mirna doris-4

ADDIO ALLA "RAGAZZA DI MARECHIARO" – ANNUNZIATA CHIARELLI, PER TUTTI MIRNA DORIS, SI È SPENTA A 79 ANNI IN UNA CLINICA DOVE STAVA LOTTANDO CON UN TUMORE CHE L’AVEVA AGGREDITA DA TEMPO – IL PRIMO FESTIVAL, CANZONISSIMA, INANELLANDO UNA SERIE DI SUCCESSI FINO AL DECLINO DI GENERE NEGLI ANNI ’70 CHE NE SEGNÒ ANCHE LA SUA DISCESA - IL RITORNO IN TV GRAZIE A PAOLO LIMITI E… - VIDEO

 

Federico Vacalebre per "www.ilmattino.it"

 

mirna doris 5

E se n'è andata anche Annunziata Chiarelli, per tutti Mirna Doris, avrebbe compiuto 80 anni il 20 settembre, per il piccolo mondo antico di cantaNapoli, sempre più vicino all'estinzione ora che se n'è andata anche lei, resterà per sempre «la ragazza di Marechiaro». 

 

mirna doris 6

ll suo sensuale richiamo canoro da sirena digiacomiana apparve come un miraggio quando la melodia partenopea classica già aveva consumato la sua migliore epopea, dando profondità e allure a una stagione, quella degli anni Settanta, che rimpiangeva i «belle tiempe 'e 'na vota» senza sapere che canzone cantare per essere al passo con i tempi, consegnandosi così drammaticamente alla nostalgia canaglia. La notizia della sua morte è stata data stamattina dalla sua pagina Facebook, poi smentita dalla stessa, parlando di uno «scambio di cartelle».

 

Mentre in rete si alternavano i messaggi di cordoglio e quelli di felicità per la notizia che la cantante era ancora in vita, una pronipote ha gelato tutti: «Ora è morta». Ed era vero: alle 11.40, per l'esattezza, comunicano da Villa Angela, dove era ricoverata per combattere il tumore che l'aveva aggredita da tempo. Da leonessa quale era aveva provato a reagire, sfidando con coraggio il male, ma...

mirna doris 2

 

Annunziata Chiarelli fu scoperta da Johnny Lombardi, un commerciante italiano proprietario di supermercati in America diventato poi un manager radiotelevisivo, che le affidò un jingle per la sua azienda.

 

Andò a registrarlo negli studi napoletani della Phonotype, la più antica delle etichette napoletane e qui la ascolto Salvatore Mazzocco, già arrivato al successo grazie ai Festival di Napoli: lei era bella, florida e aveva una grande voce, lui la prese sotto la sua ala protettrice e le trovò anche il nome d'arte. I primi concorsi, il primo contratto con la Fonit Cetra, nel 1962 il primo «festivàl» come si diceva per distinguerlo da quello di Sanremo: Mazzocco firma le musiche di «Suonno perduto» e «Ricciulella».

 

mirna doris 3

Il passaggio alla King, torna al Festival di Napoli nel '64, in duetto con il boss della casa discografica Aurelio Fierro lanciando «Nun m'abbraccia'», ma anche «'Mparame a vule' bene». Il concorso alla ricerca delle nuove melodie veraci è la strada scelta per arrivare al successo: torna nel '65 e porta in finale «Schiavo d'ammore», divisa con Mario Abbate, e «Dduje giuramente», in abbinamento nientepopòdimeno con Sergio Bruni. Nel '66. invece, tocca a «Rose d'o mese 'e maggio» con Mario Trevi e «Nun m'abbanduna'» con Luciano Tomei; nel 1967«Nun spezza' sta catena» con Antonio Buonomo e  «Addio felicità» con Luciano Tajoli.

mirna doris 1

 

Il fatidico '68 è l'anno buono: vince il Festival di Napoli 1968 con «Core spezzato» (in coppia con Tony Astarita) e arriva terza con «Ammore 'e Napule» e Claudio Villa. Nominata giovane regine di cantaNapoli, rivince l'anno dopo con «Preghiera a 'na mamma» in coppia con Aurelio Fierro. Nel 1970 non vince, ma sfonda con «Chitarra rossa» e Mario Merola, più che con «'A mossa» e Franco Franchi, ma fa bene anche a «Canzonissima» con «Verde fiume».

 

Ancora un cambio di etichetta, la Hello di Luciano Rondinella, ancora concorsi, questa volta «nazionali», ormai è una giovane sensazione, la ragazza di Marechiaro, bella, anche se a Napoli la fanno cantare sulle basi preparate per Mario Merola, che ha un'altra tonalità.

 

mirna doris 10

Il mondo di cantaNapoli è maschilista, si sa, ma le si adatta, accetta la sfida, la supera. Si misura con la sceneggiata («Grazie Mari'» di Alberto Sciotti con Pino Mauro), nel 1976 è al centro dell'omaggio discografico al suo scopritore Mazzocco, da poco scomparso. E' anche l'anno di «Mammà», sceneggiata con Merola, e di «Novecento»: Bernardo Bertolucci inserì nel suo capolavoro una sua tenera interpretazione di «Era di maggio».

 

mirna doris 7

Anche Mirna fa i conti con il declino del genere, l'ultimo squillo negli anni '70 è uno storico allestimento della vivianea «Festa di Piedigrotta» con la regia di Roberto De Simone, nel decennio successivo si dedica ad apparizioni sulle tv private campane, chiudendo gli Ottanta con un'antologia in cinque volumi, la prima incisa al femminile, e non a caso intitolata «Napoli una donna», in cui rilegge classici e successi personali diretta da Sciotti e con arrangiamenti di Tony Iglio: ci sono «Mare verde», «Preghiera a 'na mamma», «Chitarra rossa», «Te desidero», «Core spezzato», «Malanotte, più due brani di Claudio Mattone, «Ancora» e «'A città 'e Pulecenella».

 

mirna doris 8

A rilanciarla, ad annunciarla come «la talentosa Mirna Doris» è Paolo Limiti che dal 1995 la vuole nei suoi programmi televisivi: lei ha ancora una grande ugola, veste da ultima diva di un mondo verace che non c'è più. Nel 1995 con Mario Da Vinci, Gianni Nazzaro e Nunzio Gallo forma i Napoli 4 ed arriva alla finale di «Viva Napoli», presentato da Mike Bongiorno e Mara Venier su Canale 5 con «Ciccio Formaggio». Nel '96 fanno il bis, con Wess al posto di Gianni Nazzaro e «'A pizza». Quel repertorio le sta stretto, torna alla kermesse revival, a questo punto in onda su Retequattro nel 2000 (terza con «'Na sera 'e maggio) , l'anno dopo (quarta con «'A canzone 'e Napule»), nel 2002, l'ultima.

 

mirna doris 4

Ancora un sceneggiata, anzi il revival della sceneggiata, con la versione teatrale di «Lacreme napulitane» firmata nel 2002 da Geppy Gleijeses. Poi il ritiro, annunciato e per fortuna non mantenuto, il «Masaniello» di Tato Russo, recital che rivelano ancora una voce straordinaria, nel 2012 è ancora in tv con Paolo Limiti. Il 6 aprile 2018 è sul palco della Festa del borgo di Marechiaro.

 

Di Giacomo è il suo autore preferito, più che nel brodo veteromelodico a cui attinsero i suoi successi personali dava il meglio nel repertorio classico, cesellato persino con maggior convinzione nella sua seconda stagione, quella della nuova fama nazionale grazie a Limiti: «Il mio aggettivo preferito è carnale», confessava l'eterna ragazza di Marechiaro ai suoi biografi Pietro Gargano e Gioconda Marinelli, definendo da sola la propria arte, la propria intonazione ora languida ora dolente, ma comunque sempre sull'orlo di una crisi d'amore, di vita, di gioia, di disperazione.

 

mirna doris 9

Confessava di aver vissuto, amato, sofferto, sbagliato, cantato. Negli ultimi tempi invitava gli amici a cena, periodicamente, al Leon d'Oro, storico ristorante napoletano di piazza Dante: chiacchiere, ricordi, alla fine due canzoni ci scappavano sempre, e tornava l'in/canto della ragazza di Marechiaro.

Ciao Mirna, ciao.

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)