file stazioni di servizio benzina gran bretagna brexit

ATTACCATEVI ALLA POMPA – FILE, NERVOSISMO ALLE STELLE E RISSE: TROVARE UN DISTRIBUTORE APERTO A LONDRA STA DIVENTANDO IMPOSSIBILE. A CHICHESTER DUE UOMINI SI SONO PRESI A PUGNI MENTRE ATTENDEVANO DA ORE DI POTER FARE RIFORNIMENTO MENTRE SUI SOCIAL SI INSEGUONO LE NOTIZIE SULLE POCHE STAZIONI DI SERVIZIO APERTE, GENERANDO LA CORSA ALL’ORO – E IL GOVERNO PENSA DI METTERE IN CAMPO L’ESERCITO…

Paola De Carolis per "www.corriere.it"

 

file alle stazioni di servizio in gran bretagna 1

File, nervosismo, difficoltà. Trovare un distributore aperto nel centro di Londra è praticamente impossibile. Dopo le code del fine settimana, con incolonnamenti di auto che hanno bloccato snodi importanti, la benzina in molti posti è terminata.

 

Sui social si inseguono le notizie per gli automobilisti in crisi: a Croydon c’è un distributore aperto, si legge, e allora via, tutti alla ricerca del vello d’oro. C’è chi parte alle cinque del mattino, chi nel cuore della notte, per poi arrivare e trovare che pochi minuti prima la benzina è terminata e il responsabile scuote la testa, amareggiato. Spiacente, «No fuel».

file alle stazioni di servizio in gran bretagna 3

 

Per alcuni l’annuncio vuol dire che lavorare sarà impossibile, che i figli non potranno essere accompagnati a scuola, che i parenti anziani che abitano lontano saranno costretti a cavarsela da soli. C’è chi non regge allo stress e perde le staffe. Come a Chichester, dove tra automobilisti in fila è scoppiata una rissa, o in un quartiere nel nord della capitale, dove per il nervosismo due uomini si sono presi a pugni.

 

Gli stessi problemi si verificano in diversi punti del paese. Stando alla Petrol Retailers Association, che rappresenta 5.500 distributori indipendenti, le pompe a secco sono tra il 50 e il 90% del totale. Brian Madderson, presidente dell’associazione, ha sottolineato che nel Regno Unito la benzina c’è, ma si trova nel posto sbagliato, «non è dove serve».

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Il problema è principalmente logistico e la crisi attuale riporta alla mancanza di camionisti che ha messo in difficoltà supermercati e catene di negozi. Già alcuni mesi fa, le associazioni per i trasporti avevano lanciato l’allarme: all’appello mancavano circa 100.000 guidatori di tir. Se non si tratta di un fenomeno dovuto esclusivamente alla Brexit , il divorzio dall’Ue ha sicuramente peggiorato la situazione.

 

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I camionisti europei, stando a dati ufficiali, sono dimezzati (da 40.000 a 20.000). Passare il confine con un camion merci significa affrontare controlli aggiuntivi e moduli da riempire, tutto tempo che incide sulle tabelle di marcia e di conseguenza sui compensi dei singoli camionisti.

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L’uscita dall’Ue significa anche che tanti lavoratori casuali hanno evitato di trasferirsi in Gran Bretagna: partire, trovarsi una camera e cominciare subito a lavorare non è più possibile. Il governo sta preparando l’intervento dell’esercito, mossa che allieverà i problemi ma non potrà fornire una soluzione a lungo termine. Le forze armate hanno circa duemila camionisti, un totale insufficiente per far fronte all’emergenza.

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Come seconda misura l’esecutivo ha annunciato nel fine settimana che preparerà un visto veloce per 5.000 camionisti stranieri. Nel frattempo in tanti supermercati mancano la pasta, i pomodori in scatola e altri generi alimentari.

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