SULLA CONSULTA GIORGIA NON RIESCE A USCIRE DAL PANTANO – LA 13ESIMA FUMATA NERA PER L’ELEZIONE DEI QUATTRO GUIDICI DELLA CORTE COSTITUZIONALE È DOVUTA ALLE DIVISIONI NELLA MAGGIORANZA - GLI APPELLI DI MATTARELLA SONO CADUTI NEL VUOTO – L’ACCORDO È CHIUSO SU FRANCESCO SAVERIO MARINI, CONSIGLIERE GIURIDICO DELLA MELONI, E MASSIMO LUCIANI PER IL PD – C’È IL NODO FORZA ITALIA, CHE NON TROVA UN CANDIDATO CHE VADA BENE ALLA DUCETTA – IL QUIRINALE HA STOPPATO I NOMI DI AUGUSTA IANNINI, GIUDICE E MOGLIE DI BRUNO VESPA, E ANNA FINOCCHIARO,SENATRICE DEM. MOTIVO? MANCANO I REQUISITI FORMALI – LA NUOVA VOTAZIONE È PREVISTA IL 23 GENNAIO
VOTAZIONE PER ELEGGERE GIUDICE DELLA CORTE COSTITUZIONALE
NUOVA SEDUTA DEL PARLAMENTO PER LA CONSULTA IL 23 GENNAIO
(ANSA) - Il Parlamento in seduta comune per eleggere i giudici della Corte Costituzionale si riunirà - ove non vi fossero ulteriori novità e comunque previa intesa con il Senato giovedì prossimo 23 gennaio. È quanto emerso dalla riunione dei capigruppo della Camera.
CONSULTA, FUMATA NERA SI TRATTA A OLTRANZA SUL NOME DEL FORZISTA
Estratto dell’articolo di Conchita Sannino per “la Repubblica”
Non ce l’hanno fatta. Neanche al tredicesimo scrutinio. Finisce con 377 schede bianche, 15 nulle e 9 voti dispersi quella che doveva essere la “decisiva” votazione per i quattro giudici costituzionali, inutile la sfilata di deputati e senatori riuniti in seduta comune. Si riproverà […]
[…] Ma più che una fumata nera, sigla assolutoria che va bene a tutti, è invece un trionfo di espedienti e sotterfugi quello che si consuma fino al primo pomeriggio a Montecitorio. Tutto avviene nonostante le esortazioni reiterate del Quirinale affinché il Parlamento compisse il suo dovere nel ripristinare il quorum della Consulta. E nonostante la mano tesa della Corte che aveva spostato di una settimana, dal 13 al 20 gennaio, la camera di consiglio prevista per decidere sull’ammissibilità dei referendum per autonomia differenziata, cittadinanza, Jobs act appalti.
corte costituzionale magistrati
Il ragionamento, che a sera circolava tra i Palazzi più alti, seguiva quindi questo filo: ammesso anche che il Parlamento riuscisse ad eleggere i quattro giudici entro giovedì, i neo-eletti – che nel frattempo dovranno mollare i vari incarichi, liberarsi delle incompatibilità – giurerebbero nel weekend dinanzi al Presidente Mattarella ed entrerebbero di corsa nella camera di consiglio di lunedì? Ovvero, senza aver neanche letto le centinaia di pagine di memorie e documentazione che preparano l’atteso verdetto sulle consultazioni. Risultato: la Consulta potrebbe serenamente andare avanti con il quorum ad 11 membri. […]
Poche le certezze dopo giorni di altalenanti trattative. La prima: l’accordo è chiuso a metà, due nomi su quattro, i soliti ormai, Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico di Meloni per FdI; e Massimo Luciani, costituzionalista di rango, per il Pd. La seconda: saltano ufficialmente due candidate rimaste coperte, a cui destra e sinistra tenevano, per il no che gli uffici del Quirinale non possono non opporre. Infatti sia per Augusta Iannini, giudice di lungo corso a Roma (e moglie di Bruno Vespa) sia per la ex magistrata e senatrice dem Anna Finocchiaro, mancano i requisiti formali.
augusta iannini bruno vespa foto di bacco (3)
Terza certezza, la più spinosa: Forza Italia non ha candidati che convincano completamente Meloni, la quale ha anche dato lo stop al passaggio dal Parlamento alla Consulta. Una decisione che elide subito in FI le ambizioni del senatore Zanettin e del viceministro Sisto, che Tajani stesso non appoggia fino in fondo. Gli azzurri gli appaiono incontenibili, c’è chi mette in giro la voce che sia il Quirinale a non volere i parlamentari, c’è chi si informa: dal Colle più alto, pazienti, devono precisare, nessun veto su deputati o senatori.
A quel punto Tajani ferma tutto: pone sul tavolo il nome di Andrea Di Porto, docente alla Sapienza, difensore di Fininvest. Ma il suo profilo non sembra entusiasmare tutti, per ora.
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[…] Paolo Barelli, capogruppo FI alla Camera: «Ma noi, come maggioranza abbiamo i nostri nomi. Il problema è solo sulla figura del tecnico». Ovvero, altre divisioni sul profilo extra partiti, quello dell’unica donna (su quattro) che dovrebbe entrare.
La partita si giocherà, tranne sorprese, tra l’avvocata generale dello Stato Gabriella Sandulli Palmieri, (troppo “contiana”, per la destra), la prof dei giuristi cattolica Valeria Mastroiacovo (troppo area Lega, per la sinistra) che passerebbe, peraltro irritualmente, dal ruolo di assistente di un giudice a quello di membro della Corte. Tra loro resta il nome della giuslavorista dell’Università del Molise, Luisa Corazza. Che forse potrebbe spuntarla. Sempre che il Parlamento coroni l’impresa.
Gabriella Sandulli PalmieriVOTAZIONE PER ELEGGERE GIUDICE DELLA CORTE COSTITUZIONALE