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CINCINNATI MORTI - UN AGENTE (BIANCO) UCCIDE UN UOMO DISARMATO (NERO) E STAVOLTA NON VIENE SOSPESO MA INCRIMINATO PER OMICIDIO - IL PROCURATORE: 'UNA SPARATORIA INSENSATA E ASININA'

Paolo Mastrolilli per “la Stampa

 

Può diventare una svolta, il caso di Cincinnati, nell’emergenza americana dei rapporti fra la polizia e la comunità nera. La telecamera che indossava il poliziotto bianco Ray Tensing è stata decisiva per incriminarlo, e forse evitare una nuova Ferguson. Il video ripreso dallo stesso agente infatti è diventato la prova principale che ha convinto il Grand Jury ad incriminarlo per omicidio, nell’uccisione dell’afro-americano Samuel DuBose.

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LA DINAMICA

Il 19 luglio scorso Tensing, un poliziotto di 25 anni in servizio alla University of Cincinnati, aveva fermato un’auto perché priva della la targa anteriore. Al posto del guidatore c’era il nero DuBose, 43 anni, che aveva obbedito alla richiesta dell’agente. Samuel era disarmato e il video mostra che non aveva un atteggiamento violento verso l’agente, anche se aveva rifiutato di uscire dall’abitacolo. Quando però si era chinato verso il cruscotto per riavviare l’auto, Tensing gli aveva sparato uccidendolo.

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Questo episodio aveva provocato proteste, riaccendendo le tensioni razziali per le violenze commesse dai poliziotti contro gli afroamericani, che sono scoppiate in tutti gli Stati Uniti dopo l’uccisione nell’agosto scorso di Mike Brown a Ferguson. Il caso quindi è stato portato subito davanti ad un Grand Jury, per stabilire come procedere.

 

SPARATORIA «INSENSATA»

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Tensing ha sostenuto che era stato costretto a sparare, per legittima difesa, perché DuBose si rifiutava di cooperare e rappresentava una minaccia per la sua sicurezza. I giurati però si sono concentrati soprattutto sul video, ripreso dalla body camera dello stesso agente, e hanno stabilito che la sua versione dei fatti non coincideva con la realtà delle immagini.

 

Quindi hanno deciso di incriminarlo per omicidio. Il procuratore della Hamilton County, Joseph Deters, ha definito la sparatoria «insensata e asinina». Poi ha aggiunto: «Questo ufficio probabilmente ha visto un centinaio di sparatorie in cui sono stati coinvolti dei poliziotti, ma stavolta è stata la prima che abbiamo pensato: qui si tratta senza dubbio di omicidio».

 

SEMPRE MONITORATI

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Deters ha detto che Tensing ha cercato di imbrogliare gli investigatori: «Ha inventato scuse per giustificare l’uccisione volontaria di una persona. Credo che abbia perso la testa perché DuBose non voleva uscire dall’auto». La data di inizio del processo sarà il 19 agosto, e la cauzione è stata stabilita in un milione di dollari, perché «è dovere della corte garantire che l’imputato si presenti». Queste decisioni hanno bloccato le proteste, che erano già cominciate, in attesa di vedere l’esito del processo.

 

L’avvocato del poliziotto ha detto che si aspettava l’incriminazione, ma non per omicidio, perché da parte del suo cliente non c’era l’intenzione premeditata di uccidere. Il caso potrebbe rappresentare una svolta nella prassi usata per giudicare simili episodi, soprattutto grazie all’uso del video. Le immagini sono state decisive nel cambiare la percezione dei giurati.

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L’impiego delle body camera era stato uno dei primi rimedi proposti, dopo il caso di Ferguson. A Cincinnati non è bastato a fermare Tensing, che secondo le autorità locali non avrebbe mai dovuto fare il poliziotto, perché non era preparato a gestire le situazioni di tensione. Tutti gli altri agenti però vedranno che da ora in poi, grazie alle immagini, le loro azioni saranno seguite e gli eventuali abusi non resteranno impuniti.

 

 

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