django & django - sergio corbucci unchained

QUANDO IL TEVERE BAGNAVA HOLLYWOOD – ARRIVA IN SALA PER TRE GIORNI LO STRAORDINARIO DOCUFILM “DJANGO&DJANGO: SERGIO CORBUCCI UNCHAINED” DI LUCA REA E STEVE DELLA CASA CON QUENTIN TARANTINO CHE DÀ LA SUA LETTURA DELL’OPERA DEL MITICO REGISTA: 80 MINUTI DI PURO “CINEMA SUL CINEMA” FRA LECTIO TARANTINIANE, SEQUENZE DI FILM CELEBRI E PERDUTI, TESTIMONIANZE AD HOC E PERSINO DEI SUPER8 INEDITI REALIZZATI SUI SET DEL REGISTA ROMANO FINORA CONSERVATI… - VIDEO

 

Luigi Mascheroni per “il Giornale”

 

Sergio Corbucci (1926-90), regista d'amore e di coltello, così italiano da sapere trasformare come pochi altri l'artigianato in arte e così romano da sapere portare il peplum con rara disinvoltura - Romolo e Remo, Il figlio di Spartacus, ma mise anche una mano nel film Gli ultimi giorni di Pompei, annidi dolce vita cinematografica 1960 e dintorni - fu autore sui generis di molti generi: il melodramma strappalacrime, i Totò-film, il musicarello, la commedia, il mitologico e lo spaghetti-western, geniale invenzione italica di cui Quentin Tarantino è il più autorevole, documentato e appassionato esegeta.

 

sergio corbucci

È stato proprio il cineasta americano, nato a Knoxville, Tennessee, a poche miglia immaginarie di distanza da Cinecittà - della cui produzione anni Sessanta-Settanta ha visto praticamente tutto - a celebrare hollywoodianamente i grandi maestri dello spaghetti western: Sergio Leone, Sergio Corbucci (non a caso definito «il secondo miglior regista di western italiani»), Antonio Margheriti, Sollima& compañeros... Tarantino, al suo esordio, con Le iene, 1992, citò il Django di Corbucci, anno di sanguinosissima grazia 1966, ricostruendo la spietata sequenza del taglio dell'orecchio della spia del clan - ricordate il balletto di Michael Madsen? - facendoglielo infine ingoiare.

 

Poi omaggiò nuovamente la pellicola culto (una copia della quale è conservata al Museum of Modern Art di New York) col suo Django Unchained, mentre Il grande silenzio di Corbucci è servito da ispirazione per The Hateful Eight oltre al fatto che il regista italiano è, idealmente, un personaggio, invisibile, che in C'era una volta a... Hollywood offre lavoro in Italia all'attore in declino Rick Dalton interpretato da Leonardo DiCaprio... L'America e l'Italia, come si vede, sono cinematograficamente a pochi metri di pellicola di distanza, e così è capitato in passato che spesso Tarantino, per i suoi film, chiedesse aiuto e materiali (locandine, contatti, idee) a qualche amico italiano, come Luca Rea, che nel 2004 ha curato con Marco Giusti la celebre rassegna «Italian Kings of the B' s. Storia segreta del cinema italiano» per la Mostra del cinema di Venezia, o come Steve Della Casa, senatore della critica e della storia del cinema italiano, i quali durante i lunghi mesi di lockdown hanno chiesto indietro il favore al regista americano.

 

«Accetti di raccontarci, tu hollywoodiano, cos' è il western all'italiana?». E lui ha risposto con l'unica parola della nostra lingua che conosce, oltre a «spaghetti». Che è: «Sì». E così Luca Rea e Steve Della Casa hanno mandato una troupe a Los Angeles a villa Tarantino, loro si sono collegati via Skype, la chiacchierata doveva durare venti minuti e invece si è prolungata per tre ore e mezza («Quentin si è seduto nella sua saletta cinematografica privata con un pacco di fogli di appunti...») e il risultato è uno spettacolare docufilm dal titolo Django&Django: Sergio Corbucci Unchained passato fuori concorso alla Mostra del cinema di Venezia a settembre, presentato ieri sera al B.A. Film Festival di Busto Arsizio e che sarà nelle sale italiane, come evento speciale, il 15, 16 e 17 novembre. Andate a vederlo.

franco nero in django unchained

 

Ed eccolo qui, senza facili nostalgie e inutili citazionismi: 80 minuti di puro «cinema sul cinema» fra lectio tarantiniane, sequenze di film celebri e perduti, testimonianze ad hoc di Franco Nero (attore feticcio di Corbucci) e Ruggero Deodato (che fu tra l'altro l'aiuto-regista di Django) e persino dei super8 inediti realizzati sui set dei film del regista romano finora conservati dalla vedova, Nori Corbucci.

 

franco nero django

Erano gli anni in cui il Tevere bagnava Hollywood e in Italia si producevano 350 film all'anno ed eravamo la seconda cinematografia occidentale dopo gli Stati Uniti... Alcune cose per cui vale la pena vedere il docufilm di Rea e Della Casa. Uno: il momento in cui Tarantino spiega, a noi italiani, come nei film di Corbucci, e in molti spaghetti western, confluisca tanto terzomondismo della sinistra italiana dell'epoca, ambientando fra messicani e pellerossa i movimenti di liberazione nazionale e le rivendicazioni contro la guerra del Vietnam, ad esempio; o quando smaschera alcune metafore antifasciste e antirazziste di pellicole come Django (1966) o Il grande silenzio (1968) o Il mercenario (1968).

steve della casa franco nero luca rea a venezia

 

Due: la ricostruzione, attraverso una serie di story board alla Kill Bill appositamente disegnati da un giovane illustratore romano, Giordano Saviotti, di ciò che accade a Rick Dalton -Leonardo DiCaprio quando viene a Roma a incontrare Corbucci in C'era una volta a... Hollywood. Tre: la distinzione fra essenza del cinema di Sergio Leone (la potenza della storia e della messa in scena) rispetto al cinema di Corbucci (la crudeltà e l'originalità degli effetti visivi).

i crudeli di sergio corbucci

 

Quattro: il fatto di poter rivedere sequenze da antologia come quelle della bara («porta bene nei film») e della mitragliatrice in Django, oppure riascoltare la cover di Bang Bang nel video-western dell'Equipe 84, o il brano Vamos a matar compañeros - saloon music da brividi - composto da Ennio Morricone... Ps. Quando Quentin Tarantino ha visto Django&Django ha detto: «Mi è piaciuto moltissimo, tutto. A parte vedermi così grasso»

 

norma bengell sul set de i crudeli di sergio corbucci

LA VENEZIA DEI GIUSTI - VIVA DJANGO E VIVA LA REVOLUCION!  TARANTINO TORNA A VENEZIA NEL DOCUMENTARIO “DJANGO&DJANGO”, A CURA DI LUCA REA E STEVE DELLA CASA, DOVE DA VERO MATTATORE NON SPIEGA SOLO IL SUO PUNTO DI VISTA SU “DJANGO”, MA TUTTA LA SUA LETTURA DELL’OPERA VIOLENTA DEI FILM WESTERN DI CORBUCCI...

https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/venezia-giusti-viva-django-viva-revolucion-nbsp-tarantino-282155.htm

il film su sergio corbuccisergio corbucci sergio corbucciquentin tarantinosergio corbucci con virna lisi e steve reeves romolo e remo sergio corbucci 1sergio corbucci 2sergio corbucci 3sergio corbucci 4il django di corbucci navajo joe burt reynolds e sergio corbucci sul set di navajo joe

Ultimi Dagoreport

matteo salvini donald trump ursula von der leyen giorgia meloni ue unione europea

DAGOREPORT – IL VERTICE TRA GIORGIA MELONI E I SUOI VICEPREMIER È SERVITO ALLA PREMIER PER INCHIODARE IL TRUMPIAN-PUTINIANO SALVINI: GLI HA INTIMATO DI NON INIZIARE UNA GUERRIGLIA DI CRITICHE DAL MOMENTO IN CUI SARÀ UFFICIALE L’OK ITALIANO AL RIARMO UE (DOMANI AL CONSIGLIO EUROPEO ARRIVERÀ UN SÌ AL PROGETTO DI URSULA VON DER LEYEN), ACCUSANDOLO DI INCOERENZA – LA DUCETTA VIVE CON DISAGIO ANCHE LE MOSSE DI MARINE LE PEN, CHE SI STA DANDO UNA POSTURA “ISTITUZIONALE” CHE METTE IN IMBARAZZO LA PREMIER

ursula von der leyen giorgia meloni macron starmer armi difesa unione europea

DAGOREPORT – SI FA PRESTO A DIRE “RIARMIAMO L’EUROPA”, COME FA LA VON DER LEYEN. LA REALTÀ È UN PO’ PIÙ COMPLICATA: PER RECUPERARE IL RITARDO CON USA E RUSSIA SUGLI ARMAMENTI, CI VORRANNO DECENNI. E POI CHI SI INTESTA LA RIMESSA IN MOTO DELLA MACCHINA BELLICA EUROPEA? – IL TEMA È SOPRATTUTTO POLITICO E RIGUARDA LA CENTRALITÀ DI REGNO UNITO E FRANCIA: LONDRA NON È NEMMENO NELL’UE E L’ATTIVISMO DI MACRON FA INCAZZARE LA MELONI. A PROPOSITO: LA DUCETTA È ORMAI L’UNICA RIMASTA A GUARDIA DEL BIDONE SOVRANISTA TRUMPIANO IN EUROPA (SI È SMARCATA PERFINO MARINE LE PEN). IL GOVERNO ITALIANO, CON UN PUTINIANO COME VICEPREMIER, È L’ANELLO DEBOLE DELL’UE…

trump zelensky vance lucio caracciolo john elkann

DAGOREPORT – LUCIO E TANTE OMBRE: CRESCONO I MALUMORI DI ELKANN PER LE SPARATE TRUMPUTINIANE DI LUCIO CARACCIOLO - A “OTTO E MEZZO” HA ADDIRITTURA SOSTENUTO CHE I PAESI BALTICI “VORREBBERO INVADERE LA RUSSIA”- LA GOCCIA CHE HA FATTO TRABOCCARE IL VASO È STATA L’INTERVISTA RILASCIATA A “LIBERO” DAL DIRETTORE DI “LIMES” (RIVISTA MANTENUTA IN VITA DAL GRUPPO GEDI) - L'IGNOBILE TRAPPOLONE A ZELENSKY? PER CARACCIOLO, IL LEADER UCRAINO "SI E' SUICIDATO: NON HA RICONOSCIUTO IL RUOLO DI TRUMP" - E' ARRIVATO AL PUNTO DI DEFINIRLO UN OPPORTUNISTA INCHIAVARDATO ALLA POLTRONA CHE "FORSE SPERAVA DOPO IL LITIGIO DI AUMENTARE IL CONSENSO INTERNO..." - VIDEO

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – DA DE GASPERI A TOGLIATTI, DA CRAXI A BERLUSCONI, LE SCELTE DI POLITICA ESTERA SONO SEMPRE STATI CRUCIALI PER IL DESTINO DELL’ITALIA - ANCOR DI PIU' NELL’ERA DEL CAOS TRUMPIANO, LE QUESTIONI INTERNAZIONALI SONO DIVENTATE LA DISCRIMINANTE NON SOLO DEL GOVERNO MA DI OGNI PARTITO - NONOSTANTE I MEDIA DEL NOSTRO PAESE (SCHIERATI IN GRAN MAGGIORANZA CON LA DUCETTA) CERCHINO DI CREARE UNA CORTINA FUMOGENA CON LE SUPERCAZZOLE DI POLITICA DOMESTICA, IL FUTURO DEL GOVERNO MELONI SI DECIDE TRA WASHINGTON, LONDRA, BRUXELLES, PARIGI – DOPO IL SUMMIT DI STARMER, GIORGIA DEI DUE MONDI NON PUÒ PIÙ TRACCHEGGIARE A COLPI DI CAMALEONTISMO: STA CON L’UE O CON TRUMP E PUTIN?

friedrich merz

DAGOREPORT – IL “MAKE GERMANY GREAT AGAIN” DI FRIEDRICH MERZ: IMBRACCIARE IL BAZOOKA CON UN FONDO DA 500 MILIARDI PER LE INFRASTRUTTURE E UN PUNTO DI PIL PER LA DIFESA. MA PER FARLO, SERVE UN “BLITZKRIEG” SULLA COSTITUZIONE: UNA RIFORMA VOTATA DAI 2/3 DEL PARLAMENTO. CON IL NUOVO BUNDESTAG, È IMPOSSIBILE (SERVIREBBERO I VOTI DI AFD O DELLA SINISTRA DELLA LINKE). LA SOLUZIONE? FAR VOTARE LA RIFORMA DAL “VECCHIO” PARLAMENTO, DOVE LA MAGGIORANZA QUALIFICATA È FACILMENTE RAGGIUNGIBILE…

fulvio martusciello marina berlusconi antonio damato d'amato antonio tajani

DAGOREPORT – CE LA FARANNO TAJANI E I SUOI PEONES A SGANCIARE FORZA ITALIA DALLA FAMIGLIA BERLUSCONI? TUTTO PASSA DALLA FIDEIUSSIONI DA 99 MILIONI DI EURO, FIRMATE DA SILVIO, CHE TENGONO A GALLA IL PARTITO – IL RAS FORZISTA IN CAMPANIA, FULVIO MARTUSCIELLO, È AL LAVORO CON L’EX PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, ANTONIO D’AMATO: STANNO CERCANDO DEI “CAPITANI CORAGGIOSI” PER CREARE UNA CORDATA DI IMPRENDITORI CHE “RILEVI” FORZA ITALIA - LA QUESTIONE DEL SIMBOLO E IL NOME BERLUSCONI…