1. E LA GUERRA RAZZIALE ARRIVÒ DALLA PERIFERIA DI FERGUSON AL CUORE DI NEW YORK: POLIZIOTTI CONTRO IL SINDACO DE BLASIO, CHE HA “LE MANI SPORCHE DI SANGUE” 2. GLI ADDEBITANO L’UCCISIONE DEI DUE AGENTI DA PARTE DI UN PAZZO CHE VOLEVA VENDICARE MICHAEL BROWN E GARNER. DE BLASIO HA RICHIAMATO IN SERVIZIO BRATTON, LO “SCERIFFO” DELL’ERA GIULIANI, MA HA ANCHE DETTO CHE SUO FIGLIO DI COLORE HA “PAURA” DEGLI AGENTI 3. GIULIANI PUNTA IL DITO CONTRO OBAMA: “È RESPONSABILE DELLA PROPAGANDA CONTRO I POLIZIOTTI CHE VA AVANTI DA MESI. HA ALIMENTATO L’ODIO E PERMESSO GLI ATTENTATI” 4. ANCHE L’EX GOVERNATORE PATAKI ACCUSA DE BLASIO DI AVERE DATO IN PASTO GLI AGENTI AI CRIMINALI, SCHIERANDOSI CON I DIMOSTRANTI DI NEW YORK CHE INVITAVANO A “NON SPARARE” 5. AI FUNERALI DI IERI, GLI “SBIRRI” HANNO VOLTATO OSTENTATAMENTE LE SPALLE AL SINDACO
RAFAEL RAMOS E WENJIAN LIU - I DUE POLIZIOTTI UCCISI A NEW YORK DA UN AFROAMERICANO
1. UN ALTRO POLIZIOTTO È STATO AGGREDITO A NEW YORK
Ansa.it - Un altro poliziotto è stato aggredito a New York all'indomani dell'uccisione di due agenti a Brooklyn. E' successo nella stazione del 28esimo distretto: in base alle prime informazioni, un uomo e' entrato dentro l'edificio e lo ha aggredito, spezzandogli un braccio. Al momento non sono disponibili altre informazioni, né vi sono elementi che colleghino l'episodio con le tensioni razziali degli ultimi mesi negli Usa.
Candele e fiori. Sono centinaia i messaggi di cordoglio lasciati dai cittadini sul luogo della sparatoria, a Brooklyn, dove ieri due poliziotti sono stati assassinati a sangue freddo. La citta' di New York e' sotto shock e stasera e' prevista una veglia funebre in memoria di Wenjian Liu e Rafael Ramos. "Non riusciamo ancora a crederci", ha detto un passante. "I poliziotti dovrebbero essere considerati eroi, non bersagli da far fuori", ha detto un altro. In zona continuano ad affluire persone quasi senza sosta
Il dipartimento della Polizia di New York ha rafforzato le misure di sicurezza per gli agenti chiedendo loro di indossare sempre i giubbotti anti proiettili e di evitare, al momento, di pattugliare zone non assegnate. La misura avviene il giorno dopo l'uccisione a sangue freddo di due poliziotti a Brooklyn. Intanto, in una conferenza stampa, la famiglia di Rafael Ramos, uno dei due agenti uccisi, ha invitato la comunita' alla "coesistenza pacifica".
Il presidente Barack Obama ha avuto un colloquio telefonico con il capo della polizia di New York, William Bratton, nel corso del quale ha espresso cordoglio per l'uccisione ieri dei due agenti, esportando gli americani a respingere la violenza. Lo rende noto il portavoce della Casa Bianca, Eric Shultz. Obama ha detto a Bratton che la Casa Bianca continuerà a vigilare, offrendo aiuto e assistenza, e che l'amministrazione lavorerà con i leader nel Paese per diffondere lo stesso messaggio di non violenza.
fiori per i poliziotti uccisi a new york
Giuliani difende il primo cittadino della Grande Mela e punta il dito contro Obama. Accusare il sindaco De Blasio di avere le mani sporche di sangue "è una reazione eccessiva", ma lui "deve cambiare politica nei confronti dei poliziotti". Lo ha detto l'ex sindaco di New York, Rudolph Giuliani: "Non è giusto accusarlo", ha detto. "Molti sindaci hanno perso poliziotti durante il loro mandato. E dire una cosa del genere è pericoloso", ha proseguito Giuliani.
"E non credo nemmeno che i poliziotti avrebbero dovuto voltargli le spalle. I miei sentimenti vanno a De Blasio e al capo della Polizia di New York, Bratton. So che faranno cambiamenti". Giuliani però ha criticato il sindaco per il modo in cui ha gestito le manifestazioni di proteste delle ultime settimane contro la brutalità della polizia. "Ha lasciato che andassero fuori controllo. Avrebbe dovuto creare delle aree di protesta per i manifestanti", sostiene.
james o'neill, nypd commissioner bill bratton, new york city mayor bill de blasio
"Credo che De Blasio dovrebbe ammettere che alcune delle sue politiche sono sbagliate e parte del suo mancato appoggio alla polizia deriva dal fatto di non comprendere gli agenti". "Quello che è successo è una cosa orribile - ha aggiunto - non si può spiegare in nessun modo. Ma forse porterà ad un atteggiamento diverso verso la polizia", ha concluso.
Giuliani dà la colpa dell'uccisione di due poliziotti alla "propaganda" contro la polizia di cui, sostiene, "il presidente Barack Obama ha una parte di responsabilità". "Abbiamo avuto mesi di propaganda, a partire dal presidente, che tutti dovrebbero odiare i poliziotti", ha detto Giuliani. L'ex sindaco si riferiva alle manifestazioni contro la brutalità della polizia nei casi di Ferguson e New York. Secondo Giuliani, quelle proteste, unite alle critiche delle tattiche della polizia e del sistema giudiziario, hanno contribuito a creare il clima che ha portato all'assassinio dei due poliziotti.
2. “DE BLASIO CI HA TRADITO RIDATECI RUDY GIULIANI”
Maurizio Molinari per “la Stampa”
Al 917 North Broadway di Massapequa, Long Island, c’è il «Cafè Gondola» di Joe Bonura dove la domenica mattina gran parte degli avventori sono agenti della polizia di New York, pensionati o in servizio, con famigliari al seguito.
Parlare con loro dell’omicidio di Wenjan Liu e Rafael Ramos, commesso da Ismaayil Brinsley, significa ripercorrere il rapporto fra la metropoli e il New York Police Department, dall’età d’oro di Rudy Giuliani alle tensioni con Bill De Blasio.
bratton i coniugi de blasio e il cardinale timothy dolan
LOTTA AL MICROCRIMINE
Andy, 60 anni, è un veterano con il figlio anch’esso in divisa, peraltro nello stesso Precinct 84 dove erano di base Liu e Ramos, e non ha esitazioni: «Sono due omicidi di cui porta la responsabilità il sindaco De Blasio perché ha voltato le spalle agli agenti, con Giuliani sarebbe stata tutt’altra storia». Il riferimento è all’ex sindaco repubblicano che «scelse di sporcarsi le mani e ci disse di togliere dalla circolazione chi lo meritava, proteggendoci» aggiunge Andy, ricordando la genesi della dottrina delle «Finestre rotte» che vide a metà degli Anni Novanta Giuliani applicare la teoria formulata nel 1982 da James Wilson e George Kelling in base alla quale arrestando chi commette microreati - dai graffiti sulla metro ai vetri rotti - si riesce ad abbassare nel medio periodo il tasso di crimini più gravi.
CORPO ESTRANEO
Giuliani affidò nel 1994 al «commissioner» William Bratton la gestione della «tolleranza zero» che Howard Safir e Bernard Kerik continuarono, fino al 2001, con metodi tali da sollevare accuse di razzismo da parte delle comunità afroamericane e ispaniche. Il risultato fu il recupero di interi quartieri, a cominciare da Manhattan dove Lower East Side, Times Square e Upper West Side vennero «ripuliti da gang, prostitute e spacciatori» ricorda Andy, ponendo le basi per il boom immobiliare che continua da oltre venti anni.
De Blasio, sindaco da gennaio, ha richiamato in servizio proprio Bratton ma per Mike, agente in riposo domenicale, oramai è un «dead tree», un albero morto, incapace di innovare, agire con decisione e comprendere «la città disseminata di nuovi pericoli». Alfonso, da poco arruolato, con alle spalle una famiglia italoamericana disseminata di poliziotti e pompieri, aggiunge:
«La responsabilità non è solo di Bratton ma di De Blasio che sta chiuso in ufficio, non vuole grane, non si preoccupa della sicurezza dei cittadini e consiglia perfino al figlio di non fidarsi di noi». Senza contare che dopo l’episodio di Eric Garner - l’afroamericano strozzato da alcuni agenti - «non ha frenato chi ci ha linciato pubblicamente».
fiori e preghiere per i poliziotti uccisi a new york
«New York ha bisogno di un nuovo sindaco come all’America serve un nuovo presidente» commenta Andy, nel consenso corale dei colleghi seduti fra i tavoli del Gondola, spiegando che «ad accomunare Obama e De Blasio è il pregiudizio a favore dei neri, per loro ogni nero morto è un atto di razzismo mentre i bianchi morti sono solo delle vittime».
La rabbia contro il sindaco si è espressa sabato con il gesto di protesta nei corridoi del Woodhull Hospital, quando dozzine di agenti si sono girati verso il muro, dandogli le spalle mentre passava, al fine di rendere evidente il disappunto per «aver scelto di non sostenerci come tutti i predecessori hanno fatto» concordano Mike e Andy.
Il titolo di copertina del tabloid «Daily News» - il quotidiano più vicino alla polizia - sul «Sindaco colpevole» riflette l’umore collettivo.
il passaggio delle bare dei due agenti uccisi a new york
Mike tiene in particolare a ricordare Michael Bloomberg, alla guida della città dal 2002 al 2013, perché la scelta di applicare la legge «Stop and Frisk» - fermare e perquisire - nei confronti di ogni sospetto viene considerata dagli agenti uno dei rimedi più efficaci, riusciti a garantire la sicurezza dall’indomani dell’11 settembre nonché nuovi recuperi urbani, a cominciare da Harlem.
FERMA E PERQUISISCI
Contestata dai democratici perché consente di fermare un individuo solo sulla base di sospetti, accusata dall’Unione delle libertà civili di «violare la Costituzione» e portata in tribunale dalle comunità afroamericane, «Stop and Frisk» è stata difesa a spada tratta da Bloomberg, estendendo la «tolleranza zero» alla prevenzione dei reati. Fu proprio questo uno dei terreni su cui De Blasio, in campagna elettorale, criticò aspramente Bloomberg, affrettandosi a voltare pagine una volta eletto.
«La differenza fra i due sindaci è che Bloomberg, pur essendo molto ricco, considerava ogni agente come un famigliare, aiutandolo a lavorare per i cittadini - conclude Andy, che ha servito sotto di lui - mentre De Blasio ci tratta come degli estranei, dei violenti». Da qui l’interrogativo su come De Blasio riuscirà a tenere in pugno la città, in presenza di uno scontento senza precedenti fra le 34.450 divise blu.
3. COSÌ L’AMERICA ANTIRAZZISTA SCONTERÀ L’ODIO DEI NERI SUI SOCIAL
Vittorio Zucconi per “la Repubblica”
Il sangue chiama sangue e «oggi molte mani grondano sangue » grida il leader del sindacato di polizia di New York, Pat Lynch, davanti alle bare dei due agenti ammazzati a Brooklyn per vendicare i «fratelli» neri. E le mani alle quali pensa sono quelle del sindaco de Blasio, colui che ha tradito e abbandonato, «gli uomini in blu», dicono loro, alla frontiera della guerra urbana i bianco e nero.
lutto al dipartimento di polizia di new york
C’è un evidente tracciato di follia che lega le morti di americani afro per mano di poliziotti impuniti a Ferguson, a Cleveland, a Staten Island ai colpi esplosi a freddo, attraverso i vetri dell’autopattuglia, da Ismaaiyl Abdullah Brinsley, un ragazzo con un lunga fedina penale, due condanne per assalti a mano armata e un colpo di pistola tirato al ventre della sua ragazza poche ore prima di uccidere gli agenti Wenjian Liu e Rafal Ramos.
Brinsley, che si è poi ucciso con la stessa pistola Taurus calibro 9 usata per colpire gli agenti, non era un militante, non era un attivista, non era altro che un giovanotto squinternato che si era autoproclamato il vendicatore delle ingiustizie.
E aveva preannunciato, nella propria pagina di Instagram con selfie della propria uniforme mimetica, delle scarpe da basket argentee e della pistola automatica, di voler «mettere le ali ai porci». Di ucciderli.
Soltanto il destino, la sfortuna dei due poveri «porci», ha voluto che Brinsley s’imbattesse nell’autopattuglia del Nypd, della polizia di New York, ferma davanti a un “project”, uno di quei casermoni popolari che concentrano nello squallore di sé le vite, i rischi, i crimini, la fatica di essere ghetto.
missouri proteste dopo la morte di michael brown ucciso dalla polizia 33
Liu e Ramos non facevano nulla, erano soltanto presenza di polizia a Bedford Stuyvesant, il quartiere di Brooklyn dove sta il casermone. Non hanno neppure reagito quando lui li ha fatti secchi, nello stile delle esecuzioni mafiose e di gang, attraverso i vetri dei finestrini con la pistola fabbricata in Brasile, la Taurus cal.9, che in strada si compera usata per meno di 100 dollari. Un triangolo di sangue così feroce e insieme così newyorkese, fra un cinese, un latino e un afroamericano.
Nulla ha senso, nell’esecuzione dei due “cop”, dei due poliziotti annoiati che piantonavano un palazzo e nel suicidio del loro assassino, in una stazione del metro G eppure tutto si tiene in una concatenazione tanto tragica quanto prevedibile.
kyrie irving con la maglietta che protesta la morte di eric garner
Le polizie, che siano nei sobborghi di St. Louis, nel ghetto di Cleveland, nelle strade di Staten Island, nei corridoi bui di un altro falansterio di Queens dove un agente uccise un innocente giovanotto afro che era appena uscito dall’appartamento della moglie e del figlio bambino, si sentono abbandonate dai «politici » al fronte di una guerra nella quale a loro è chiesto di combattere e sparare, senza avere le spalle coperte.
La gente di colore, che sente nella propria carne e soprattutto in quella dei suoi giovani, gli effetti delle pallottole, tenta di ripetere che semmai quelle spalle sono fin troppo coperte, da procuratori della repubblica, giudici, magistrati e boss sindacali come “The Blue Bulldog”, il capo dei sindacati in blu di New York, Pat Lynch, che puntualmente salvano, o puniscono con bacchettate sulle dita, coloro che uccidono i neri, dalla Los Angeles di Rodney King allo strangolatore innocente di Garner, il contrabbandiere di sigarette.
l'agente daniel pantaleo e la morte di eric garner 4
E in mezzo, “loro”, i politici, i sindaci, i governatori, i capi delle polizie che qui sono scelti dai sindaci, e che, come Bill de Blasio, marito di una signora afroamericana e padre di figli naturalmente di sangue misto, assorbono la rabbia degli uni e degli altri, vaganti nella terra di nessuno fra le trincee.
Obama, che nel proprio Dna misto bianco e nero, sarebbe dovuto essere lo strumento vivente per l’armistizio, se non per la pace razziale, era alle Hawaii, per le vacanze natalizie con Michelle e le ragazze mentre Brinsley «giustiziava » i due poliziotti. E se non ci può essere nulla di riprovevole in un riposo festivo per un presidente, tanto più in uno Stato dell’Unione come la Hawaii, questa sua innocente lontananza fisica crea un sentimento di distacco dalla brutale, cruente realtà delle “Mean Street”, delle strade cattive, dove si combatte e si muore.
foto time 09 dicembre 2014protesta a new york per eric garner
Naturalmente sangue, mani sporche, proiettili, code di paglia, paure, tutto si coagula e si riversa nella lotta politica. L’ex governatore repubblicano di New Yorl, Pataki, accusa de Blasio di avere dato in pasto ai criminali i suoi uomini e le sue donne in uniforme, schierandosi con i dimostranti che due domeniche or sono sciamavano per le strade di New York con le mani alzate e l’invito sarcastico a «non sparare». Gli agenti, che formano muri umani e sconvolti al passaggio della bare di Liu e Ramos, voltano ostentatamente le spalle al sindaco, quando vuole essere presente all’addio.
Un calderone infernale di paure vere, di intenzioni opportunistiche, di demagoghi e di dolenti sinceri, di iniquità storiche e irrisolte si riversa come carburante sulla mente infuocata di uno sciagurato ragazzo georgiano, con pesanti precedenti penali, ed esplode nell’autoreferenzialità di un social network.
Nel palazzo degli specchi di Instagram, si sente un angelo vendicatore, ottiene, come illustrano i commenti nella sua pagina ora chiusa ma già archiviata, l’approvazione e il sostegno di “amici virtuali” e anonimi che lo incitano, lo fanno sentire importante, lui che non è mai stato nulla. «Go dawg», vai, cane, lo incitano dove cane è un termine di fraternizzazione e di riconoscimento.
il post di brinsley prima di uccidere i due agenti a new york
Non sa, perché non può saperlo, che proprio azioni come queste possono segnare la morte di quella spinta legittima, pacifica, tranquilla che si era risvegliata e scossa senza violenza dopo i proscioglimenti degli agenti sospettati di omicidio. Che la maniera più diretta e certa per rassicurare il razzismo dei bianchi è confermare il pregiudizio e lo stereotipo del «giovanotto negro armato» e omicida.
Illudendosi di fare giustizia, Ismaaiyl Abdullah Brinsley ha contribuito a perpetuare l’ingiustizia, che ora tornerà dove sempre scorre, fiume carsico sotto la crosta americana. Almeno la ragazza alla quale ha sparato al ventre a Baltimora, prima di partire per Brooklyn e mettere ali ai «porci», si salverà.
il post di brinsley prima di uccidere i due agenti a new york
ismaaiyl brinsley si spara