rissa in strada

ANTONIOZZI, QUALCOSA NON TORNA - L'EX EUROPARLAMENTARE ALFREDO ANTONIOZZI AVEVA SMENTITO LA PARTECIPAZIONE DEL FIGLIO TANCREDI ALLA RISSA DI CAPODANNO A CORTINA - MA ORA AD ACCOSTARE IL NOME DEL DICIOTTENNE A QUELLO CHE FU UN VERO E PROPRIO PESTAGGIO, SONO PROPRIO I QUATTRO RAGAZZI VENETI USCITI MALCONCI DALL’INCONTRO CON LA COMITIVA DI TURISTI ROMANI - NELLA LORO DENUNCIA, L'UNICO NOME CHE COMPARE E' PROPRIO QUELLO DI TANCREDI ANTONIOZZI, RICONOSCIUTO GRAZIE AD ALCUNE FOTO TROVATE SUI SOCIAL...

Andrea Priante per https://corrieredelveneto.corriere.it

 

alfredo antoniozzi foto di bacco (1)

«Mio figlio Tancredi non ha preso parte alla rissa in questione e sono pronto a querelare chiunque accosti il suo nome a un’aggressione». Così, il mese scorso, tuonava l’esponente di Fratelli d’Italia, già europarlamentare (2004-14), Alfredo Antoniozzi, riferendosi all’ormai famosa aggressione subita da un gruppo di ragazzi trevigiani a Capodanno, a Cortina d’Ampezzo. Ma ora ad accostare ufficialmente il nome del diciottenne romano a quello che - stando al racconto delle vittime - fu un vero e proprio pestaggio, sono proprio i quattro veneti usciti malconci dall’incontro con la comitiva di turisti romani.

 

RISSA IN STRADA

Lunedì mattina, a sei settimane dal fatto, l’avvocato che li rappresenta si è presentato in questura a Belluno per depositare formale denuncia. Nella querela per lesioni, l’unico nome che compare è proprio quello di Tancredi Antoniozzi, perché la sua foto, rintracciata sui social, è stata riconosciuta dai trevigiani. Toccherà alle indagini della procura - che si potrà avvalere anche dei filmati delle telecamere di sorveglianza presenti in Corso Italia - il compito di identificare gli altri romani che avrebbero partecipato.

 

Il documento

alfredo antoniozzi foto di bacco (2)

Nel documento presentato dal loro legale, le vittime - tra i 17 e i 18 anni, tutti dello stesso liceo di Treviso - ripercorrono quanto accaduto dal loro arrivo a Cortina il 30 dicembre, per festeggiare il Capodanno, fino alla notte tra l’1 e il 2 gennaio. La versione è per tutti la stessa: sarebbero stati affiancati dal gruppo di romani mentre stavano cantando «una canzone imparata nei campi scout» che si conclude con un «Alé Treviso! Alé Treviso!».

 

Lo dimostrerebbe anche il video della durata di 15 secondi che è stato allegato alla querela e nel quale si intravede l’esatto momento in cui le comitive si incontrano. Il gruppo di cui faceva parte Antoniozzi li avrebbe inseguiti fino all’altezza dell’Hotel de La Poste prendendoli a cinghiate e poi colpendoli con calci e pugni.

RISSA IN STRADA

 

Il tutto inneggiando alla Lazio. Tre dei ragazzi trevigiani sono finiti all’ospedale (un 17enne ha perso i sensi a causa dei colpi) mentre un quarto, che pure è stato malmenato, non ha ritenuto di presentarsi al pronto soccorso. Nella denuncia raccontano di essersi sentiti vittima di «una caccia all’uomo» e assicurano che i turisti romani li avrebbero aggrediti «per divertimento». Saranno le indagini a chiarire come siano andate realmente le cose.

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