bici elettrica biciclette elettriche

ANDAVO A CENTO ALL'ORA…PEDALANDO! - IN ITALIA NOVE BICICLETTE ELETTRICHE SU DIECI SONO TRUCCATE - MODIFICARE LE E-BIKE È FACILISSIMO, BASTANO CACCIAVITE E UN PAIO DI FILI DA RICOLLEGARE E LE BICI POSSONO ANDARE BEN OLTRE IL LIMITE CONSENTITO DI 25 CHILOMETRI ORARI - MA UNA LEGGE HA EQUIPARATO LE BICICLETTE ELETTRICHE MANOMESSE AI CICLOMOTORI, CON MULTE FINO A 7MILA EURO PER I TRASGRESSORI…

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Cla. Osm. per “Libero quotidiano”

 

Per fortuna che adesso arriva la stretta sulle biciclette elettriche truccate perché, oramai, è un mezzo delirio. Tu te ne stai lì, magari a passeggio sul marciapiede, e ti sfrecciano accanto che manco i motorini, saltando sul pavé e travolgendo quel che sei para loro davanti. D'altronde, che ci vuole?

 

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Qualche rudimento di meccanica e un paio di fili da collegare a dovere. Costano qualcosina in meno di uno scooter (specie se non di prima mano) e, all'occorrenza, sono persino più agili per sgattaiolare nei vicoli o arrampicarsi su stradine sterrate. Alle volte sono talmente manomesse che manco vedi il "ciclista", in sella, pedalare. A Torre Annunziata, nell'area metropolitana di Napoli, qualche giorno fa, i carabinieri della locale e gli agenti della motorizzazione civile si son messi a spulciare manubri e catarifrangenti: sapete cosa hanno scoperto? Che su quindici e-bike, di e-bike ce n'era solo una.

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Le altre quattordici erano state modificate per raggiungere velocità superiori a quelle consentire dalla legge (che, tra parentesi, non dovrebbero superare i 25 chilometri all'ora: ed è già tantissimo per un mezzo a pedali).

 

Il fenomeno è tutt' altro che circoscritto al Vesuvio (ma poi ci arriviamo) dove, in un solo raid, le forze dell'ordine hanno staccato la bellezza di 61 contravvenzioni per un totale di 42mila euro di multa e un furgoncino di biciclette-motorini sequestrate. Alla faccia della mobilità alternativa. Chiariamoci, perché sennò rischiamo di cadere nell'equivoco: le bici elettriche (e quelle a pedalata assistita) sono un'invenzione notevole. Fatichi poco, o pure per nulla, e vai dove vuoi.

 

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Prendi gli anziani, quelli che vivono nei paesini di provincia, che sono abituati ad andare dal panettiere o dal parrucchiere scorrazzando sulla due ruote a forza di polpacci. Con l'età che avanza, la batteria li aiuta a tenersi in forma. Però il punto, qui, è che si è innescata la carica dei furbetti. Quelli che pensano di gabbare il sistema, il codice della strada e pure la sicurezza altrui. No, non si fa. Primo perché possono esserci guai seri e secondo perché, se i limiti esistono, è che hanno anche un motivo.

 

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La Camera ha fatto in tempo ad approvare una legge su investimenti infrastrutturali e sistemi di mobilità sostenibile che contiene anche una norma volta a fermare il fenomeno, equiparando le biciclette elettriche (o a pedalata assistita) manomesse ai ciclomotori. Vuol dire che se ti scoprono ad andare a 50 all'ora dovrai pure avere una targa, un'assicurazione e il patentino in tasca. Altrimenti la multa diventa molto cara (può superare anche i 7mila euro).

 

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Invece gli uomini dell'Arma, ad Andria, in Puglia, la settimana scorsa si sono piazzati in presidio per le strade della città e, in appena una sera, hanno pizzicato venti spericolati che hanno confuso la bicicletta elettrica con la motoretta degli anni Novanta. A Bitonto, qualche chilometro più a sud, alcuni titolari di ristorantini e bistrot si sono lamentati con il Comitato provinciale per l'ordine pubblico perché «siamo stanchi di perdere clienti e di non essere al sicuro a casa della pericolosa corsa delle bici elettriche».

 

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Capita l'antifona? Mettono nei guai persino il turismo. A Taranto, a novembre, i soliti carabinieri che pattugliano le nostre carreggiate, hanno scoperto un giro di e-bike organizzato a puntino: potenziavano le bici e poi chi s' è visto. Solo che, alla fine, si son viste pure 26 contravvenzioni (per 38.700 euro) e decine di mezzi sono stati ritirati. A Torino, lo scorso aprile, un ragazzo è stato fermato perché girovagava per il suo quartiere un po' troppo velocemente, visto che i piedi sui pedali non li aveva nemmeno messi.

 

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Aveva messo, invece, un acceleratore autonomo a manopola collegato al motore: gli bastava ruotare il polso (come si fa, esattamente, sui motorini) per dare velocità. Ora, però, la questione si fa seria. Nel senso che la Camera ha fatto in tempo ad approvare una legge sugli investimenti infrastrutturali e si sistemi di mobilitò sostenibile che contiene anche una norma volta a fermare il fenomeno, equiparando le biciclette elettriche (o a pedalata assistita) manomesse ai ciclomotori.

 

Vuol dire che se ti beccano ad andare a 50 all'ora (lo fanno, lo fanno) dovrai pure avere una targa, un'assicurazione e il patentino in tasca. Altrimenti la multa diventa salata (può superare anche i 7mila euro) e poi son dolori. Al portafoglio, ma dolori. Saranno poi responsabili anche i costruttori e i meccanici perché vendere una due ruote truccata, adesso, costerà caro (con un'altra sanzione amministrativa che può raggiungere i 4.339 euro). Ciclista avvisato, mezzo salvato.

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