, sì, ma ho anche perso parecchio.

 

Il Giro delle Fiandre mi stava sfuggendo perché alzai le mani troppo presto, e lo stesso uno dei due mondiali. Che fesso. Diciamo che ho corso in un’epoca in cui si poteva vincere in quindici, le grandi corse, intendo. Adesso le vincono soltanto in sei: se ci sono loro, meglio lasciar perdere”.

alonso bugno

 

Torniamo per un momento a lei: è vero che, da ragazzino, quando vinceva una corsa non portava i fiori a casa?

“Sì, li buttavo via. Mi sembrava una cosa esagerata. Mettevo da parte anche le coppe”.

 

È vero anche che non riesce a guardare le sue immagini?

“Sì, mi fanno stare male. Dovrebbero farmi contento e invece no. Intanto, detesto la mia voce. E mi imbarazza tutto il resto. Non leggo le interviste. La ribalta non mi piace, e invecchiando sono pure peggiorato”.

 

(...)

Qualcuno ha scritto che lei è incline alla depressione: è vero?

“No, per niente. Sono fatto anche di ombre, come tutti, ma non sono mai stato depresso”.

 

gianni bugno moser pantani romiti

Perché un giorno diventò pilota di elicotteri?

“Il mio sogno di bambino erano gli aerei, non i campioni dello sport. Avrei voluto pilotare le Frecce Tricolori, e quando ho incontrato il famoso comandante Gigi Fiore, a Codroipo, è stato come toccare un mito. Una cosa che mi piaceva, quando correvo in bici, era alzare gli occhi e guardare l’elicottero. Così mi sono messo a studiare e ho preso il brevetto”.

 

Per molti anni, lei ha pilotato proprio quell’elicottero della Rai.

“Mi sono sentito ancora in gruppo, è stato bello. Ed è stato bello portare le immagini del ciclismo nelle case della gente, insieme all’amico operatore Giorgio Viana”.

Cos’è, volare?

“Soddisfazione, leggerezza. È libertà”.

gianni bugno

 

Poi lei ha avuto un piccolo malore, e non ha potuto più decollare: com’è andata?

“È stato durante il Covid. Una cosa da nulla, ma giustamente le regole dell’Enac per i piloti sono severissime. Ora vediamo se mi daranno di nuovo la licenza, altrimenti pazienza, sarà come per la bicicletta, addio senza dolore e senza rimpianti. Nell’attesa, mi occupo di consulenze aeronautiche e certificazioni. Va bene così”.

 

Le piace il ciclismo di oggi?

“I campioni hanno un motore diverso dal nostro, sono preparati al millesimo. I sei fuoriclasse di questa epoca, dove il migliore secondo me è Pogacar, creano l’evento con la loro stessa presenza, altrimenti è un piattume. La figura dell’outsider è scomparsa”.

 

Noi però abbiamo Ganna.

“Vogliono trasformarlo in corridore da classiche, ma penso sia un errore: così rischiamo di perderlo anche come cronoman, dove lui è fantastico. Non va snaturato. Certo, una Roubaix potrebbe anche vincerla, ma se invece cade e si fa male? Se compromette una stagione dove può vincere le Olimpiadi? Lui non possiede certe malizie dello stradista, specialmente in discesa. Alcuni vengono dal ciclocross, sono mezzi acrobati, più scaltri di Filippo”.

 

Perché il ciclismo italiano fatica tanto?

gianni bugno

“Manca un campione per le gare a tappe e per le classiche. Siamo forti in pista, con le donne, nel cross. E ci sono pochi sponsor, l’attività internazionale costa troppo. Ci vorrebbe un leader in grado di trainare un po’ il sistema. Forse bisognerà cercarlo nelle scuole, tra i ragazzini, anche se andare in bicicletta sta diventando sempre più pericoloso e io li capisco, i genitori, se hanno paura”.

 

(...)

Il momento più bizzarro della carriera?

“Quando feci una scommessa con l’autista della Nazionale, Giacomo Carminati, che ci portava al mondiale di Benidorm. Gli dissi: se vinco, mi fai guidare il pullman al ritorno? Avevo la patente giusta. Vinsi, e il giorno dopo mi misi al volante per centinaia di chilometri. Bellissimo”.

 

gianni bugno

Lei è stato per dodici anni il rappresentante sindacale dei ciclisti: di cosa hanno bisogno?

“Di garanzie, tutela sanitaria e sicurezza. Un aspetto molto importante è il dopo carriera: in pochi ci arrivano preparati, per tutti gli altri è smarrimento. Ti svegli la mattina, e poi cosa fai?”.

Il doping è stato sconfitto?

“Sono stati fatti molti passi avanti, il problema è che la scienza del doping a volte sembrava correre più di quella dell’antidoping”.

(…)

GIANNI BUGNOindurain bugno chiappucciBUGNO CHIAPPUCCI INDURAINindurain bugno chiappuccigianni bugno museeuw

 

Ultimi Dagoreport

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…