1. CICLONUDISTI DI TUTTO IL MONDO, PREPARATE A SMUTANDARVI: TORNA LA ‘’WORLD NAKED BIKE RIDE’’, LA PEDALATA A CHIAPPE SCOPERTE CHE DA 11 ANNI SCORRAZZA PER LE CITTÀ 2. IL MOTTO DEL MOVIMENTO DEI CICLO-MANIACI È “MORE SWEAT, LESS OIL”. PIÙ SUDORE E MENO PETROLIO. PER I CICLONUDISTI È “MORE ASS, LESS GAS”: PIÙ CULI, MENO BENZINA! 3. DA NEW YORK A SIDNEY, DA TORINO A LONDRA, IN PIÙ DI 60 PAESI SI CELEBRA IL RITO DELLA DIFESA DELL’AMBIENTE, PEDALANDO CON LE PALLE ALL’ARIA E LE TETTE AL VENTO PER RICORDARE QUANTO I CICLISTI SIANO VULNERABILI IN MEZZO AL TRAFFICO 4. GLI ORGANIZZATORI SOTTOLINEANO CHE NON È UN MODO PER FARE INCONTRI SESSUALMENTE PROMISCUI. E A GIUDICARE DALLE PANZE DI ALCUNI PARTECIPANTI, CI CREDIAMO

Foto da Villagevoice.com

Domani torna in tutto il mondo la World Naked Bike Ride. Nata nel 2002 durante Pedalpalooza, si svolge ormai in tutto il mondo, da New York a Sidney, da Torino a Londra. Pedalare nudi per attirare l'attenzione sulle necessità dei cicilisti: more sweat, less oil. Più sudore, meno petrolio. In questo caso il motto si trasforma in More ass, less gas: più culi, meno benzina.

Come scrive Valeria Scotti su bicizen.it:

Priorità importanti, anzi, fondamentali: il rispetto per l'ambiente, lo sviluppo di energie rinnovabili, l'indipendenza dal petrolio e la costante ricerca di soluzioni sostenibili.

Questi i punti fissi alla base del movimento internazionale World Naked Bike Ride i cui eventi, da una decina di anni, si svolgono sotto lo sguardo divertito dei passanti. Facile comprendere il perché: ci si dà appuntamento per un giro in bici come una classica Critical Mass, e i partecipanti salgono sulle due ruote completamente - o quasi - nudi.

Incontri dal forte impatto che in passato non hanno risparmiato arresti per le scene di nudismo, parti intime comprese, in città. Ma il movimento non si ferma e il 3 marzo scorso è risceso in strada. Questa volta l'appuntamento era a Melbourne, in Australia.

Pedali, corpo in primo piano, sessioni di body art, dj set e la possibilità di customizzare le proprie biciclette. La ‘mission' del movimento è chiara: "Affrontiamo il traffico automobilistico con i corpi nudi, crediamo sia il modo migliore per difendere la nostra dignità". Una chiara denuncia circa la vulnerabilità quotidiana a cui sono esposti i ciclisti. Nessun dubbio in merito: nonostante molte città siano state progettate per un uso consapevole della bici, la società ha puntato su valori troppo distanti dall'ambiente scegliendo mezzi costosi, pericolosi, rumorosi e ad alto tasso di inquinamento.

E a chi si offende ancora per il nudo, i partecipanti ricordano che i loro rendez-vous non hanno contenuti di tipo sessuale. Come inquadrarli dunque? Come una risposta creativa a ogni forma di repressione e un invito a cogliere la libertà che, ognuno di noi, dovrebbe ritagliarsi in una vita sana.

 

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