FARINETTI E FURBETTI – ALL’EXPO SPUNTA LA FARINETTI-TAX: LE AZIENDE CHE VOGLIONO ESPORRE I LORO PRODOTTI DEVONO PAGARE 750 EURO AL PATRON DI EATALY – MA LUI QUANTO HA PAGATO PER I DUE PADIGLIONI AVUTI SENZA GARA?
Gianni Barbacetto per il “Fatto Quotidiano”
Non solo chef. Oscar Farinetti, patron di Eataly e grande amico del presidente del Consiglio Matteo Renzi, non coordina soltanto i cuochi e i ristoranti regionali di Expo, ma anche le Camere di commercio italiane: per far partecipare all’evento – a pagamento – le aziende che vogliono esporre i loro prodotti.
Per avere uno spazio nei due megapadiglioni di Farinetti, bisognerà versargli 750 euro più iva. È l’ultima novità di un’esposizione universale che, oltre ai ritardi, mette in mostra anche stravaganti procedure in cui un privato si fa pagare per concedere uno spazio pubblico.
Sapevamo già che i due padiglioni Eataly, ottenuti da Farinetti senza gara, sarebbero stati “il più grande ristorante che mente (e pancia) umana abbia mai pensato”, come annunciato dal suo stesso coordinatore: 8 mila metri quadrati in cui nei sei mesi di Expo funzioneranno 20 ristoranti, uno per regione, gestiti a turno, un mese ciascuno, da 120 ristoratori italiani scelti a insindacabile giudizio di Farinetti, che per questo suo ruolo di giudice da Masterchef si terrà il 25 per cento degli incassi.
Sapevamo anche – ne ha scritto Ferruccio Sansa sul Fatto quotidiano – che il presidente della Liguria Claudio Burlando ha invitato le Camere di commercio della sua regione a indirizzare le aziende locali ai padiglioni Eataly per promuovere i prodotti alimentari tipici, l’ olio, il pesto, la focaccia, il pesce...
ORA SAPPIAMO che l’ operazione “ prodotti tipici” è nazionale. Farinetti farà da supervisore nella scelta delle aziende che vorranno presentare le loro specialità all’esposizione universale. L’ operazione è gestita dalle Camere di commercio delle diverse regioni, che in questi giorni stanno completando le loro liste di aziende. Come avviene la scelta? Il Fatto quotidiano lo ha potuto ricostruire attraverso i documenti della Camera di commercio di una regione del sud Italia.
Questa comunica a tutte le aziende associate che potranno partecipare a Expo 2015, “ nell’ ambito di una collaborazione attivata con Eataly, con l’ obiettivo di esporre e valorizzare le produzioni agroalimentari locali, “sotto l’egida di un brand di straordinario successo”. È Eataly di Farinetti, naturalmente.
Le aziende potranno partecipare a rotazione, due giorni ciascuna. Ogni spazio regionale sarà di 100 metri quadrati, diviso in due aree: la prima sarà una “vetrina espositiva” dedicata alle aziende, “attrezzata con desk espositivo personalizzato, servizi d’accoglienza, pulizia e fornitura di tovagliati e stoviglie”; la seconda sarà invece una zona “lounge, destinata a eventi, degustazioni, presentazioni di prodotti a giornalisti e operatori commerciali, anche di tipo personalizzato da concordare con Eataly”.
LA SELEZIONE di qualità, in realtà, non esiste: chi paga può arrivare a esporre la sua mercanzia. Scrive infatti la Camera di commercio: “Il costo di partecipazione all’evento, pari a euro 750 più iva, dovrà essere versato direttamente a Eataly”. Le Camere di commercio si limiteranno a fare una divisione per settori dei posti a disposizione, “per assicurare un’equilibrata rappresentanza dei vari comparti produttivi”: così, per esempio, saranno accettate, zona per zona, tot aziende produttrici di dolci, tot di olio, tot di vini e distillati, tot di latticini e salumi eccetera.
lavori expo a 2 settimane dall inizio 9
All’interno di questa griglia, chi paga espone. La graduatoria sarà compilata “per ogni comparto in base al rigoroso ordine cronologico delle manifestazioni d’interesse pervenute attraverso Pec, posta elettronica certificata”. Ecco dunque il “sistema Farinetti” per Expo 2015: un soggetto privato, per di più scelto senza gara, incasserà soldi dalle aziende, per mettere loro a disposizione spazi pubblici, come sono quelli di Expo.