toninelli

PAGHIAMO ANCORA I CASINI DI TONTINELLI - L’AGENZIA ANSFISA, CHE NEI PIANI DELL’EX MINISTRO AVREBBE DOVUTO INTEGRARE LA VIGILANZA SULLA SICUREZZA FERROVIARIA E QUELLA SULLE AUTOSTRADE, È BLOCCATA DA NORME OSCURE E LUNGAGGINI BUROCRATICI - NON HA DIPENDENTI NÉ REGOLAMENTI E DI FATTO NON CONTROLLA UN BENEAMEATO PIFFERO

Andrea Sparaciari per it.businessinsider.com

 

danilo toninelli palestrato 2

L’Ansfisa – che nei piani del governo avrebbe dovuto essere istituita dal 1° gennaio 2019 e vedere la luce, dal 30 marzo, entro 90 giorni – avrebbe dovuto successivamente incorporare compiti e personale dell’Agenzia nazionale della sicurezza ferroviaria (Ansf), quella che dal 2007, pur con un organico insufficiente (109 addetti sui 302 previsti), vigila sulla sicurezza delle ferrovie.

 

Già al momento dell’annuncio, la scelta di mischiare le pere (i binari) con le mele (le autostrade) aveva suscitato più di una critica. Oggi, a un anno di distanza, quelle critiche non solo si sono rivelate giuste, ma anche troppo benevole.

 

DANILO TONINELLI

Ansfisa è ancora poco più di un progetto, bloccata da norme oscure e dalle lungaggini burocratiche. Inoltre, l’Agenzia si trova investita suo malgrado dalle violente polemiche che si stanno abbattendo sull’universo delle autostrade. Se fino a oggi i controlli sull’operato dei concessionari erano stati, se non nulli, sicuramente insufficienti (come denunciato da Business Insider Italia in tempi non sospetti), come può essere accolta un’agenzia concepita per fare pelo e contropelo a imprenditori che per decenni hanno agito indisturbati? Da qui tutte le difficoltà che sta incontrando il progetto Ansfisa. E da queste, a cascata, i problemi che si trova ad affrontare anche Ansf, uno dei pochi organismi di controllo italiani a svolgere con serietà il proprio compito, oltretutto previsto dalle norme comunitarie.

 

Una struttura senza dipendenti né regolamenti

AUTOSTRADE PER L ITALIA

Ad oggi Ansfisa è lontana dalla minima operatività perché è un guscio vuoto, priva com’è di dipendenti: secondo la legge dovrebbe avere una dotazione organica di 569 persone tra ingegneri, tecnici specializzati, personale amministrativo e manager apicali. In realtà, al 18 settembre conta un direttore nominato a gennaio 2019, l’ingegnere 68 enne Alfredo Principio Mortellaro e un paio di segretarie. Stop. Una condizione destinata a permanere a lungo, visto che nella nuova agenzia dovranno entrare ingegneri e personale preparato a sorvegliare viadotti, ponti e gallerie. Tutte risorse che scarseggiano (per usare un eufemismo) nella pubblica amministrazione. Bisognerà quindi reclutarle all’esterno, aprendo i concorsi che di per sé richiedono tempi non brevi. Inoltre, la penuria di ingegneri in Italia è strutturale, quindi sarà dura per il pubblico offrire remunerazioni in grado di competere con quelle proposte del privato. Senza contare poi i tempi di affiancamento necessari per i neoassunti per imparare procedure e leggi.  

ponte morandi demolito

 

Ansfisa inoltre è tutt’ora priva di Statuto e regolamenti, cioè dell’insieme di regole che ne governano il funzionamento (e che i neo assunti dovrebbero applicare…). Il 17 luglio scorso l’allora ministro Toninelli li firmò entrambi prima di inviarli al Consiglio di Stato per il controllo di legittimità. Da allora lì sono rimasti e non si sa quando il Consiglio di Stato li licenzierà.

TRENTA COSTA BONISOLI TONINELLI LEZZI GRILLO

 

Altro nodo è l’operatività dell’agenzia: a norma di legge, Ansfisa diventa operativa nel momento esatto nel quale ne vengano nominati i vertici e disponga di personale adeguato. Ora, il direttore è stato scelto, come dicevamo, ma non i due dirigenti di settore – uno per le autostrade, l’altro per le ferrovie – previsti per legge. Quindi, per partire, basta la nomina del direttore o servono tutti e tre i manager? È il quesito che Ansf ha posto all’Avvocatura di Stato: “Come ci dobbiamo comportare? Sono validi gli atti che firmiamo come Ansf? O sono impugnabili perché formalmente c’è Ansfisa, la quale però non è operativa…?”. Domande non di lana caprina, alle quali l’Avvocatura ha risposto con la logica: “continuate a fare ciò che state facendo, del resto non è che possiamo smettere di vigilare sulla sicurezza ferroviaria…”.

 

camion basko ponte morandi

Una risposta sacrosanta, considerando che sarebbe quantomeno “bizzarro” che un esperto di sistemi di frenata dei treni venga distolto dal suo lavoro per essere messo a controllare il coefficiente di frammentazione del cemento armato di un ponte.

 

Sarebbe infatti un duplice danno: si depaupererebbe il controllo ferroviario, senza aumentare quello sulle autostrade. Che poi, trasportato al livello superiore, è il pericolo di travasare tutto il personale Ansf in Ansfisa impegnandolo in attività diverse dai controlli ferroviari. Una richiesta fatta a gran voce dal presidente Mortellaro, il quale, denunciando ripetutamente l’impossibilità di operare di Ansfisa, ha chiesto di poter almeno disporre del personale di Ansf. Richiesta comunque contraria a quanto previsto dalla legge.

 

Il danno per i pendolari

demolizione palazzo via porro 10, sotto ponte morandi 5

Inoltre c’è un altro aspetto negativo nell’eventuale passaggio del personale Ansf già oggi: tra le varie competenze, l’Agenzia ferroviaria ha anche quella di certificare i nuovi treni che entrano in esercizio. Con i nuovi contratti di servizio firmati da Ferrovie dello Stato con le varie regioni italiane, sono in costruzione oltre 1000 convogli. Ora, se i già pochi tecnici Ansf saranno spostati sulle autostrade, le omologazioni dei treni dovranno per forza slittare, causando un danno diretto ai produttori, alle società ferroviarie committenti e, indiretto, a tutti i pendolari italiani, i quali aspettano i treni nuovi come l’assetato attende l’acqua nel Sahara.

 

PONTE MORANDI FOTO PELLIZZA FLICKR

Ora il pallino è in mano la nuovo ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli, la quale non si è ancora espressa sulla questione. Considerando quanto detto fino a qui, non sarebbe una cattiva idea se il nuovo esecutivo rimettesse mano alla legge per abbandonare la sciagurata idea di Ansfisa e decidesse di creare due agenzie gemelle, ma separate, Ansf per le ferrovie e un’omologa per le autostrade. C’è tempo per rimediare all’ulteriore brutto lascito di Toninelli, basta avere volontà e idee chiare, abbandonando decisioni figlie di logiche emergenziali e di incapacità politica.

PONTE MORANDI FOTO PELLIZZA FLICKRQUEL CHE RESTA DEL PONTE MORANDI VISTO DAL QUARTIERE DEL CAMPASSO A GENOVAdemolizione ponte morandi 7demolizione ponte morandi 12

Ultimi Dagoreport

francesco lollobrigida

CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL GIORNO: “QUANTE GUERRE NON CI SAREBBERO STATE DI FRONTE A CENE BEN ORGANIZZATE?”. E TRA UNA CAZZATA E UNA GAFFE, FERMAVA PURE I TRENI - DOPO QUASI DUE ANNI DI LOLLISMO SENZA LIMITISMO, QUESTA ESTATE, UNA VOLTA SEGATO DALLA MOGLIE, LA SORELLA D’ITALIA ARIANNA MELONI, È SCOMPARSA LA NOSTRA RUBRICA PREFERITA: “LA SAI L'ULTIMA DI LOLLOBRIGIDA?”. ZAC!, IL SILENZIO È SCESO COME GHIGLIOTTINA SUL MINISTRO DELL’AGRICOLTURA (PER MANCANZA DI PROVE). DALLA “BANDA DEI QUATTRO” DI PALAZZO CHIGI (LE DUE MELONI, FAZZOLARI E SCURTI), ERA PARTITO L’ORDINE DI CUCIRGLI L’EFFERVESCENTE BOCCUCCIA (STESSO TRATTAMENTO ALL’ALTRA “PECORA NERA”, ANDREA GIAMBRUNO). A QUESTO PUNTO, NON ESSENDO ANCORA NATO UN MOVIMENTO DI LIBERAZIONE DEL REIETTO, L’EX STALLONE DI SUBIACO SI E’ MESSO IN TESTA DI FORMARE UN… - VIDEO, TUTTE LE GAFFES!

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)