UN INCUBO DI NOME ANEMONE – IL COSTRUTTORE DELLA “CRICCA” VUOLE ESSERE PAGATO PER LE RISTRUTTURAZIONI ECCELLENTI – LETTERE DEI SUOI AVVOCATI PER SCAJOLA, LUNARDI E PER UN GRUPPO DI FUNZIONARI PUBBLICI E GIORNALISTI
Marco Lillo per "il Fatto Quotidiano"
Le prime lettere sono già partite. I destinatari delle richieste di pagamento dei lavori effettuati sono quasi tutti nomi noti: giornalisti, funzionari della Presidenza del Consiglio, ex presidenti di enti. Diego Anemone assieme ai legali dello studio Irti sta predisponendo ora quelle più delicate destinate agli ex ministri come Claudio Scajola, per la famigerata casa davanti al Colosseo, e Pietro Lunardi, per i lavori che Anemone ha effettuato nel palazzo di Propaganda Fide acquistato dalla Rocksoil, la società di famiglia fondata dall’ex ministro, nel centro di Roma.
ANGELO BALDUCCI A BORDO PISCINA jpeg
Anemone sostiene di non essere stato pagato completamente per i lavori svolti a favore di Lunardi. L’ex ministro delle Infrastrutture non ha ancora ricevuto nessuna lettera, ma fa sapere al Fatto: “Per quello che ricordo tutte le fatture ricevute dal Gruppo Anemone dalla mia società sono state sempre regolarmente saldate”.
Difficile difendersi dalle pretese a distanza di così tanto tempo. Sono passati molti anni, talvolta dieci o addirittura dodici anni. Le richieste, tutte da verificare, suonano un po’ assurde a chi le riceve, dopo un periodo di silenzio così lungo, e quattro anni dopo l’arresto di Anemone e la fuoriuscita sui giornali della famosa lista. In alcuni casi ci sono già le risposte piccate dei legali dei funzionari e vip.
È il caso di un funzionario del ministero delle Infrastrutture, Roberto Tartaro, che si è visto recapitare una richiesta per un lavoro di falegnameria. Il 12 novembre 2014 ha fatto rispondere dai suoi legali: “Non mi risulta che abbia commissionato ai vostri assistiti alcuna fornitura di arredo pertanto ricuso la richiesta avanzata”. Anche la giornalista del Tg5 Cesara Buonamici ha ricevuto una richiesta, addirittura di 100 mila euro, per lavori di 12 anni fa.
L’avvocato della giornalista, Nunzia De Ceglia, ha replicato già l’11 novembre scorso di non “volere entrare nel merito della rappresentazione dei fatti” che peraltro “si contesta”. Poi ha aggiunto che comunque “qualsivoglia eventuale diritto appare di gran lunga prescritto per decorso del tempo” e ha concluso “certa che trattasi di un mero errore”.
Cesara Buonamici, contattata dal Fatto, aggiunge: “Per fortuna io ho conservato tutte le fatture e posso dimostrare che ho pagato il lavoro eseguito da Anemone. Il mio legale, di sua iniziativa, ha aggiunto quella precisazione sulla prescrizione. Ma il punto è che io ho pagato. E mi sembra una richiesta assurda. Io non c’entro nulla con chi aveva rapporti di lavoro con Anemone visto che io non potevo dare nulla e nulla ho dato al costruttore se non i soldi per il lavoro”.
Un altro funzionario del ministero delle Infrastrutture ormai in pensione che ha reagito furibondo alla lettera dei legali di Anemone è Nando Pierluisi. Nella sua replica il legale di Pierluisi scrive di “fatti del tutto inesistenti” e minaccia azioni a sua tutela.
Anche l’ex presidente dell’Inpdap (fino al 2003) Rocco Familiari, ha ricevuto una lettera con una richiesta di ben 70 mila euro, riferiti a lavori per tramezzi e impianti vari. “Conosco Anemone perché sono uno scrittore - spiega Familiari - e avevo scritto la sceneggiatura per un film girato dalla casa di produzione Edelweiss (Il Sole Nero, con attore protagonista Lorenzo Balducci, figlio di Angelo, ndr) del gruppo Anemone. Ma questa storia dei lavori non esiste. Il mio legale ha già risposto.
Si tratta di un disguido: la mia casa non ha mai subito alcuna ristrutturazione”. In altri casi Anemone non si è trovato di fronte un muro e potrebbe chiudere la vertenza con cifre molto più basse di quelle richieste. La stima iniziale di una decina di milioni complessivi potrebbe ridursi fino a poco più della metà: 6 milioni di euro che farebbero comodo all’imprenditore per chiudere le sue pendenze con il fisco e con i creditori. Anemone non vede l’ora di ricominciare a pagare i pochi dipendenti che gli sono rimasti fedeli nella cattiva sorte ed è per questa ragione che ha deciso di battere cassa nei confronti di quelle persone che - a torto o a ragione - considera gli debbano ancora pagare i lavori effettuati molti anni fa.
La lista preparata dai legali di Anemone non coincide con la ‘Lista Anemone’ uscita sui giornali dopo gli arresti del 2010. Alcuni clienti illustri, anche secondo il costruttore, infatti, avrebbero pagato fino all’ultimo euro. Anemone non ha nulla da pretendere da alcuni illustri generali della Guardia di finanza tirati in ballo allora. Né da dirigenti della Polizia e dei servizi come l’attuale presidente di Finmeccanica Gianni De Gennaro o come l’ex ministro dell’interno Nicola Mancino, la cui famiglia dice il costruttore, “ha pagato tutto e si è comportata benissimo”.
Anemone non ha ancora inviato le lettere a molti nomi illustri. Se terrà fede ai suoi propositi bellicosi, nell’elenco delle lettere da spedire potrebbe esserci anche il capo Dipartimento della Presidenza del consiglio Calogero Mauceri, amico di Angelo Balducci.
Mauceri potrebbe vedersi recapitare una richiesta per un vecchio lavoro del 2006 per il quale Anemone sostiene di avanzare 70 mila euro. “I lavori sono stati fatti ma conservo tutte le fatture e ho pagato tutto”, spiega Mauceri al Fatto. Tra i vip che nulla hanno a che fare con i lavori pubblici c’è anche Alda D’Eusanio, che aveva un problema nella sua casa nel centro di Roma e che fu presentata ad Anemone da Rocco Familiari. Il costruttore sta preparando una lettera anche per la conduttrice televisiva.