ingroia gina lollobrigida

INGROIA ‘STO BOCCONE AMARO – L’EX MAGISTRATO NON ASSISTERÀ GINA LOLLOBRIGIDA: AVEVA CHIESTO AL TRIBUNALE UNA SECONDA COSTITUZIONE DI PARTE CIVILE NEL PROCESSO, MA IL GIUDICE L'HA RESPINTA – L'ATTRICE È GIÀ COSTITUITA CON UN LEGALE NOMINATO DALL'AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO, PERCHÉ RITENUTA “VULNERABILE E SUGGESTIONABILE” E NON IN GRADO DI GESTIRE I SUOI BENI FINITI NELLE MANI DI ANDREA PIAZZOLLA...

Francesca De Martino per "Il Messaggero"

 

GINA LOLLOBRIGIDA E ANTONINO INGROIA

La sua villa sull'Appia antica era stata spogliata di opere d'arte, cimeli e arredi dall'ex manager e factotum di Gina Lollobrigida, Andrea Piazzolla che, con la complicità di un ristoratore romano, Antonio Salvi, aveva messo all'asta quei beni tentando di accaparrarsi un bottino da centinaia di migliaia di euro. È l'accusa che ha portato i due a processo, nel maggio 2020, con l'accusa di circonvenzione d'incapace aggravata.

 

gina lollobrigida e andre piazzolla a live non e' la d'urso 3

Il nuovo legale della diva, l'avvocato ed ex magistrato Antonio Ingroia, aveva anticipato in vari salotti televisivi la decisione di chiedere al Tribunale una seconda costituzione di parte civile nel processo, ma il giudice ieri l'ha respinta. La Lollo è già costituita nel procedimento con un legale nominato dall'amministratore di sostegno che le è stato assegnato in quanto «particolarmente vulnerabile e suggestionabile» - si legge nel capo di imputazione - e non in grado di amministrare autonomamente i suoi averi.

GINA LOLLOBRIGIDA ANTONINO INGROIA

 

Una decisione che la donna aveva cercato di impugnare in Cassazione e che la Suprema Corte aveva rigettato confermando la scelta della Corte di Appello di Roma, che ha ritenuto l'attrice «bisognosa di assistenza nel compimento degli atti di straordinaria amministrazione inerenti la gestione del suo patrimonio e di società». Piazzolla è sotto processo - si tratta di un fascicolo parallelo - sempre per circonvenzione d'incapace anche per aver sottratto altri beni all'attrice 94enne tra il 2013 e il 2018. Le inchieste sono partite dalle denunce dei familiari dell'artista, assistiti dall'avvocato Alessandro Gentiloni Silveri.

 

lollobrigida piazzolla 2

L'ACCUSA Nel procedimento di ieri, i fatti contestati ai due imputati risalgono a maggio 2020. Secondo la Procura, Piazzolla avrebbe portato via dalla casa della Lollobrigida vari dipinti prestigiosi di proprietà dell'artista, come «Venere e Amore» - un dipinto di scuola francese della fine del Settecento - per un valore totale di 300mila euro, mettendoli all'asta. Si sarebbe fatto aiutare da Salvi, un ristoratore romano avrebbe fatto da intermediario con la casa d'aste.

lollobrigida e piazzolla

 

Per giustificare il movimento di quadri e arredi, Piazzolla avrebbe detto alla Bersagliera che i beni sarebbero solo stati spostati in un'altra abitazione in vista di lavori di ristrutturazione della villa e, soprattutto, per evitare che venissero presi di mira «dall'autorità giudiziaria», si legge nel capo di imputazione. L'affare, però, poi non era andato a buon fine grazie all'intervento della Guardia di Finanza, che da tempo seguiva i movimenti di Piazzolla e aveva intercettato le sue mosse.

lollobrigida e piazzolla 2

 

Secondo quanto scrivevano gli investigatori negli atti Piazzolla, in qualità di «consulente, convivente e uomo di fiducia» della diva, «unico punto di riferimento con il mondo esterno», avrebbe agito con «abilità e pervicacia fuori dal comune». Per la pm Laura Condemi, i due imputati avrebbero approfittato della «vulnerabilità» dell'attrice, che guadagna, tra pensione e diritti d'autore, oltre 100mila euro l'anno.

 

gina lollobrigida su vanity fair

LA PERIZIA La donna è affetta da uno stato psichico che la rende suggestionabile, come stabilito nell'estate 2017 da una perizia eseguita da uno psichiatra forense, che ha stabilito che la Lollobrigida è raggirabile: «Pur senza sconfinare in una condizione di infermità mentale, presenta una personalità con caratteristiche disarmoniche in cui sono emersi tratti di tipo narcisistico, ossessivo, compulsivo, istrionico e paranoideo». Caratteristiche che avrebbero determinato «un indebolimento della corretta percezione della realtà e della capacità di rapportarsi a essa, tale da configurare una condizione di deficienza psichica». Condizione di cui Piazzolla avrebbe approfittato.

andrea piazzollaandrea piazzolla andrea piazzolla con ferrari andrea piazzolla con gina lollobrigidaandrea piazzolla con ferrari andrea piazzolla andrea piazzolla con ferrari e kefiahandrea piazzolla con gina lollobrigidaandrea piazzolla con una pagani huayraandrea piazzolla su porsche carrera gt gina lollobrigida

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA