
IL COMMERCIO È SOLO UNA SCUSA - NEI NEGOZIATI CON I LEADER CHE GLI VOGLIONO “BACIARE IL CULO”, TRUMP INFILA RICHIESTE DISPARATE: DAGLI ACQUISTI DI GAS LIQUIDO ALLE SPESE MILITARI FINO ALLE ESENZIONI PER LE AZIENDE AMERICANE. E CHI NON ACCETTA, S’ATTACCA AL DAZIO – IL TYCOON NON DISTINGUE TRA AMICI E NEMICI, GRANDI POTENZE E PICCOLI STATI POVERISSIMI: COME IL LESOTHO, COLPITO CON UN PRELIEVO AL 50% SULL’UNICO BENE CHE ESPORTA: IL TESSUTO DI COTONE DENIM USATO PER CONFEZIONARE I JEANS, A COMINCIARE DA QUELLI CON IL MARCHIO LEVI’S…
Estratto dell’articolo di Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”
MEME SUL CROLLO DEL VALORE DEL DOLLARO BY TRUMP
Alla Casa Bianca avranno aperto un «call center», visto che Donald Trump si è vantato, alla sua maniera, che si sono fatti vivi, in poche ore, oltre 75 leader stranieri. […] Come procederà Trump? Se vogliamo prendere per buona la dichiarazione della sua portavoce, Karoline Leavitt, concluderà «accordi cuciti su misura con ogni singolo Paese».
L’eccezione dovrebbe essere l’Unione europea. Stando alle regole dovrebbe toccare alla Commissione di Bruxelles trattare per tutti i 27 soci. I singoli leader, come Giorgia Meloni attesa a Washington il 17 aprile, si muoveranno per promuovere una causa comune. Sarà davvero così?
Il 30 marzo scorso è passato quasi inosservato il blitz nella capitale americana del presidente finlandese Alexander Stubb. Trump non aveva ancora mostrato il tabellone dei dazi, ma l’ansia dilagava già ovunque. Stubb ha cercato di posizionare al meglio la Finlandia, uno Stato della Ue, arrivando a offrire anche delle navi rompighiaccio agli Stati Uniti.
[…] La Corea del Sud, invece, si è portata molto avanti. Il presidente a interim, Han Duck-soo, ha parlato a lungo con Trump, proponendo, tra l’altro, di destinare più risorse alla protezione militare del suo Paese, oggi assicurata da un massiccio schieramento di soldati Usa.
Come si vede il «grande accordo», che Trump scrive sempre in maiuscolo sul suo social «Truth», non comprende solo i commerci. Anzi, siamo di fronte a un unico tavolo dalle dimensioni indefinite, su cui planano dossier che finora sono rimasti distinti.
Un altro esempio è il Giappone. Il segretario al Tesoro Scott Bessent ha fatto sapere che il premier nipponico, Shigeru Ishiba, dopo aver conversato con Trump, ha deciso di inviare a Washington «un team» con «un pacchetto» che comprenderà un maggior acquisto di gas liquefatto americano, facilitazioni per le auto made in Usa, nonché per i prodotti agricoli. Anche in questo caso il Giappone si impegnerà a coprire una quota dei costi per il mantenimento delle basi militari statunitensi.
MEME SU DONALD TRUMP GOLFISTA E DAZISTA
Il premier britannico, Keir Starmer, è sicuro di poter convincere Trump a ridurre se non ad azzerare i nuovi dazi del 10% «entro poche settimane». Certo, in nome della solida «alleanza speciale» tra i due Paesi. Ma anche mettendo sul piatto uno sostanzioso sconto fiscale per le società americane attive in Gran Bretagna.
L’India, almeno per ora, resta in attesa. Il primo ministro Narendra Modi ha deciso di non rispondere alla mossa trumpiana con ulteriori prelievi alla dogana. È un segnale politico importante: a differenza della Cina, l’altra grande nazione asiatica vuole evitare una pericolosa escalation.
Il governo vietnamita, invece, sabato 5 aprile ha inviato una lettera alla Casa Bianca, offrendo di abolire tutti i prelievi oggi esistenti sulle merci Usa, pur di scampare alla sentenza trumpiana. Una delle più pesanti: dazi al 46%.
[…] Ma ciò che colpisce di più è la corsa affannosa anche delle realtà più marginali del mondo. Il Bangladesh, uno degli Stati con sacche enormi di povertà, è stato colpito con un dazio del 37%. Il governo aveva chiesto una tregua di tre mesi, impegnandosi ad «aumentare in modo sostanziale» le importazioni dagli Usa.
DONALD TRUMP ANNUNCIA DAZI RECIPROCI A TUTTI I PAESI DEL MONDO
Il caso del Lesotho è il più surreale. Trump vuole punire la piccola enclave sudafricana con un prelievo al 50%, di fatto sull’unico bene importato: il tessuto di cotone denim usato per confezionare i jeans, a cominciare da quelli con il marchio Levi’s.
Il mondo di Trump non fa differenza tra amici e nemici, tra ricchezze e miserie. Ora, al netto di altre sorprese, si prepara a una stagione di trattative. Non è detto che tutte quante si concludano con un vantaggio per gli interessi americani. Intanto restano i danni, non solo finanziari, di questa inaudita offensiva.
DONALD TRUMP - FRA DAZIO DA VELLETRI
IL CALO DI WALL STREET DOPO L ANNUNCIO DEI DAZI DI TRUMP
KEVIN HASSETT donald trump
MEME SUL CROLLO DEI MERCATI DOPO I DAZI DI DONALD TRUMP