ARMINE ANTIUOMO – LA MODELLA DI GUCCI ARMINE HARUTYUNYAN NON FA DISCUTERE SOLO PER LA SUA PRESUNTA BELLEZZA: SU INSTAGRAM C’È UNA FOTO IN CUI FA IL SALUTO ROMANO ALL’ALTARE DELLA PATRIA: MA SE SI GUARDA DA UN’ALTRA ANGOLAZIONE… – ELENA LOEWENTHAL: “BELLA PROPRIO NON È. OBIETTIVAMENTE, SULLA BASE DI CANONI ESTETICI ASSODATI DA SECOLI. IL PUNTO È NON NEGARE L’EVIDENZA, MA ACCOGLIERLA CIVILMENTE”
armine harutyunyan e il presunto saluto romano all'altare della patria
1 – La modella di Gucci Armine Harutyunyan fa ancora discutere: in un fake il saluto romano
Dopo la discussione sul suo aspetto fisico e il body shaming che ha impazzato sui social, la modella armena Armine Harutyunyan, scelta da Gucci, è ancora presa di mira. Questa volta con un fake originato da una foto che ha lei stessa postato su Instagram.
La modella di Gucci Armine Harutyunyan fa ancora discutere: in un fake il saluto romano
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armine harutyunyan e il presunto saluto romano all'altare della patria 1
Nei giorni scorsi, Harutyunyan è stata insultata ed è stata al centro di discussione perché il suo viso, con i tratti tipici della popolazione armena, non si conforma agli stereotipi dei canoni di bellezza occidentale. Alcuni sono arrivati a ipotizzare che la scelta della casa di moda sia stata un'azzeccata mossa pubblicitaria, visto che le foto della modella, spesso accompagnate da insulti e offese, sono state tra le più viste in rete.
Dopo il body shaming, arriva il fake, con la strumentalizzazione di una foto che la modella ha postato su Instagram. Di fronte all'Altare della patria, a Roma, Harutyunyan si è fatta fotografare con un braccio alzato e l'altro teso verso il basso, una gamba sollevata come in un passo di danza. La scritta diceva: "Ave sunstroke", cioè "ave colpo di sole" e le lettere che compongono la parola "Caesar" in sovraimpressione.
Per alcuni la prova che la modella fa il saluto fascista, una tesi smentita però da un'altra foto, sempre postata su Instagram che mostra la stessa posa da un'altra angolazione, dalla quale si vede bene che si tratta di un atteggiamento scherzoso, che nulla ha a che vedere con il braccio teso di mussoliniana memoria.
2 – Saluto choc dell'icona chic
Marco Gervasoni per “il Giornale”
Contrordine compagni. Armine Harutyunyan, la modella delle sfilate e della pubblicità di Gucci dalla bellezza «non convenzionale», come si dice con un termine che sarebbe molto piaciuto a George Orwell e alla sua novalangue, non può essere più il vostro mito, la vostra Marianna rivoluzionaria che conduce il popolo del femminismo, del politicamente corretto, della lotta al bieco maschilismo.
armine harutyunyan all'altare della patria
Sì, è vero, l' avete difesa strenuamente contro quattro imbecilli che l' hanno insultata in quanto «brutta» - ma diciamo pure che i canoni della bellezza sono relativi fino a un certo punto, e Armine non vi rientra. Gli odiatori ci sono cascati, ma anche voi femministe e progressisti avete contribuito a creare un evento, non facendo spendere un euro di pubblicità a Gucci ma permettendo di parlare del marchio per giorni: quello che qualsiasi impresa desidererebbe.
E anzi, care femministe e progressisti, vi siete spinti persino oltre, a nobilitare una ditta, il cui scopo è (ci mancherebbe) macinare profitto, in un' azienda etica, in un attore politico capace di dire: siamo tutti uguali, belli e brutti non conta più. Peccato che l' egualitarismo di Gucci si fermi di fronte alle altre sue modelle, ragazze splendide, e che i suoi vestiti e i suoi prodotti non siano alla portata di tutti, anzi - altro che uno vale uno.
Ci siete cascati di nuovo, care femministe e progressisti del politicamente corretto, ma questa volta la figura barbina è doppia perché Armine, il simbolo dell'«antifascismo» (un termine che vuole dire ormai tutto e il suo contrario) che cosa ti fa?
Scatta una fotografia in cui, di fronte all' Altare della patria, saluta romanamente con il braccio destro alzato, mentre sorride un po' enigmaticamente. Armine non lo sapeva, e forse non conosce neppure il significato di quel gesto, ma da lì a pochi metri Benito Mussolini aveva proclamato il ritorno dell' impero sui colli fatali di Roma.
La fotografia, scattata nel giugno scorso, è stata postata sulla pagina Facebook della modella ma ha cominciato a circolare ieri, provocando frizzi e lazzi di godimento e di sfottò: aspettiamo cosa diranno ora gli antifascisti in servizio attivo e permanente. Rimane il dubbio che le coincidenze non siano casuali, e che ci sia lo zampino di un volpone della comunicazione per promuovere il brand.
Sia questo o altro, la lezione è sempre questa, care femministe e progressiste; a imporre la morale al mondo e le lezioncine ideologiche troverete sempre qualcuno che, con un gesto futurista, farà vedere quanto siete ridicoli.
3 – No, Armine non è bella ed è giusto essere sinceri
Elena Loewenthal per “la Stampa”
Stando all' iconico marchio di moda per il quale sfila quest' anno, Armine Harutyunyan è una delle cento donne più sexy del mondo. E' una ragazza di 23 anni con un nome importante che viene dall' Armenia.
Un viso spigoloso, due occhi neri scavati sotto un paio di sopracciglia folte, dritte e meditabonde, e un sorriso pieno di intelligenza. Ma nelle fotografie che ormai spopolano in rete indossa quasi sempre un' espressione accigliata, come se lei ce l' avesse con tutto il mondo. E forse ha ragione.
Perché da quando è uscita in passerella, Armine è stata investita da un' onda anomala di bodyshaming, di pesanti insulti rivolti al suo aspetto. Un vero e proprio uragano tutto frutto dei soliti leoni (e non meno leonesse) da tastiera che, pronti a dettare al mondo le proprie leggi, l' hanno caricata di un ricco assortimento di improperi, al cui confronto "racchia" è una carezza.
Come capita sempre nel mondo virtuale, non è tardata la formazione di uno schieramento opposto, con massiccia levata di scudi a difesa di Armine. Il che non è solo legittimo, ma sacrosanto.
Il punto, però, non è tanto il dovere morale e civile di salvaguardare - anche se solo virtualmente - una giovane donna vittima di insulti, quanto la strategia adottata quasi all' unanimità: non è vero, Armine è bellissima. No, non è questa la strada.
Armine non è bellissima, e nemmeno bella. Sarà pur vero che non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace, ma per l' appunto Armine bella proprio non lo è. Obiettivamente, per lo meno sulla base di canoni estetici assodati da secoli.
Per lei, per quel suo sguardo profondo e intelligente, per quell' ovale che ovale non è ma triangolo, per quelle sopracciglia spinose, si può dire che è "particolare", "interessante", che "ha dei bei capelli" (anche se forse portarli dietro le orecchie e appiccicati alla testa non aiuta a valorizzarli). Ma bella? Diciamocelo sinceramente, proprio no.
Il punto, allora, è questo.E cioè che per un autentico progresso, per una educazione collettiva attraverso e dentro la rete, è forse giunto il momento di tentare una via che sfugga dall' antitesi del politicamente corretto/scorretto e s' inoltri sul terreno spinoso ma inevitabile della sincerità.
In altre parole, non negare l' evidenza, ma accoglierla civilmente. Riconoscere che Armine bella proprio non lo è, magari ammettere pure che è bruttina. Ma che la bellezza non è una virtù né tanto meno un merito. Non è una virtù come non lo è essere bianchi invece che neri. Non è un merito come non lo è essere bruni invece che biondi. E dunque chi non è bello ma brutto non è carente né colpevole di nulla.
E proprio perché essere belli non è una virtù ma una fortuna (e neanche sempre quella), anche se non si è belle si può essere brave a sfilare, portare bene l' abito, essere interessanti, intriganti, professionali, simpatiche e chi più ne ha più ne metta. Negare l' evidenza che Armine non è bella non serve per combattere il pregiudizio e l' odio da tastiera.
Anzi, può dare sponda all' ottusità di chi se la prende con lei solo perché non è bella, solo perché obiettivamente (e statisticamente) una delle cento donne più sexy del mondo non lo è. Il vero progresso, insomma, non può prescindere da una certa dose di lucidità. Anche se, a giudicare dagli sconfortanti spettacoli di cui la rete dà prova quotidianamente, non ultimo quello ai danni dell' intrigante modella armena, la strada per arrivare ad assunti semplici come "è brutta, è brava" (attenzione, non "è brutta ma brava", che dice tutto il contrario) è ancora piuttosto lunga.
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