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1. LE FORZE FILO-CREMLINO HANNO SPESSO DIPINTO NEMZOV COME UN PUPAZZO DELL’OCCIDENTE, MA PER LA SUA MORTE CI SONO SOSPETTI ANCHE SUGLI ESTREMISTI NAZIONALISTI E SUI TANTI MILITARI REDUCI DALLA GUERRA IN UCRAINA 2. LO SCRITTORE D’OPPOSIZIONE EDUARD LIMONOV: “NON CREDO ALL’OMICIDIO POLITICO, ALTRIMENTI SAREBBE MORTA ANCHE LA RAGAZZA CHE ERA CON LUI. PER ME È POSSIBILE CHE SI TRATTI DI UNA PROVOCAZIONE POLITICA PER SCATENARE UNA RIVOLTA ANTI-PUTIN”
1.LIMONOV: “UNA PROVOCAZIONE?VOGLIONO UNA RIVOLTA ANCHE QUI”
Lucia Sgueglia per “La Stampa”
Erano avversari politici, Boris Nemzov e lo scrittore Eduard Limonov, più volte si erano scambiati accuse feroci. Ma più volte avevano anche condiviso la stessa cella, arrestati in una delle tante manifestazioni anti Putin. Dopo l’esplodere della crisi in Ucraina sono finiti su lati opposti della barricata: il primo tra i più aspri critici dell’intervento russo, l’altro entusiasta della presa della Crimea.?
Cosa rappresenta per lei la morte di Nemzov??
«Per me purtroppo è solo l’ennesima tra le tante morti dei miei compagni nell’ultimo anno, sono mesi che seppellisco i miei ragazzi nazionalboscevichi uccisi combattendo nel Donbass coi ribelli, l’ultimo funerale è stato a Pietroburgo il 21 febbraio. Certo Boris Efimovich lo conoscevo molto bene, da anni, anche se non ci amavamo affatto, per me era troppo filo-occidentale».?
Un omicidio politico??
“Non ci credo. La ragazza che era con lui, l’unica testimone, è rimasta viva. E nei delitti politici si fa sempre fuori anche il testimone. Forse è proprio lei la chiave. Aspetto le indagini. Ma certo è un delitto molto strano… mi vengono strani pensieri».?
Quali? Alcuni politologi russi anche d’opposizione ventilano l’ipotesi di una strategia della tensione interna o esterna…?
«Sì, per me è possibile che si tratti di una provocazione politica. A che scopo? Forse per scatenare una rivolta arancione anche qui in Russia».?
Quindi come i pro-Putin lei accusa l’Occidente…?
«No, dico solo che Nemzov non era più un politico di rilievo, come nemico del Cremlino oggi il leader più importante è Navalny. Lui era un brillante pensionato politico, una persona capace ma della vecchia guardia, ormai non faceva più nulla. Certo era molto noto. Ma rappresentava solo una parte dell’opposizione, perché dal 2011 in Russia non ci sono solo i dissidenti liberali, ma i comunisti, i nazionalisti, e così via, anzi gli ultimi sono cresciuti. La sua è soprattutto una morte simbolica». ?
È stato ucciso alla vigilia della prevista protesta anti-Putin convocata dall’opposizione, le sembra un caso??
«È solo una coincidenza. O meglio, semmai mi sembra una provocazione politica. Ma non dal lato del Cremlino. Mi pare più probabile che sia opera di avversari del Cremlino. Certo fa comodo a loro, più che a Putin: questo omicidio è l’ultima cosa che serve al presidente russo in questo momento, lo danneggia soltanto».
Dissero così anche per Politkovskaya… ma i media di Stato hanno fomentato sempre più l’odio verso i dissidenti, specie chi criticava la politica ufficiale verso Kiev…?
«È vero, in Russia oggi c’è un’atmosfera di isteria generale, ma anche parte della nostra opposizione vi ha contribuito. Nella loro Marcia della pace, non hanno forse sfilato con le bandiere ucraine? Se non è provocazione questa. Facile accusarli di essere “agenti occidentali”».
Quali conseguenze prevede?
?«Nessuna. Purtroppo temo che come per altri omicidi illustri precedenti, tra pochi giorni tutti in Russia lo avranno dimenticato. Ma l’Occidente di certo coglierà l’occasione per scatenare e aumentare l’isteria contro la Russia e contro Putin».
2. “QUEL CLIMA D’ODIO ALIMENTATO?DALLA PROPAGANDA NAZIONALISTA”
Mark Franchetti per “La Stampa”
I russi amano le teorie del complotto. Più sono complesse e intricate, più sono inclini a crederci. «Komu vygodno?», a chi giova? è la domanda che si pongono sempre dopo una tragedia. Le prime ore dopo l’omicidio di Boris Nemzov, uno dei più convinti critici di Putin, alle porte del Cremlino, hanno confermato la regola. Il famoso politico deve ancora essere sepolto, ma Mosca ribolle già di teorie di cospirazione.
È stato ucciso da Putin, no, dai nemici di Putin che vogliono screditare il presidente e destabilizzare la Russia, l’hanno ammazzato i nazionalisti, no, i suoi stessi sostenitori per farne un agnello sacrificale della cui morte accusare il Cremlino. No, l’hanno ucciso i fanatici islamisti per la sua difesa delle vignette di «Charlie Hebdo». No, sono stati i servizi segreti occidentali, per macchiare l’immagine della Russia. È colpa della politica, no, è tutta una questione di affari e business, anzi, è una faccenda tutta privata che ha a che fare con l’amore di Nemzov per le donne giovani. ?
?
Se il Cremlino davvero, come promette, vuole trovare gli assassini di Nemzov non dovrebbe essere così difficile. La zona dell’omicidio, a pochi passi dal Cremlino, è una delle più monitorate dalle telecamere dell’intero Paese. Ma resta da vedere se lo sfacciato delitto verrà mai risolto. La lista di omicidi illustri e irrisolti nella Russia di Putin è lunga. Quello che è fuori ogni dubbio è che la morte di Nemzov non va a beneficio di Putin.
Eppure il presidente - che ha condannato l’omicidio definendolo una provocazione e ha promesso di seguire personalmente le indagini - si porta sulle spalle molte più responsabilità di quante voglia ammettere. Dallo scoppio del conflitto in Ucraina, con l’arrivo delle sanzioni occidentali, la macchina della propaganda del Cremlino è stata cruciale nell’alimentare il nazionalismo e il sentimento anti-occidentale.
I media e il governo si sono scagliati contro chiunque non appoggiasse la politica putiniana in Ucraina, accusandoli di appartenere a una «quinta colonna» di traditori. Il termine stalinista di «nemico del popolo» con Putin è tornato di moda. Anche la colpa della crisi economica che colpisce i russi è dell’Occidente, non del governo.
«Chi non è allineato con il Cremlino viene minacciato», dice Vladimir Ryzhkov, uno dei leader dell’opposizione a fianco di Nemzov. «Se si soffia sul fuoco dell’odio verso l’opposizione, stigmatizzandola come la quinta colonna, si crea un clima che genera omicidi politici. La responsabilità di queste bugie è di Putin, direttamente. Nella Russia di oggi nessuno con idee politiche differenti può sentirsi al sicuro».?
Nell’ultimo anno con l’aiuto di una campagna di propaganda mediatica velenosa, insidiosa ed estremamente efficace il Cremlino ha alimentato odio e profonde spaccature nella società russa. Giorno dopo giorno la gente si sente dire che il Paese è assediato, che sono circondati da nemici. Quando Viktor Shenderovich, un satirico d’opposizione, ha paragonato la strombazzante pubblicità delle Olimpiadi di Sochi con i Giochi del 1936 nella Germania nazista, la tv di Stato ha risposto con 7 minuti di video (girato ovviamente di nascosto) con contenuti sessuali che aveva come protagonista proprio l’oppositore.
Musicisti popolari che hanno criticato la politica del Cremlino in Ucraina sono stati messi alla berlina, i loro concerti cancellati all’improvviso. Le forze filo-Cremlino hanno spesso dipinto Nemzov come un pupazzo dell’Occidente.?
?La guerra in Ucraina, e ancora di più la sua copertura da parte dei media russi, hanno spaccato famiglie, dividendo parenti e amici che fino a poco prima vivevano in pace. Nemzov criticava violentemente l’annessione della Crimea e il sostegno nascosto della Russia per i separatisti nell’Ucraina orientale. Ieri si è scoperta che questa sua posizione gli era valsa numerose minacce di morte.
Ma per quanto i sospetti immediati ricadono sugli estremisti nazionalisti infuriati - e soprattutto i volontari russi reduci dai combattimenti nell’Est ucraino - molti esponenti dell’opposizione accusano anche il Cremlino. «Questo omicidio dimostra a che punto l’odio è stato legittimato o addirittura alimentato. La società era irritata da tempo, ma quando l’odio si riversa dagli schermi della tv è diverso», dice l’analista politico Alexey Makarkin: «La copertura mediatica emotiva e incendiaria del conflitto ucraino ha diviso la società in “patrioti” e “nemici”. E per questo clima il Cremlino non ha da accusare altri che se stesso».
La domanda che i pochi rimasti lucidi si pongono ora è se Putin non stia giocando col fuoco, facendo uscire dalla bottiglia un genio che nemmeno lui, l’uomo forte della Russia, sarà in grado di ricacciare indietro. ?
Corrispondente da Mosca?per il «Sunday Times» di Londra?Traduzione di Anna Zafesova