CARO DAGO, L'ALOPECIA NON È UNO SCHERZO - UN LETTORE CI SCRIVE A PROPOSITO DELL'ARTICOLO DI ''LIBERO'': ''NON È COLPA DI CHI NE SOFFRE SE LA LEGGE PER RICONOSCERE L'ALOPECIA COME MALATTIA È ARRIVATA IN PARLAMENTO PROPRIO IN QUESTI GIORNI, IN PIENA CRISI DA VIRUS. MA CHI HA QUESTA MALATTIA AUTOIMMUNE, SOPRATTUTTO TRA LE BAMBINE, PASSA LA VITA TRA CORTISONE, FARMACI TOSSICI PER IL FEGATO E PIANTI. NON SONO 'DIVERSAMENTE PETTINATI'''
Riceviamo e pubblichiamo:
Con riferimento all'articolo di Salvatore Dama sull'alopecia, vorrei proporre qualche riflessione:
mia figlia ha iniziato la lotta con l'alopecia verso i 12 anni.
La sua adolescenza è trascorsa tra cappellini, bandane e pianti davanti allo specchio.
Adesso di anni ne ha 21 ed è bellissima, però sotto la protesi - 5000 euro - il suo cranio è completamente nudo.
Potete documentarvi su google immagini: l'aspetto di questi ragazzi - o bambini, anche - è lo stesso della chemioterapia.
Per l'alopecia autoimmune non ci sono cure efficaci, i tentativi terapeutici prevedono dosi massicce di cortisone o farmaci epatotossici.
Il percorso per il riconoscimento come "malattia" data da molti anni.
Non è certo colpa dei ragazzi se è arrivato in Parlamento proprio in questi giorni.
Salvatore Dama (che per la sua chioma non disdegna l'uso di gel o fissatori per l'effetto sbarazzino-bagnato) utilizza per i "...diversamente pettinati..." questi termini: "...un sostegno per risolvere il disagio dei pelati...".
Non ritengo necessari ulteriori commenti, ma una dichiarazione: preferirei affrontare altre mille volte i problemi suddetti - ma vivere nel mio mondo, che vivere un solo attimo in quello di Salvatore Dama, e di chi se ne ritiene "collega".
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