LA FRANCIA TR-ABBALLA - IL 25ENNE JIHADISTA LAROSSI ABBALLA UCCIDE DUE POLIZIOTTI, MARITO E MOGLIE: LA STRAGE IN DIRETTA FACEBOOK, LA DONNA SGOZZATA DAVANTI AL SUO BAMBINO - ABBALLA ERA STATO ARRESTATO NEL 2011 PER LEGAMI CON AL QAEDA
Anais Ginori per “la Repubblica”
Il commissario Salvaing sta tornando a casa, non ha la divisa. Sua moglie, Jessica, anche lei funzionario di polizia, lo aspetta con il figlio. La cena è pronta. Sette mesi dopo gli attacchi del Bataclan, un altro 13 sul calendario, la Francia ripiomba nell’incubo del terrorismo islamico, minaccia che si rinnova con forme imprevedibili.
Questa volta è un fantasma che aspetta nascosto dietro all’aiuola di una villetta a schiera, in una strada senza uscita di Magnanville, 50 chilometri a Ovest di Parigi. Jean-Baptiste Salvaing, 42 anni, ha trovato nel quartiere residenziale, dove non succede mai nulla, un luogo di pace lontano dai giovani delinquenti di cui si occupa abitualmente. Ragazzi come Larossi Abballa, 25 anni, che prima di diventare un gangster jihadista era solo uno dei tanti abbonati alle condanne per spaccio e rapine.
Abballa sa esattamente chi e dove colpire. Appena il commissario entra nel suo giardino, lo pugnala alle spalle. Nonostante sia gravemente ferito, Salvaing riesce a scappare in strada per qualche metro, urla al vicino affacciato alla finestra: «Chiamate la polizia». Sono le sue ultime parole. Il terrorista lo aggredisce di nuovo, al torace, all’addome.
Nove coltellate. Abballa entra nella villetta prendendo in ostaggio Jessica, la moglie del commissario, e il loro figlio di tre anni. Alle 20.52 si collega sul suo profilo Facebook per fare una diretta. Calmo, persino sorridente, nel video di 12 minuti annuncia nuovi attacchi.
«L’Euro diventerà un cimitero », dice nel filmato a proposito dei campionati europei di calcio in corso fino al 10 luglio. Il terrorista parla di possibili obiettivi, tra cui poliziotti ma anche guardie carcerarie, giornalisti e rapper. Il filmato viene mandato a un centinaio di “amici”, nomi ora al vaglio degli investigatori.
Magnanville piomba nel buio. Le teste di cuoio del Raid ordinano di tagliare elettricità e gas. La zona viene evacuata. Un agente donna tenta la mediazione al telefono. Abballa racconta di essersi affiliato all’Is tre settimane prima e di aver risposto all’appello alla jihad lanciato il 21 maggio dall’emiro Al Adnani, portavoce del Califfato. Promette una “sorpresa” alle forze dell’ordine. Due minuti dopo mezzanotte gli uomini del Raid danno l’assalto. Le esplosioni si sentono a chilometri di distanza.
Abballa è ucciso subito, non ha con lui armi pesanti come altri jihadisti. È entrato nella villetta con tre coltelli. Uno è posato sul tavolo del salone, accanto al corpo di Jessica, 36 anni, sgozzata davanti al bambino. Una coppia di poliziotti che viveva senza armi in casa. Ieri il governo ha comunicato che il porto d’armi per gli agenti fuori servizio sarà esteso anche “dopo lo stato di emergenza”.
La Francia ormai ha capito che dovrà convivere a lungo con una minaccia permanente, una guerra interna e asimetrica che conta numerose sconfitte, nonostante il dispiegamento di mezzi, la licenza di sorvegliare per l’intelligence, la sospensione di alcuni diritti. Larossi Abballa non era un insospettabile.
Nel 2011 era finito in carcere nell’inchiesta sul reclutamento di francesi che vogliono andare a combattere con Al Qaeda in Pakistan. Due anni dopo è condannato a tre anni di prigione, di cui una parte già scontata. Gli agenti penitenziari segnalano la sua radicalizzazione tra le sbarre, com’è accaduto a tanti altri futuri terroristi islamici. Viene scarcerato il 30 settembre 2013 in regime di libertà vigilata.
Abita a una ventina di chilometri dalla casa del commissario Salvaing, in un palazzo popolare di Mantes- la-Jolie, insieme ai suoi genitori, immigrati dal Marocco.
È schedato dai servizi segreti ma non desta sospetti. L’anno scorso avvia un’attività di consegna notturna di panini e pasti pronti. In un video pubblicato sul Facebook si vede il suo vecchio padre mentre fa la promozione della nuova società, Dr. Food.
Dietro alle foto di succulenti hamburger halal, Abballa prepara altro. Da febbraio è di nuovo nel mirino della giustizia nell’ambito di un’inchiesta su un gruppo di giovani che vuole partire per la Siria. È sorvegliato «con intercettazioni e servizi di geolocalizzazione», come ha spiegato ieri il procuratore François Molins. Non fa nulla che accenda sospetti. Abballa è nella lista “Sécurité d’Etat” dove sono schedate oltre 11mila persone.
«Potenziali terroristi, ma non tutti terroristi», racconta a Repubblica una fonte dell’intelligence. La rivendicazione dell’Is è arrivata qualche ora dopo l’attacco a Magnanville, con un tempismo che ricorda la strage di sabato a Orlando. All’alba tre persone della zona sono state fermate.
«Faremo di tutto per trovare eventuali complici», ha promesso il ministro Bernard Cazeneuve, anche se Abballa è presentato da alcuni come un esempio del nuovo “jihadista solitario”: il terrorista solitario che usa il marchio del Califfato come un franchising.