mantovano fazzolari giorgia meloni

CON QUELL’ESPRESSIONE PIÙ TRISTE DI UN PIATTO DI VERDURE LESSE, ALFREDO MANTOVANO RAPPRESENTAVA PER GLI APPARATI DELLO STATO QUEL BUON SENSO ISTITUZIONALE CAPACE DI ARGINARE LE ESTREMIZZAZIONI DI GIORGIA E I SUOI FAZZOLARI (MEGLIO PERDERE CHE PERDERSI) - NEI PRIMI MESI HA MANTENUTO LE ATTESE, POI L’ONDA D’URTO DELLA FIAMMETTA NERA (GIORGIA, ARIANNA, FAZZO, SCURTI) AL GRIDO “O SI FA COSÌ O NIENTE!” HA AVUTO LA MEGLIO ED OGGI CI RITROVIAMO UN BEL MANTOVANO MELONIZZATO - MELONIZZAZIONE CHE HA TOCCATO IL CLIMAX DEL RIDICOLO IN OCCASIONE DELL’INSOSTENIBILE BURLA TELEFONICA DEI DUE RUSSI, AL PUNTO DI DICHIARARE CHE MELONI “AVEVA CAPITO SUBITO” CON CHI STAVA CONVERSANDO... -  L’EVITA PERON DEL COLLE OPPIO DEVE RINGRAZIARE LA GUERRA IN ISRAELE CHE NON PERMETTE NÉ AI MERCATI ATTRAVERSO LE AGENZIE DI RATING NÉ ALL‘EUROPA DI CHIUDERE I RUBINETTI E GETTARE NELLA SPAZZATURA UN PAESE NEVRALGICO DEL MEDITERRANEO

alfredo mantovano giorgia meloni

DAGOREPORT

Per comprendere la melonizzazione di Alfredo Mantovano è necessario fare un salto indietro.

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio doveva essere il factotum di Giorgia Meloni, Giovanbattista Fazzolari. La Ducetta, che l’ha sempre considerato "la persona più intelligente che abbia conosciuto" (pensa gli altri…), non lo promosse ministro proprio per permettergli di restare giorno per giorno incollato al suo fianco.

 

roberto maroni e alfredo mantovano nel 2003

Ma dieci giorni prima del varo del primo governo italiano guidato da una donna, l’esperto Gianfranco Fini indottrinò la sua ex pulzella Meloni: dove pensi di andare senza un uomo che sappia collegare e coordinare Palazzo Chigi alle istituzioni, quel famigerato Deep State formato dal Quirinale, Corte dei Conti, Consulta, Servizi, Ragioneria, etc.

alfredo mantovano e gianfranco fini 2002

 

Un potere “invisibile” su giornali e talk ma che è il motore che manda avanti la macchina dello Stato senza il quale il premier può girare il volante del governo quanto e dove vuole ma resta in garage. Basta rinculare un po’ nel tempo per constatare come sono affondati gli esecutivi di Matteonzo Renzi (il tapino si permise di nominare il capo dei vigili urbani a capo del legislativo di Palazzo Chigi), a seguire quelli di Conte e di Salvini.

alfredo mantovano 2008

Puoi contare pure sul 30/40 per cento nelle elezioni e nei sondaggi volare come un’aquila ma quando gli occupanti di Palazzo Chigi cominciano a cotonarsi il cervello confondendo l’autorevolezza con l’autoritarismo, la condivisione con l’arroganza “Qui comando io!” e Lor Signori diventano quindi ‘’inaffidabili’’; allora il Deep State prende le forbici e, zac!, taglia i fili e rispediscono i burattini a casa a lucidare i manganelli.

Mantovano e Sansonetti

 

Appena fu decisa la nomina di Mantovano a Sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio, l’editorialista del Corriere della Sera Antonio Polito si precipitò a scrivere su Twitter: “Attenti ad Alfredo Mantovano, la vera sorpresa del governo, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Per chi non lo ricorda, è persona seria e di valore”.

giorgia meloni tra patrizia scurti e il marito capo scorta

 

Vedovo, tre figli, ex magistrato, è stato parlamentare di An e sottosegretario all’Interno nei governi Berlusconi II e IV nonché “montiano” dell’allora Pdl (così detto dal giorno del dicembre 2012 in cui, a differenza del Cav., Mantovano votò la fiducia al “tecnico” Mario Monti).

giovanbattista fazzolari pistolero

 

Con quell’espressione più triste di un piatto di verdure lesse, si vanta di essere un cattolico tradizionalista su bioetica, famiglia, droghe, matrimoni gay ed eutanasia (uno dei suo motti: “Cristo c’è sempre anche se mi distraggo e lo credo assente”): non a caso si è laureato alla Sapienza nel 1983 con una tesi sulla costituzionalità della legge italiana sull’aborto.

MELONI FAZZOLARI

 

Raccontato come “esperto conoscitore della macchina governativa”, gli apparati dello Stato puntavano molto sul buon senso istituzionale di Mantovano per arginare le estremizzazioni alla “Meglio perdere che perdersi” del camerata Fazzolari. E nei primi mesi ha mantenuto le attese tenendo aperto il suo canale con le istituzioni, scontrandosi con il “genio” di “Io sono Giorgia”. Poi l’onda d’urto del quadrilatero della Fiammetta Nera (Giorgia, Arianna, Fazzolari, Scurti) al grido “O si fa così o niente!” ha avuto la meglio ed oggi ci ritroviamo un bel Mantovano melonizzato.

matteo piantedosi - matteo salvini

 

Un trasbordo durante il quale ha dovuto ingoiare qualche rospo. Quando Meloni, per far dispetto a Salvini, ha estromesso il ministero dell’Interno dal dossier immigrazione girandolo nelle mani di Mantovano, Piantedosi ha subito stoppato il sottosegretario (‘’Il ministro sono io”) e, capito l’antifona, contemporaneamente ha traslocato le sue simpatie da Salvini verso Meloni.

 

Un lampante cambio di casacca è avvenuto proprio ieri quando Piantedosi ha deciso di affidare la gestione dell'emergenza immigrazione al prefetto Laura Lega. La stessa che 7 anni fa, febbraio 2016, in piena emergenza immigrazione, Matteo Salvini apostrofò rudemente:  "Vai a casa e cambia lavoro".

 

LAURA LEGA

La melonizzazione di Mantovano ha toccato il climax del ridicolo in occasione dell’insostenibile burla telefonica dei due russi, al punto di dichiarare che Meloni “aveva capito subito” con chi stava parlando. Subito è arrivata la pernacchia quando, ospite della Gruber il cosiddetto comico ha tenuto a precisare che la conversazione è durata quasi mezz’ora e ha ammesso candidamente che non sapeva più come portar avanti il colloquio con la premier italiana che non la finiva più di dare aria ai denti.

 

Così Mantovano viene sbertucciato dal Fattoquotidiano.it: “Su Radio24, descrive la vicenda come una trappola di intelligence architettata da Mosca e abilmente schivata dalla capa del governo: “C’è stato un tentativo di farle fare qualche errore di comunicazione che invece non c’è stato, perché Meloni dice in privato le stesse cose che dice in pubblico”, afferma.

 

tweet sulle scherzo telefonico a giorgia meloni 6

‘’Un punto di vista singolare, dato che fin dal suo insediamento la leader di FdI ha deriso chiunque chiedesse di fermare le armi, insistendo sul sostegno all’Ucraina “fino alla vittoria”.

Ai due zuzzurelloni para-africani ha raccontato invece che la controffensiva ucraina non sta andando come ci si aspettava ed è necessario trovare una “via d’uscita accettabile” dalla guerra”.

 

giorgia meloni emmanuel macron meme by edoardo baraldi

Silenzio assordante invece sull’altro tema della conversazione: il rapporto dell’Africa con la Francia sulla rivolta nel Niger, durante il quale la Sora Giorgia sprizza tutta la sua inossidabile animosità contro l’alleato europeo Macron. Da sottolineare in rosso che l’affare Niger non era stato minimamente sollevato dai due para-comici di Putin, lo ha inserito lei. Ora la diplomazia dell’Eliseo, come vuole un’antica tradizione, non ha ribattuto alla telefonata della Meloni.

 

i comici russi dello scherzo alla meloni a otto e mezzo

A Parigi sanno che mettere in campo l’ennesimo scontro franco-italiano, non porterebbe in questo momento a nulla di buono. Macron lo tirerà fuori al tempo debito. Magari in Commissione europea. Quando chiederà ai suoi alleati popolari e socialisti: è affidabile un premier che in pubblico afferma il suo atlantismo filo-Biden e in privato dichiara il contrario, come una Orban in gonnella?

 

MEME SULLO SCHERZO TELEFONICO A GIORGIA MELONI

Un quadro disastroso che per ora non avrà gravi conseguenze solo grazie all’offensiva criminale di Hamas. Meloni dovrebbe infatti portare un cero alla Madonna di Pompei per la terribile guerra in Israele che non permette né ai mercati attraverso le agenzie di rating né all‘Unione Europea di chiudere i rubinetti e gettare nella spazzatura un paese nevralgico per la geopolitica del Mediterraneo. Ma prima o poi, arriverà, se non la pace, un cessate il fuoco sia in Ucraina sia a Gaza e allora si regoleranno i conti con la Ducetta e la sua inadeguatezza politica.

tweet sulle scherzo telefonico a giorgia meloni 12

Ultimi Dagoreport

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…