margherita agnelli john lapo ginevra elkann gianni marella

LO 007 PESTATO E L’INDAGINE SULL’EREDITÀ DELL’AVVOCATO – “MI HANNO DETTO: SMETTILA O NON VIVRAI A LUNGO” – SECONDO “DIE ZEIT” UN DETECTIVE DEL POOL CHE ASSISTE MARGHERITA AGNELLI NELLA BATTAGLIA LEGALE CONTRO I FIGLI JOHN, LAPO E GINEVRA ELKANN PER IL CONTROLLO DEL PATRIMONIO DI GIANNI AGNELLI, HA DENUNCIATO DI ESSERE STATO VITTIMA DI UN AGGUATO A GSTAAD, IN SVIZZERA: “MI HANNO PRESO A PUGNI E PUNTATO UNA PISTOLA". 6 MESI FA UN ALTRO AVVERTIMENTO – SOTTO LA LENTE DELL’INVESTIGATORE LA RESIDENZA DI MARELLA AGNELLI, DETTAGLIO DECISIVO PER LA CAUSA: VIVEVA IN SVIZZERA, A TORINO O IN MAROCCO?

Estratto dell’articolo di Ettore Boffano per il Fatto Quotidiano

 

 

Una volta tanto, bisogna partire dal finale, infrangendo il tabù di ogni buon lettore: mai cercare di sapere prima quale sarà l’epilogo.

IL TESTAMENTO DI MARELLA CARACCIOLO CON LE INTEGRAZIONI E LE FIRME

 

Quello che gli inglesi chiamano spoiler. Soprattutto, cominciando dall’ultima frase di un reportage del Die Zeit, il settimanale tedesco diretto da Giovanni di Lorenzo, pubblicato il 24 novembre scorso. Una sola parola, “Lebensgefährlich” (“pericolo di morte”), allarmante e, ancora di più, sconcertante, soprattutto se accostata al titolo dell’articolo - “Fino al sangue” - e al suo argomento: la nuova battaglia legale che, nel Tribunale Civile di Torino, contrappone Margherita Agnelli de Pahlen ai suoi figli di primo letto, John, Lapo e Ginevra Elkann, per l’eredità della madre Marella Caracciolo, e - di fatto - per il controllo del patrimonio che fu di suo padre, Gianni Agnelli, morto 20 anni fa, il 24 gennaio 2003.

margherita agnelli e gianni agnelli

 

(...)

 

La sequenza, ricostruita nelle dichiarazioni della vittima alla Polizia Regionale dell’Oberland Bernese, ha i contorni di un pestaggio e di una minaccia di morte: con dovizia di particolari su abiti, fisionomie e armi degli aggressori. Ecco in breve i fatti raccontati da Die Zeit, ma soprattutto nella deposizione (lunga 16 pagine) della vittima: rilasciata l’11 maggio 2021, a Thun, a due funzionarie della Kantonspolizei e che il Fatto Quotidiano ha potuto consultare.

 

il precedenteL’altro avvertimento 6 mesi prima Dalle auto scendono tre persone: “Due erano sicuramente italiane, il terzo forse un polacco o uno slavo”. Il primo, all’apparenza il capo, è vestito di scuro.

 

gianni agnelli lapo e john elkann

 

(...)

 

Dopo il secondo agguato, l’uomo abbandona il caso e smette di comunicare con i suoi committenti. Lo rifarà solo settimane dopo e, infine, accetta di rivolgersi alla polizia. Quando, però, i segni delle violenze erano già scomparsi: “Ero sconvolto, come mia moglie: volevo solo cancellare la paura dalla mente”. Spiegherà così la scelta di rinunciare all’incarico: “Già prima della minaccia nel parcheggio, avevo intuito di essere ‘bruciato’ nelle indagini. Dopo la seconda, ho capito in che situazione ero finito: in pericolo di vita. Non ne ho certezza, ma penso fossero mandati da chi sapeva”.

Margherita Agnelli

 

Che incarico stava svolgendo? Il solo che potrebbe giustificare quegli episodi è la collaborazione con gli investigatori ingaggiati dalla figlia dell’Avvocato per indagare su alcuni profili legati alla disputa legale per l’eredità della madre, morta il 23 febbraio 2019 all’età di 91 anni a Torino. In particolare, abitando in quella zona, doveva accertare se fosse vero che Marella Agnelli, pur essendo cittadina italiana, manteneva la sua residenza effettiva in Svizzera, in uno chalet vicino a Gstaad.

 

Una circostanza decisiva per determinare l’esito della causa apertasi nel novembre scorso a Torino, la città della dinastia Fiat. 

MARGHERITA AGNELLI

 

(...)

Secondo la sua tesi, Marella Agnelli non avrebbe mai abitato stabilmente in Svizzera.

 

Ma dove viveva davvero Marella Caracciolo Agnelli? A Lauenen, un villaggio di montagna vicino a Gstaad, nello Chalet Icy passato in eredità alla nipote Ginevra? A Torino, nella Villa Frescot che era la dimora di Gianni Agnelli? O in Marocco, a Marrakech, nella villa Ain Kassimou, già di un discendente di Lev Tolstoj? Sono stati passati al vaglio i piani di volo, i decolli e gli atterraggi degli aerei e degli elicotteri a disposizione della famiglia, tra cui un Jet Dessault Falcon e un Bombardier Global 6000, a Torino e a Gstaad tra il 2001 e il 2017; le spese farmaceutiche riferibili a Marella in territorio svizzero (per esempio 20 mila franchi tra luglio e agosto 2017): i documenti delle autorità marocchine per l’immigrazione, i dati dei voli verso il Marocco, le fatture dei fornitori e gli impegni di lavoro dei dipendenti nella villa Ain Kassimou.

margherita agnelli

 

Un’analisi nella quale si sostiene che la vedova dell’Avvocato “faceva la pendolare” tra Torino e il Marocco dove, spesso, si sarebbe fermata tutto l’inverno. Mentre non avrebbe passato quasi mai, al contrario, del tempo in Svizzera: se non tra luglio e agosto.

 

Affermazioni che i legali dei fratelli Elkann definiscono senza alcun fondamento.

Nella denuncia, l’investigatore minacciato ha raccontato anche le difficoltà nel ricercare testimonianze. Scrive Ingo Malcher: “Ha detto di aver contattato diverse persone per scoprire quanto spesso Marella Agnelli avesse soggiornato a Gstaad. Nessuno voleva parlare”.

MARGHERITA AGNELLI

 

Dopo il primo avvertimento nel parcheggio multipiano, si legge ancora nel verbale, l’uomo sarebbe riuscito invece a trovare un confidente, “ma tre giorni dopo, non ne ho più saputo nulla”. Poi l’agguato del Natale 2020. Il procuratore cantonale di Berna, Sandro Thomann, ha indagato contro ignoti e poi, il 24 gennaio 2022, ha “sospeso” l’inchiesta, ma senza archiviarla: “Sono sconosciuti gli autori e la loro provenienza”. La parte lesa invece ha chiesto, invano, di acquisire immagini delle telecamere di sorveglianza, eventuali tracce nelle celle telefoniche e di controllare i registri d’ingresso alla frontiera di auto con targhe straniere.

 

E così come il legale di Margherita non ha mai citato quell’episodio nelle sue memorie legali, con altrettanta fermezza le fonti vicine ai fratelli Elkann hanno ribadito al settimanale tedesco di “non aver mai sentito parlare di quella vicenda”. Restano ora solo il verbale della vittima e il racconto di alcuni minuti di terrore per il collaboratore degli investigatori di Margherita. A fermarlo fu la sensazione di un pericolo. Lebensgefährlich, un “pericolo di morte”.

MARGHERITA AGNELLI E JOHN ELKANNMARGHERITA AGNELLIgianni agnelli con la moglie marella e i figli edoardo e margheritaMARGHERITA AGNELLImargherita agnelli e gianni agnelli 1margherita agnelli e gianni agnellijohn lapo elkanninchiesta polizia detective pestato battaglia eredità agnelliMARGHERITA AGNELLI E MARELLA CARACCIOLO

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA GIÀ PRONTO IL DISCORSO (“HO SALVATO IL MONDO”) E INVECE HA DOVUTO FARE PIPPA DI FRONTE AL NIET DEL PRESIDENTE RUSSO ALLA TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA – ZELENSKY COTTO E MANGIATO: “SE NON SEI AL TAVOLO DEL NEGOZIATO, SEI NEL MENÙ” – LE SUPERCAZZOLE DEL TYCOON SU IRAN E ARABIA SAUDITA E LA PRETESA DELL’EX AGENTE DEL KGB: ACCETTO IL CESSATE IL FUOCO SOLO SE FERMATE GLI AIUTI ALL’UCRAINA. MA TRUMP NON POTEVA GARANTIRE A NOME DELL’EUROPA – DOPO IL SUMMIT A GEDDA DI DOMENICA PROSSIMA CI SARÀ UNA NUOVA TELEFONATA TRA I DUE BOSS. POI L’INCONTRO FACCIA A FACCIA…

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO…