ALT! ECCO IL VERO ALBERO GENEALOGICO DELLA MITOLOGICA MARCHESA D'ARAGONA: DAGOSPIA VI RACCONTA LA GAGLIARDA FAMIGLIA DEL SECCO, IL NONNO BRACCIANTE, IL PADRE DIPENDENTE DI UN'AZIENDA DI TRASPORTI. ALTRO CHE BLASONE: LO ZIO È UN FIERO TRAMANDATORE DELLA CULTURA CONTADINA TOSCANA. PIÙ CHE ''MARCHESA D’ARAGONA PER IDENTIFICAZIONE PERSONALE'', PARE ''MARCHESA D’ARAGONA PER INSENSATA PANZANA''
L'ARTICOLO ORIGINALE SULLE ORIGINI DELLA MITICA MARCHESA D'ARAGONA (2013)
Goffredo Cazziatoni da Castel del Monte per Dagospia
Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, figuriamoci i blasoni! Ecco così, come per magia, il vero “albero genealogico” della nostra adorata Daniela Del Secco, che continua ad inveire e insultare nei salotti tv chiunque osi mettere in dubbio il suo inventato titolo nobiliare che le ha permesso di sbarcare in televisione. Vediamo se riesce ad insultare e smentire anche il signor Aldo Leonini, riservato ed elegante novantenne, ascianese di nascita, che sulla rivista locale “Cultura Contadina in Toscana”, giustamente fiero delle proprie origini, si impegna a raccontare da anni in qualità di memoria storica il proprio vissuto e le proprie conoscenze affinché non se ne perda la testimonianza. Leonini peraltro è cugino in primo grado di Primo Del Secco, padre della Daniela Del Secco, “Marchesa D’Aragona per identificazione personale”.
Dani del Secco d Aragona vicino al suo ritratto
Ecco alcuni stralci del Leonini relativi all’ascendenza della signora Daniela Del Secco: “Nel percorrere tale via mi è tornato alla mente che mio zio Brandisio Del Secco (nonno della “Marchesa” ndr.), grande lavoratore ascianese, la percorse per tanti anni poiché operaio agricolo (bracciante ndr.) a quella fattoria. Faceva una vita alquanto sacrificata perché partiva da Asciano il lunedì mattina presto con qualsiasi condizione atmosferica per essere presente sul lavoro alle otto e tornava a casa il sabato sera molto tardi. La domenica anziché riposarsi si recava nelle crete di Montepollini a zappare la terra per seminare un po’ di grano. Era molto attaccato alla famiglia composta da mia zia Gesuina (Gesuina Rossi ndr.), sorella di mia madre, e tre figli, Fiammetta, Primo e Ilva, che purtroppo non sono più tra noi.
La paga che riceveva ovviamente non permetteva grandi agi e per questo cercava di procurarsi almeno il grano per l’intera annata”. “Non posso non ricordare quella casa che dava sulle fonti lavatoie. Già, al primo piano abitava la famiglia Pianigiani (Migliaccino) e al secondo la famiglia Del Secco, i miei zii ed i miei cugini. Primo si trasferì a Roma quale impiegato in un’azienda di trasporti, Fiammetta sposò Attilio Amidei, calzolaio, e Ilva fu moglie di Angiolino Equatori, barbiere.
Non posso non ricordare il sacrificio di mio zio che lavorò una intera vita come operaio agricolo nella fattoria di Medane. Partiva con la bicicletta il lunedì mattina presto e tornava il sabato sera piuttosto tardi”. “Ricordo quando mia madre ci diceva di rivolgerci alla nostra zia Gesuina, (era sua sorella moglie di Brandisio Del Secco e madre di Fiammetta, Primo e Natalina miei carissimi cugini) che abitava in paese, per sentire quando era disposta a darle una mano per fare il bucato. Alla fonte di Casa Panie o della Fontasciano in occasione del bucato dovevano essere in due per torcere lenzuola e tovaglie dopo averle a lungo lavate”.
“Dico ciò con orgoglio perché conoscevo la volontà di mio zio come conoscevo quella dei suoi tre figli, ovvero Fiammetta, Primo e Ilva, miei carissimi cugini”. Brandisio suonava l’organetto ed era famoso in paese per la sua polka e suo figlio Primo il sax. Tutto questo, ed altro ancora, è verificabile sulla pagina pubblica di Facebook “Asciano la Voce del Garbo” dove non mancano anche sfottò di Renata Amidei e Giacomo Equatori, cugini di Daniela Del Secco, relativi alle millantate dichiarazioni relative alle origini della loro famiglia, che non solo non sono nobili, ma neppure borghesi, semmai proletarie.
Alla luce di quanto sopra ci sembra quindi più intellettualmente corretto dire, come ironicamente affermato in ambito privato da veri nobili romani e non solo, che la signora Daniela Del Secco, “Marchesa D’Aragona per identificazione personale” (onesto escamotage, legale nella Repubblica Italiana per usare qualcosa che sembra un titolo nobiliare ma che però non è” – Pier Felice degli Uberti ndr.), sia “Marchesa D’Aragona per insensata panzana”.
Non sarà per caso che l’arguto espediente dell’identificazione personale sia propedeutico anche alla difesa del suo ideatore (dott. Pier Felice degli Uberti, nato Pier Felice Ubertis ndr. , in passato accusato di non essere un vero nobile ? (A tal proposito si veda Storie Italiane – Rai Uno – 5/12/2018 – “Sedicente principe del Montenegro: Io vittima di un complotto”). Chissà cosa ne pensa di tutta questa storia la simpatica sorella pentastellata Paola Del Secco molto attiva sui social, che risulterebbe vivere a Fiumicino...
Ricapitolando “l’albero genealogico” della “Marchesa”: la famiglia Del Secco era di Asciano, di umilissima estrazione contadina. Il nonno di Daniela era Brandisio Del Secco, bracciante e fisarmonicista amatoriale che sposò Gesuina Rossi, donna di casa e lavandaia, entrambi di Asciano. Dal loro matrimonio nacque il padre della “Marchesa” Primo del Secco, che si trasferì prima a Siena poi a Roma per lavorare in un’azienda di trasporti. Primo avrebbe sposato Elena Proietti, nata a Subiaco nel 1915: dal loro matrimonio nascono Paola, Carla e la “marchesa” Daniela Del Secco.
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