“ATTUALMENTE CHAT GPT NON È ALTRO CHE UNA SOFISTICATA MACCHINA PER IL PLAGIO” - MAURO MASI, TRA I MAGGIORI ESPERTI ITALIANI DI TUTELA DEL DIRITTO D’AUTORE: "I SISTEMI DI IA SONO LA NUOVA FRONTIERA DELLA TECNOLOGIA. MA PROPRIO PERCHÉ È COSÌ, BISOGNERÀ EVITARE GLI ERRORI FATTI CON LA RETE E CERCARE DI ELABORARE NORMATIVE CHE TUTELINO L’AUTENTICO CONTENUTO CREATIVO. UN ESEMPIO? LA BELLISSIMA “NOW AND THEN” DEI BEATLES - MUSK E “LA PERICOLOSA RELIGIONE DELL’ALGORITMO” - VIDEO
Estratto da https://www.ilgiornaleditalia.it/
Mauro Masi (ex Segretario Generale di Palazzo Chigi, ex DG RAI e Commissario Straordinario SIAE) oggi Presidente di Banca del Fucino, è uno dei maggiori esperti italiani di tutela del diritto d’autore/copyright anche su Internet.
D: “Professore, l’Intelligenza Artificiale pone nuovi interrogativi sul futuro del diritto d’autore?”
R: “Le risponderò citando una frase di Julian Nida-Rümelin (ex Ministro della Cultura e grande “maitre a penser” tedesco) che in un’intervista dello scorso agosto alla FAZ ha dichiarato: “in realtà Chapt GPT non è altro che una sofisticata macchina per il plagio”. Allo stato, è difficile dargli torto. Di fatti questi sistemi di IA autogenerativi (cosiddetti di “machine learning”) assemblano sulla base di verosimiglianze algoritmiche cose, fatti, numeri, immagini, frasi già esistenti (in Rete e non solo) e lo fanno senza nessun riferimento alle fonti. Tra l’altro, spesso lo fanno con errori e/o distorsioni grossolane. Tutto sbagliato quindi? Assolutamente no. I sistemi di IA sono la nuova frontiera della tecnologia (...)
Ma proprio perché è così, bisognerà evitare gli errori fatti con la Rete quando, a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 del secolo scorso, si decise che una regolamentazione di Internet non era necessaria. Questo – come a posteriori stiamo vedendo fin troppo chiaramente – ha consentito la creazione di rendite monopolistiche e di potere mediatico che sovrastano il Potere degli Stati (le mitiche Over the Top, le “Sopra a tutto” Facebook, Twitter, Amazon, Microsoft, Apple). Il recente Summit dei grandi del mondo a Bletchley Park (un luogo in sé profondamente evocativo essendo quello della base segreta dove fu decriptato Enigma, il cifrario di Hitler) è molto confortante perché dimostra che, questa volta, c’è un ampio consenso sul fatto che il tema IA non potrà essere affrontato senza far nulla, lasciando tutto allo spontaneismo del mercato.”
D: “Tornando al diritto d’autore?”
R: “Emergono indubbiamente delle grosse difficoltà. Sono dell’idea che, in prospettiva, bisognerà ripensare il concetto di “avente diritto” che è, ad oggi, il pilastro di tutta la tutela autorale cercando di elaborare normative che tutelino l’autentico contenuto creativo che anche questi sistemi di IA possono dare. Un esempio? La bellissima “Now and Then” che ha fatto rinascere i Beatles ed è un successo mondiale di questi giorni. In questo caso la voce di John Lennon era autentica, il sistema IA l’ha isolata da una vecchia e confusa pista e poi ha aggiunto le strumentazioni di Harrison, Starr e McCartney. Tutto come nuovo e tutto senza violare alcuna regola.
D: “Ma Elon Musk, che non è uno qualsiasi, dice che ci dobbiamo preoccupare
R: “E’ vero. Elon Musk, non è il personaggio folkloristico delle riviste di gossip ma un grande innovatore e un visionario. È stato tra i primissimi a credere nell’IA finanziando addirittura Open IA (che in questi gironi è in pieno subbuglio per la cacciata e poi il ritorno del CEO Altman) come è stato tra i primi a cambiare idea, o meglio, a sottolineare, come lui sa fare, che nella grande corsa verso l’IA si stanno assumendo rischi molto elevati che il Sistema (se non attentamente monitorato) ci scappi di meno. Implicitamente, ci dice anche Musk che la religione dell’algoritmo è pericolosa.
Lo è nell’economia e nella finanza (quante banche affidano la selezione dei clienti ad algoritmi e non alla conoscenza diretta e “umana” della realtà locale) ma lo è ancor di più nella cultura e nella scienza.”
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