velasco imane khelif

"CI SONO ATLETE CHE FANNO PIÙ PAURA DELLA PUGILE ALGERINA" – IL CT DELL’ITALVOLLEY DONNE JULIO VELASCO LANCIA L’ALLARME DOPING: "HO PIÙ SOSPETTI SUI FISICI DI ALTRI ATLETI CHE SU QUELLO DI IMANE KHELIF. NON FACCIO I NOMI PERCHÉ SE NO FINISCO COME ZEMAN, MA FATICO A CREDERE CHE SI COSTRUISCANO SOLO IN PALESTRA - IL DOPING NON SI RISOLVE, VA CONTENUTO. E’ UN PO’ COME LA CORRUZIONE.." – POI LANCIA UN ALTRO AVVERTIMENTO SUGLI ATLETI CHE CAMBIANO NAZIONALITA' SENZA PROBLEMI: "E' IL DOPING DEI PASSAPORTI..."

Umberto Zapelloni per “Il Foglio” - Estratti

    

julio velasco

Julio Velasco è abituato ad alzare il livello. Del gioco, delle parole, del discorso. Ha sempre viaggiato alto come sta facendo la sua nazionale femminile ai Giochi: tre partite, tre vittorie con un 3-0 finale alla Turchia che proprio non immaginava. 

 

(...) Adesso arrivano i quarti, con un avversario ancora da scoprire: “Non ci dobbiamo nascondere, nessuno crede che un quarto di finale dentro fuori sia una partita come le altre. Sarà una partita dove la troppa motivazione non deve diventare ansia perché se pensiamo solo di spaccare il mondo rischiamo di perdere lucidità“.

 

 

 

IMANE KHELIF

Il parco Giochi olimpico sta vivendo un momento particolare per lo sport femminile. Julio Velasco non è uno che scappa di fronte alle domande scomode, anzi gli piace cercare di schiacciare nel campo avversario. Non si tira mai indietro. (...) "Siamo a favore o siamo contro la pugile con una facilità assurda. Molti pur non sapendo bene di cosa si tratti prendono una posizione. Io credo che dovremo accettare l’esistenza di cose complesse e questa dell’identità di genere è una di quelle”.

 

E qui Velasco affonda i colpi: “Tutti stanno parlando della pugile algerina Imane Khelif, ma se uno guarda il suo fisico e quello di altre atlete e non faccio i nomi perché se no finisco come Zeman, beh io avrei più sospetti sui fisici di altri atleti che su quello della pugile. Io faccio fare pesi ai miei giocatori da quarant’anni e faccio fatica a credere che certi fisici si costruiscono solo con il lavoro in palestra.

 

julio velasco

Poi dai controlli antidoping non viene fuori nulla e non possiamo dire nulla, però… Non capisco questo scandalo per la pugile e poi nessuno dice nulla su altre situazioni che solo a vederle…”. 

 

  Velasco parla di doping e aggiunge: “Il problema è complesso ed esiste da sempre, un po’ come la corruzione. Non la risolveremo mai, ma bisogna contenerla. Dovremo fare lo stesso con il doping. Il problema è che il doping nasce dalla scienza e nella ricerca scientifica per curare le persone si fanno investimenti mostruosi in tutto il mondo e proprio da certe ricerche poi nascono le idee per il doping come capitato con l’epo. È un’utopia pensare che ci possa essere una struttura all’altezza per combattere il doping, quindi il problema esiste. Bisogna lavorarci continuamente”.

 

Intanto Velasco vorrebbe risolvere un altro problema più semplice. Il doping dei passaporti. Atleti che cambiano nazionalità senza problemi: “Qui è semplice, tutti gli sport dovrebbero avere la stessa regola del calcio dove se un giocatore ha giocato con una nazionale poi non può passare a un’altra. Qui non c’è bisogno si investimenti o scienziati. È semplice. Basta dire che chi ha giocato per una nazionale non può giocare in un’altra anche se cambia nazionalità. Una regola che deve valere per gli sport di squadra, ma anche quelli individuali.

 

julio velasco

Perché se non lo si ferma comincia il mercato che in realtà è già cominciato e guarda caso vedi gli africani diventare inglesi e non viceversa. Il flusso è sempre da paesi poveri a paesi ricchi e non mi sembra vada d’accordo con lo spirito olimpico. Ma lo abbiamo fatto anche noi in Argentina…Messi lo abbiamo fatto debuttare giovanissimo in nazionale per evitare che la Spagna ce lo rubasse, anche se credo lui non lo avrebbe mai fatto”.

 

 

 

julio velasco

Il problema dell’identità di genere nello sport femminile è enorme. “Credo che la forza della pallavolo femminile è che tutte le ragazze del mondo vedono che le giocatrici di pallavolo sono molto femminili. E questo attrae le ragazze e anche le famiglie. Non ho niente contro altri sport, neppure contro il rugby femminile. Le donne guidano i camion e possono giocare a rugby…ci mancherebbe altro. Ma la discussione su chi deve stabilire chi è o non è una donna è una discussione complessa, molto complessa. Io non ho una posizione. In questo caso poi c’è di mezzo una federazione non riconosciuta dal Cio e la situazione è ancora più politica. La situazione è molto complicata anche perché parliamo di uno sport dove si menano. Lo dicevo a tavola: ho visto gareggiare qualche donna che se menasse mi farebbe molto più paura dell’algerina”. Velasco ha alzato la palla. Ha acceso un riflettore sul doping. Non fa nomi. Ma il discorso è chiaro. Guardiamoci attorno.

julio velasco julio velasco IMANE KHELIFIMANE KHELIF velascojulio velasco

Ultimi Dagoreport

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…

italo bocchino maria rosaria boccia gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY DELON" E PRESENTA LE PROVE CHE SBUGIARDANO LA VERSIONE DELL'EX MINISTRO - IL FOTOMONTAGGIO DI SANGIULIANO INCINTO NON ERA UN "PIZZINO" SULLA PRESUNTA GRAVIDANZA DELLA BOCCIA: ERA UN MEME CHE CIRCOLAVA DA TEMPO SU INTERNET (E NON È STATO MESSO IN GIRO DALLA BIONDA POMPEIANA) - E LA TORTA CON LA PRESUNTA ALLUSIONE AL BIMBO MAI NATO? MACCHE', ERA IL DOLCE DI COMPLEANNO DELL'AMICA MARIA PIA LA MALFA - VIDEO: QUANDO ITALO BOCCHINO A "PIAZZAPULITA" DIFENDEVA L'AMICO GENNY, CHE GLI SUGGERIVA TUTTO VIA CHAT IN DIRETTA...

meloni trump

DAGOREPORT - NON SAPPIAMO SE IL BLITZ VOLANTE TRA LE BRACCIA DI TRUMP SARÀ UNA SCONFITTA O UN TRIONFO PER GIORGIA MELONI - QUEL CHE È CERTO È CHE DOPO TALE MISSIONE, POCO ISTITUZIONALE E DEL TUTTO IRRITUALE, LA DUCETTA È DIVENUTA AGLI OCCHI DI BRUXELLES LA CHEERLEADER DEL TRUMPISMO, L’APRIPISTA DELLA TECNODESTRA DI MUSK. ALTRO CHE MEDIATRICE TRA WASHINGTON E L’UE - LA GIORGIA CAMALEONTE, SVANITI I BACINI DI BIDEN, DI FRONTE ALL'IMPREVEDIBILITÀ DEL ''TRUMPISMO MUSK-ALZONE'', È STATA COLTA DAL PANICO. E HA FATTO IL PASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBOTTA VOLANDO IN FLORIDA, GRAZIE ALL'AMICO MUSK - E PER LA SERIE “CIO' CHE SI OTTIENE, SI PAGA”, IL “TESLA DI MINCHIA” HA SUBITO PRESENTATO ALLA REGINETTA DI COATTONIA LA PARCELLA DA 1,5 MILIARDI DI DOLLARI DELLA SUA SPACE X …

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. LA QUESTIONE DELLA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA SI INGARBUGLIA – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?