
GIUSTIZIA È SFATTA - UN 43ENNE CECO, CONDANNATO A 6 ANNI PER UNA VIOLENZA SESSUALE COMMESSA NEL 2007, È STATO MESSO IN LIBERTÀ PERCHÉ NESSUNO GLI AVEVA MAI NOTIFICATO L'ACCUSA - L'UOMO AVREBBE PARTECIPATO A UNO STUPRO DI GRUPPO SU UN’INTERCITY GENOVA-MILANO, CHIUDENDO UNA RAGAZZA IN UNO SCOMPARTIMENTO CON DUE AMICI E ABUSANDO DI LEI - DURANTE IL PROCESSO DI PRIMO GRADO E QUELLO D'APPELLO, AVVENUTI NEL 2022, L'UOMO SI TROVAVA IN CARCERE A CAGLIARI PER SCONTARE UN'ALTRA PENA - IL FASCICOLO DEL PROCESSO SAREBBE STATO DISTRUTTO A CAUSA DI…
Estratto dell'articolo di Elisa Sola per "la Stampa"
VIOLENZA SESSUALE SU UNA RAGAZZA
Lui è nato nella Repubblica ceca 43 anni fa. Nessuno sa dove si trovi oggi. Quando aveva 25 anni, sull'Intercity Genova- Milano con due amici, avrebbe chiuso dentro uno scompartimento una ragazza sola. Mentre lei piangeva, l'avrebbe toccata e baciata, impedendole di scappare. Secondo i giudici del tribunale di Pavia e della Corte d'appello di Milano, che l'hanno condannato a sei anni per violenza sessuale di gruppo, dei tre, lui è l'imputato con la posizione più grave.
Perché prima di quel giorno aveva commesso altri reati dello stesso tipo. Il problema è che l'uomo, arrestato per il presunto stupro di gruppo soltanto nel 2022 - cinque anni dopo che la sentenza era diventata irrevocabile e 15 anni dopo quel viaggio in treno - non ha mai saputo di essere indagato per quell'episodio. E nemmeno di essere stato processato. Hanno fatto tutto senza di lui. Il processo di primo grado e quello d'appello. Lo hanno dichiarato «libero e contumace». Invece lui era a Cagliari, in carcere. A scontare un'altra pena.
Due giorni fa la Corte d'appello di Milano ha dichiarato la «nullità assoluta» del procedimento. È tutto da rifare. Nulla la sentenza di primo grado. Nulla quella diventata irrevocabile. I giudici, accogliendo il ricorso degli avvocati difensori Alberto Pantosti Bruni e Simone Malfatto, hanno stabilito che «l'omessa notifica» degli atti all'imputato ha determinato «la lesione del diritto a essere informato dei motivi dell'accusa e del diritto di difesa».
[...] Le speranze di verificare se l'imputato fosse stato informato di essere tale, sono morte quando il tribunale di Pavia ha dichiarato, il 4 ottobre 2022: «Il fascicolo non è stato rivenuto, in quanto andato al macero in seguito a fuoriuscita di liquami nell'archivio».
Diciotto anni dopo il fatto, la giustizia, se ripartirà, lo farà da zero. «La decisione della Corte d'appello – rimarca l'avvocato Pantosti Bruni – ricorda con forza che il diritto di difesa va riconosciuto a tutti coloro che sono sottoposti a un procedimento penale. A prescindere dalla gravità del reato contestato e da ogni altra considerazione». [...]