khieu samphan nuon chea

“QUELLO DEI KHMER ROSSI FU GENOCIDIO” - A 40 ANNI DALLA CADUTA DEL REGIME CAMBOGIANO, UN TRIBUNALE DELL’ONU HA RICONOSCIUTO CHE IL MASSACRO OPERATO DAI SICARI DI POL POL FU GENOCIDIO - CONDANNATI ALL’ERGASTOLO (MA ERANO GIA’ IN CARCERE) IL 92ENNE NUON CHEA E L’87 KHIEU SAMPHAN...

pol pot

A. M. per “Libero quotidiano”

 

C' è voluto un tribunale dell' Onu per dichiarare, per la prima volta nella storia, due comunisti colpevoli di genocidio. In quella Cambogia esaltata dai movimenti studenteschi europei e statunitensi del '68, nella quale gli aderenti all' organizzazione rivoluzionaria Angkar Padevat sterminarono due milioni di persone, due esponenti di alto rango del regime dei Khmer rossi sono stati condannati all'ergastolo per genocidio.

 

Nuon Chea

Nuon Chea, 92 anni, il vice del leader Pol Pot, e l'ex capo di Stato Khieu Samphan, 87 anni, scontavano già una condanna a vita per crimini contro l'umanità, ma ieri, a 40 anni dalla caduta del loro regime, il tribunale internazionale ha ritenuto che «sussista il crimine di genocidio», commesso con l'obiettivo di «stabilire una società atea e omogenea, sopprimendo tutte le differenze etniche, nazionali, religiose, razziali, di classe e culturali». Ma non per quanto riguarda lo sterminio dei cambogiani.

 

L'ideologo del regime Nuon Chea, ha osservato il giudice Nil Nonn, «ha dato un contributo significativo all' attuazione dei reati» e «aveva il potere di decisione finale», mentre Khieu Samphan, capo di Stato dell' allora Kampuchea Democratica, era «il volto» del movimento ultramaoista.

 

In aula, a Pnom Penh, erano presenti centinaia di persone, tra cui vietnamiti, membri della minoranza islamica cham e monaci buddisti che furono vittime degli omicidi di massa. Durante le udienze del processo iniziato nel 2011, i due imputati hanno negato le atrocità. Ma i giudici hanno creduto al centinaio di testimoni che hanno ricostruito con più realismo del film britannico del 1984, Urla dal silenzio, decapitazioni, stupri, matrimoni forzati, cannibalismo e altri orrori commessi in nome del socialcomunismo.

 

Khieu Samphan

Il primo ministro attuale Hun Sen, lui stesso ex dirigente dei Khmer Rossi, ha chiesto varie volte che nessun altro sospettato sia processato dal tribunale per le violenze commesse su vasta scala tra 1975 e 1979, affermando che potrebbero verificarsi disordini, mentre il popolo cambogiano, a suo dire, intende chiudere quel capitolo di storia intriso di sangue e violenza. Meglio sigillarlo con un riconoscimento storico.

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