alberto genovese

“OGNI GIORNO PRENDEVO 4 GRAMMI DI COCA. HO BISOGNO DI CURARMI" - ALBERTO GENOVESE, ARRESTATO PER LO STUPRO DELLA 18ENNE, DAVANTI AI PM CONFESSA LA SUA DIPENDENZA - IN CASA AVEVA COCAINA, CHETAMINA E MDMA CHIUSI IN CASSAFORTE: "A CASA MIA TANTI ASSUMEVANO DROGA LIBERAMENTE..." - GLI INVESTIGATORI VOGLIONO CAPIRE CHI GLI FORNIVA LA DROGA, CHI INVITAVA LE RAGAZZE E SE QUALCUNA SI SIA PROSTITUITA. E SOPRATTUTTO SE…

GIUSEPPE GUASTELLA per il Corriere della Sera

 

genovese

Singhiozza, porta le mani al capo disperato. Alberto Genovese chiede una, due, tre volte e più di andare in bagno. È un interrogatorio faticoso, frammentario in cui per la prima volta l'ex mago delle startup risponde alle domande degli inquirenti dopo l'arresto per violenza sessuale aggravata, sequestro di persona, lesioni e cessione di stupefacenti ai danni di una ragazza poco più che diciottenne, ospite di una festa nel suo attico nel centro di Milano, alla quale aveva dato di nascosto la droga dello stupro.

 

«Mi drogo da quattro anni», da quando «ho perso ogni ruolo operativo nelle mie società», «ora non sono più quello prima: un grande lavoratore che ha costruito tutto dal nulla», afferma ponendo una cosa come conseguenza dell'altra.

 

La dipendenza sarebbe peggiorata negli ultimi due anni «con l'assunzione anche di tre, quattro grammi di cocaina al giorno» che non aveva alcuna difficoltà a procurarsi grazie al suo patrimonio di oltre cento milioni di euro accumulato con la vendita delle startup a peso d'oro. In un contesto di musica a palla fino a tarda notte, belle e giovanissime ragazze e quarantenni d'assalto la droga veniva servita nei piatti di portata a «Terrazza sentimento», come ha chiamato la sua lussuosa residenza.

 

ALBERTO GENOVESE

Lo certificano le immagini delle telecamere di sorveglianza sparse in tutti gli angoli della casa, le stesse che hanno registrato i particolari delle violenze e che l'imprenditore aveva chiesto di «piallare», e cioè distruggere, a un tecnico informatico per evitare, come accaduto, che finissero nelle mani degli investigatori della Squadra mobile della Questura di Milano guidati da Marco Calì.

 

«A casa mia tanti assumevano droga liberamente», ammette Genovese di fronte al pm Rosaria Stagnaro e all'aggiunto Letizia Mannella che lo interrogano per cinque ore in quello che ai tempi di Mani Pulite fu l'ufficio di Gerardo D'Ambrosio. Assistito dagli avvocati Davide Luigi Ferrari e Luigi Isolabella, il 43enne ripete come un mantra ciò che aveva detto il 9 novembre in carcere subito dopo l'arresto: «Quando sono sotto gli effetti della droga non riesco a controllarmi e non capisco più quale sia il confine tra ciò che è legale e ciò che è illegale».

 

alberto genovese

Di certo questo non attenua le sue responsabilità, semmai le aggrava, né rende meno feroce la violenza sulla ragazza, ma lui prova lo stesso ad accreditare la tesi che, mentre infieriva sadicamente sulla sua giovane vittima, la droga gli aveva fatto perdere il senno, trasformandolo in un essere nel quale, dice ora, non si riconosce.

 

«Ho bisogno di curarmi», implora. Di droga in casa gliene hanno trovata tanta e di tutti i tipi: quaranta grammi tra cocaina, chetamina e mdma chiusi in cassaforte. Era quello che era avanzato dalla festa della violenza atroce del 10 ottobre. Gli investigatori vogliono capire chi gliela forniva, chi invitava le ragazze e se qualcuna si sia prostituita, ma soprattutto se si siano verificate altre violenze nella camera da letto di Genovese la cui porta chiusa veniva sorvegliata da un buttafuori.

ALBERTO GENOVESE

 

Oltre che sulle complicità della corte dei miracoli che circondava e assecondava il ricchissimo imprenditore, le indagini si concentrano anche sulle testimonianze. In molti farebbero volentieri a meno di presentarsi in Questura.

 

Dopo essere stato popolarissimo negli ultimi due anni, con l'arresto l'hashtag #terrazzasentimento è sparito dai social assieme ai profili Facebook e Instagram della residenza e a tutte le foto e le condivisioni che un tempo gli ospiti avevano fatto a gara a postare. Genovese poggia la testa sul tavolo, gli avvocati provano a confortarlo. Sembra provato, ma la lucidità gli torna all'istante quando si tratta di leggere, e correggere, il verbale di quello che è solo il primo interrogatorio.

alberto genovesealberto genovesealberto genovesealberto genovesealberto genovesealberto genovese

Ultimi Dagoreport

giorgia arianna meloni massimiliano romeo matteo salvini

RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA FACCIA HA RITIRATO DALLA CORSA PER LA SEGRETERIA DELLA LEGA IN LOMBARDIA IL SUO CANDIDATO LUCA TOCCALINI. E ORA IN LIZZA C’È SOLO MASSIMILIANO ROMEO, UNA VOLTA SUO FEDELISSIMO - UNA MOSSA SOSPINTA SOPRATTUTTO DALL’ASSOLUTO BISOGNO DI SALVINI DI AVERE PIÙ UNITI CHE MAI I CAPOCCIONI DELLA LEGA: PER IL 20 DICEMBRE È ATTESA LA SENTENZA PER IL PROCESSO OPEN ARMS - IL CAPITONE SPERA IN UNA SENTENZA DI CONDANNA: DIVENTARE "MARTIRE DELLA GIUSTIZIA" SUL TEMA DELLA MIGRAZIONE POTREBBE TRASFORMARSI IN UNA MEDAGLIA SUL PETTO PER RISALIRE NEL CUORE DEI LEGHISTI SEMPRE PIÙ DELUSI - DOPO LE SCONFITTE ALLE POLITICHE E ALLE REGIONALI, CON LA LEGGE SULL’AUTONOMIA FATTA A PEZZI, ORA LE SORELLE MELONI VOGLIONO SALIRE ANCHE SUI TRENI, DOVE SALVINI, COME MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, VUOL FARLA DA PADRONE. IL BORDELLO CONTINUA: FINO A QUANDO?

tony effe

DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A FANCULO! MENTRE PAPA BERGOGLIO ACCOGLIE SANTI E PUTTANE, TRANS E GAY, LA SINISTRA ITALIANA PROVA A IMPORRE QUESTA OSSESSIONE AMERICANA PER IL POLITICAMENTE CORRETTO CHE SI ILLUDE DI RIDURRE IL TASSO DI INTOLLERANZA UTILIZZANDO UN LINGUAGGIO APPROPRIATO. TUTTO INUTILE. PERCHÉ IL RIDICOLO È PIÙ FORTE DEL PERICOLO. DIRE OMOSESSUALE ANZICHÉ GAY NON PROTEGGE GLI OMOSESSUALI DALLA VIOLENZA DI STRADA. COSÌ COME CACCIARE DAL PALCO DEL CONCERTONE DELL’ULTIMO ANNO IL RAPPER TONY EFFE PER AVER SCRITTO BRANI CHE "VEICOLANO MESSAGGI OFFENSIVI VERSO LE DONNE E NORMALIZZANO ATTEGGIAMENTI VIOLENTI" NON CAMBIA LA VITA SOCIALE E I RAPPORTI INTERPERSONALI. MASSÌ, IN PRINCIPIO ERA IL VERBO. MA ALLA FINE C'È LA BUGIA, IL TERRORE DI ESPRIMERE LIBERAMENTE QUELLO CHE SI PENSA, DETTO ALTRIMENTI FASCISMO”

mario calabresi - elly schlein - matteo renzi - carlo calenda - ernesto maria ruffini

DAGOREPORT – CERCASI DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE, DI ISPIRAZIONE CATTOLICA E MODERATA, CHE INSIEME AL PD POSSA CONTRAPPORSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 ALLA DESTRA AUTORITARIA DEL GOVERNO DI MELONI (SALVINI E TAJANI NON CONTANO PIU' UN CAZZO) - MENTRE PROCEDE L'EUTANASIA DEL TERZO POLO, OSTAGGIO DI RENZI E CALENDA, SI E' AUTOCANDIDATO IL CATTOLICO ERNESTO MARIA RUFFINI, MA NON LO VUOLE NESSUNO (ANCHE PRODI DUBITA DEL SUO APPEL MEDIATICO) - RISULTATO? SI È DIMESSO NON SOLO DAL FISCO MA ANCHE DA CANDIDATO - RUFFINI O NO, UNA “COSA" DI CENTRO DOVRÀ NASCERE A FIANCO DEL PD. L'EVANESCENZA DEI CATTO-RIFORMISTI DEM E' TOTALE. IL VATICANO E L'AZIONISMO CATTOLICO NON SI RICONOSCONO NEI VALORI ARCOBALENO DELLA MULTIGENDER ELLY SCHLEIN – RUMORS DALLA MILANO CIVICA: CIRCOLA IL NOME DI MARIO CALABRESI COME CANDIDATO SINDACO PER IL DOPO SALA…

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – MENTRE LA CRISI GLOBALE DELL'AUTOMOTIVE RISCHIA DI BRUCIARE L'1% DEL PIL ITALIANO, GIORGIA MELONI E JOHN ELKANN SONO IMPEGNATI A FARSI LA GUERRA - LA DUCETTA DIFFIDA (EUFEMISNO) DI YAKI NON SOLO PERCHE' EDITORE DI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NONCHE' AMICO DI ELLY SCHLEIN (GRAZIE ALLA DI LUI SORELLA GINEVRA), MA ANCHE PERCHÉ E' CONVINTA CHE FRIGNI SOLTANTO PER TORNACONTO PERSONALE - DI CONTRO, IL RAMPOLLO AGNELLI FA PRESENTE A PALAZZO CHIGI CHE LA QUESTIONE NON RIGUARDA SOLO STELLANTIS MA L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA IN TUTTO L'OCCIDENTE - E LA CINA GODE GRAZIE AL SUICIDIO EUROPEO SUL GREEN DEAL...